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Le vere ragioni del Lockdown di Shanghai
https://www.databaseitalia.it/le-vere-ragioni-del-lockdown-di-shanghai/
Una tappa strategica nel processo di de-dollarizzazione e di lancio del nuovo polo eurasiatico.
Da quasi 3 settimane, Shanghai, la più ricca e popolosa metropoli cinese, con ben 26 milioni di abitanti, è sottoposta a un lockdown senza precedenti, un lockdown che non è mai stato applicato nemmeno a Wuhan nel Febbraio-Marzo 2020.
Questo è un articolo de La Verità in merito:
La questione centrale che emerge da dentro il mondo della narrativa pandemica, è la seguente:
“Recrudescenza del Covid-19: Perché la Cina non ha raggiunto l’immunità di gregge nonostante l’elevata copertura vaccinale?”
E l’autore sottolinea come lo stesso stia accadendo in Germania, Vietnam e Corea del Sud. Per noi la risposta è chiara: la gente si ammala a causa del vaccino, e la positività farlocca al tampone è solo il modo per coprire questa scomoda verità. Non è un caso che Shanghai sia, assieme a Pechino, la città più vaccinata di tutta la Cina. Secondo uno studio, ad Agosto 2021, mentre in alcune zone della Cina i tassi di vaccinazione erano anche solo al 3%,
“…la copertura vaccinale più elevata si è avuta a Pechino e a Shanghai, dove rispettivamente l’88,5% e il 79,1% della popolazione era stata vaccinata…”.[1]
I due elementi da sottolineare qui sono:
- la crisi di ritorno del Covid si ha in una delle due città più vaccinate della Cina, e questo segue quel percorso, che ho chiaramente delineato nel mio libro Apandemia (www.poliphylia.com), per cui la presunta pandemia è stata scandita, sin dall’inizio in Cina, proprio dalle iper-vaccinazioni di massa, le vere responsabili delle malattie respiratorie denominate Covid;
- c’è da capire perché però solo Shanghai è stata colpita dal presunto ritorno del Covid, nonostante Pechino abbia avuto tassi di vaccinazioni addirittura superiori, e Hong Kong uguali a quelli di Shanghai (https://ourworldindata.org/covid-vaccinations?country=OWID_WRL).
Per rispondere a questa seconda domanda, occorre focalizzarsi sulla natura di questa presunta recrudescenza del Covid, caratterizzata dal fatto che la stragrande maggioranza dei ricoverati negli ospedali di Shangai sono del tutto asintomatici:
L’articolo (The Inside Track, Reuters), datato 29 Marzo 2022, cioè quando il lockdown a Shanghai era appena iniziato, spiega:
“La percentuale di casi asintomatici nei precedenti 7 giorni era stata dell’1.6%”.
Incredibile: con appena l’1.6% dei casi sintomatici, e con sintomi assimilabili a quelli di un normale raffreddore, la Cina ha chiuso Shanghai in un lockdown senza precedenti, che ha reso Shanghai una città fantasma, che ha portato alla separazione dei bambini risultati positivi ai tamponi dalle loro famiglie, e che soprattutto ha imposto, cosa mai successa in nessun’altra parte del mondo, il ricovero coatto dei positivi asintomatici.
Non dimentichiamo che la stessa OMS, nel Gennaio 2021, fece un comunicato in cui affermò che i test Covid non potevano essere usati come metodo diagnostico a se stante, senza riferimento a sintomi clinici presenti. Quindi, la Cina ha imposto questo ricovero coatto degli asintomatici anche contro il parere OM
Tutto questo significa che la decisione delle autorità cinesi non ha nulla a che fare con esigenze sanitarie: si pensi che a fronte di una percentuale di positivi asintomatici dell’1.6% a Shanghai, in Gran Bretagna, dove il 24 Febbraio scorso è stata dichiarata ufficialmente la fine del Covid, e dove la riapertura di fatto della vita sociale ed economica risale al Giugno 2021, la percentuale di positivi asintomatici alla presunta variante Omicron “…è variata dal 25% al 54%”!
La scelta è stata dunque puramente politica: in Gran Bretagna, l’enorme percentuale dei presunti positivi Omicron è stata ritenuta irrilevante; in Cina, la positività Omicron dell’irrisorio 1.6% è stata ritenuta tale da giustificare la morte civile di Shanghai.
E qui sorge la domanda: perché? Le risposte date dalla maggior parte dei commentatori alternativi è stata che la Cina è associata ai poteri forti occidentali, e mentre sembra che sia in guerra con l’Occidente, in realtà lavora con l’OMS e col Deep State globalista per rilanciare la dittatura pandemica globale e il Grande Reset ad essa associata. Tuttavia, questa lettura si scontra col fatto che la Cina, assieme alla Russia, è da tempo impegnata in uno storico processo di creazione di un polo, quello dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), che ha iniziato dal 2013 a porsi come alternativa economico-finanziaria alle corrotte istituzioni finanziarie occidentali, quali l’IMF e la Banca Mondiale, muovendo verso una nuova finanza fondata sulla restaurazione della parità aurea della moneta, la cui abolizione da parte degli USA nel 1971 è stata la prima causa degli enormi squilibri economico-finanziari culminati nella crisi finanziaria del 2019, crisi potenzialmente esiziale ed evitata solo grazie all’invenzione della pseudo-pandemia virale.
La Cina, insomma, sta giocando una partita strategica per la de-dollarizzazione della economia mondiale, e ha fatto una radicale scelta di campo formando un’alleanza strategica di lungo periodo con la Russia e gli altri paesi BRICS. L’ultima crisi della guerra ucraina ha accelerato questo processo, come chiarito in questo articolo de La Verità:
Qui, figure chiave dell’establishment cinese, fanno affermazioni come:
”L’inevitabile e strisciante processo di de-dollarizzazione è destinato ad accelerare nei prossimi anni”;
“La Russia e altri paesi (tra cui la Cina) costruiranno un ordine internazionale parallelo e competitivo in Eurasia, con un annesso ecosistema finanziario parallelo, che indebolirà l’ordine internazionale retto dagli USA.”
Affermazioni forti, ma che esprimono esattamente la scelta strategica anti-Deep State finanziario occidentale fatta dalla Cina. Questo significa che la scelta di chiudere Shanghai non può essere un atto di rilancio della pandemia per l’affermazione del Grande Reset in associazione coi poteri forti occidentali. Se fosse stata questa l’intenzione della Cina, perché non ha imposto lo stesso lockdown anche a Pechino e Hong Kong, che avevano più o meno le stesse coperture vaccinali e gli stessi potenziali casi asintomatici di Shanghai? Invece, semplicemente le autorità cinesi realizzano fino a 8 milioni d test Covid al giorno a Shanghai, necessari per generare quanti più positivi asintomatici possibile, ma non fanno la stessa cosa a Pechino e Hong Kong. Perché puntare solo su Shangai, nonostante il tasso di casi sintomatici fosse così irrisorio?
Secondo me, ed è la tesi centrale di questo breve saggio, la Cina ha in realtà sfruttato la narrazione pandemica globale promossa dai poteri forti occidentali, per colpire in maniera pesante, con una geniale mossa di judo politico, proprio quegli stessi poteri forti finanziari oggi schierati con l’America di Biden. Mi spiego.
E’ chiaro che la scelta di far chiudere a tempo indeterminato Shanghai con la scusa di una epidemia chiaramente irrisoria, sia nei numeri che nei sintomi, è legata al ruolo svolto da Shanghai nell’economia globale.
Shanghai è l’avamposto della Banda Rothschild & Co. in Cina:
“Uno dei principali sviluppi di quest’anno è stata l’invasione di Shanghai da parte di Wall Street, nonostante le continue tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina… JP Morgan, la banca di investimento statunitense, sta completando un’acquisizione da 1 miliardo di dollari per assumere il pieno controllo di un controllata del gestore del fondo. Ciò ha fatto seguito a una mossa simile a marzo del suo rivale Morgan Stanley. Anche Blackrock, il gestore di fondi globale con sede a New York, ha ottenuto il via libera ad agosto per gestire un’attività di gestione di fondi interamente controllata.”[2]
La stessa CNN da un quadro ancora più completo dell’importanza di Shanghai per i poteri economico-finanziari occidentali legati al cartello della mafia khazara e al Deep State globalista:
“Entro la fine del 2021, più di 800 multinazionali avevano stabilito sedi regionali o nazionali a Shanghai…Tra queste, 121 sono società Fortune Global 500, tra cui Apple (AAPL), Qualcomm (QCOM), General Motors (GM), Pepsico (PEP) e Tyson Foods (TSN)… Più di 70.000 società di proprietà straniera hanno uffici in città…Volkswagen e General Motors gestiscono entrambe stabilimenti a Shanghai…Shanghai ospita anche la prima gigafactory di Tesla (TSLA) in Asia…A gennaio, Ford ha lanciato il suo sesto centro di design globale a Shanghai…Altre industrie includono quelle farmaceutiche…A Ottobre Astra Zeneca ha aperto un centro di Ricerca e Sviluppo globale a Shanghai.”.
È quindi del tutto evidente che Shanghai rappresenta l’hub più essenziale della penetrazione occidentale dei poteri sia finanziari (Blackrock, Morgan Stanley, J.P., Morgan) sia industriali (automotive, informatica, alimentari, farmaceutici) in Cina. È chiaro dunque che se il progetto di costruire un ecosistema economico-finanziario parallelo e alternativo a quello “americano” deve affermarsi, la Cina deve svincolarsi dall’abbraccio soffocante con i poteri finanziario-multinazionali occidentali, abbraccio che proprio a Shanghai ha il suo fulcro.
Che la chiusura prolungata per lockdown di Shanghai costituisca un colpo pesante per il sistema finanziario-industriale occidentale, e abbia dunque ottenuto il suo vero obiettivo, lo conferma la stessa CNN:
“Ma le restrizioni legate al Covid hanno costretto molte fabbriche a sospendere le attività a Shanghai e Kunshan (sobborgo di Shanghai), minacciando di interrompere le principali catene di approvvigionamento di automobili ed elettronica. Gli stabilimenti Volkswagen e Tesla a Shanghai sono stati chiusi per settimane… Pegatron, un fornitore chiave per Apple (AAPL), ha sospeso la produzione negli stabilimenti di Shanghai e Kunshan fino a nuovo avviso.”[3]
L’interruzione delle principali catene di approvvigionamento di automobili ed elettronica è un colpo duro per l’economia occidentale, che si lega al venire meno di gas e cereali da Ukraina e Russia.
Ma c’è un ulteriore obiettivo per questa geniale mossa di Judo criminale realizzata dai cinesi contro gli avversari della Deep Economy targata USA: favorire lo sviluppo di Hong Kong come primario centro economico cinese:
“Molti in Occidente ritengono che di ogni crescita di importanza di Shanghai farebbe inevitabilmente le spese Hong Kong.”
Hong Kong è infatti l’altro grande hub economico-finanziario internazionale in Cina, che ha un grande vantaggio: mentre Shanghai era sempre più occupato dagli istituti finanziari e multinazionali occidentali, Hong Kong si liberava del controllo e dei legami con la Gran Bretagna (sede della City e centro del potere della banda Rothschild & Co.), e ritornava nel pieno controllo dei cinesi. Ecco perché la Cina preferisce pontare su Hong Kong per il futuro:
“Hong Kong… ha il vantaggio che il denaro può essere spostato facilmente dentro e fuori la regione amministrativa speciale. Il suo futuro sta chiaramente anche nell’essere un hub chiave della Greater Bay Area cinese di Guangdong-Hong Kong-Macao, destinata a diventare una delle aree più dinamiche del mondo nei prossimi decenni”.[4]
Insomma, con il lockdown di Shanghai la Cina ha preso due piccioni con una fava: da un lato sta facendo fuori l’ingombrante e massiccia presenza dei poteri forti finanziari-multinazionali occidentali in Cina, proprio nel momento in cui deve eliminare qualsiasi fonte di resistenza interna al progetto di nuovo sistema economico finanziario su base aurea targato BRICS; dall’altro lato sta favorendo il lancio dell’area di Hong Kong-Guandong-Macao come un polo centrale della nuova economia targata BRICS.
E l’ha fatto usando le stesse armi usate dai poteri forti pandemici occidentali: questi sanno benissimo che quella di Shanghai è una crisi cercata dal governo cinese che non ha nulla a che fare con problemi sanitari. Ma non possono dire nulla perché loro hanno fatto esattamente la stessa cosa per due anni in Europa e in metà degli USA, e svelare il trucco cinese svelerebbe anche il loro. La Cina lo sa bene, e ha scelto questo modo di colpire la Shanghai occidentalizzata certa che nessuno in Occidente avrebbe potuto dire nulla!
La realizzazione del progetto di nuovo sistema finanziario globale targato BRICS conferirebbe alla Cina un ruolo finalmente centrale nello scacchiere internazionale. La lotta non riguarda solo la supremazia geo-politica, ma anche la strutturazione finanziaria della futura economia, e si tratta di una lotta all’ultimo sangue, che vale bene il sacrificio temporaneo di una città, per quanto importante. Non dimentichiamo che, come rivelato delle intercettazioni degli hacker, la Clinton affermò che il vero scopo dell’invasione, e parallela distruzione della Libia, era proprio quello di far saltare il progetto di Gheddafi di costituire una Banca Panafricana con una nuova moneta africana su base aurea. La banda Rothschild e il Deep State USA non possono permettere la de-dollarizzazione del mondo, che sarebbe il risultato inevitabile della nascita di un sistema finanziario fondato su un valore duraturo permanente come quello dell’oro. Chi accetterebbe le monete farlocche della stampante monetaria, quella che genera dollari ed euri di carta e senza nessun valore reale sottostante, quando circolano valide monete d’oro? Il progetto BRICS è l’inizio della fine dell’impero globale delle banche centrali, e della mafia khazara (Rothschild, Rockefeller & Co), col suo annesso Deep State, che lo governa. La chiusura di Shanghai è una tappa decisiva di questo progetto potenzialmente rivoluzionario (con tutti i limiti dei regimi politici coinvolti, come quello cinese – ma niente nella vita e nella storia è mai tutto bianco o tutto nero).
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Zheng W. et al., COVID‑19 vaccination program in the mainland of China: a subnational descriptive analysis on target population size and current progress, Infect Dis Poverty (2021) 10:124. ↑
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Andrew Moody, Shanghai’s role as global financial hub sure to expand, China Daily, 2020-11-03 10:56. ↑
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Laura He, 3 reasons Shanghai’s lockdown matters to the global economy, CNN Business, April 13, 2022. ↑
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Andrew Moody, Shanghai’s role as global financial hub sure to expand, China Daily, 2020-11-03 10:56. ↑
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