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DI MAIO CACCIA 30 DIPLOMATICI RUSSI. MA 3684 ITALIANI FIRMANO CONTRO IL GOVERNO. Boom dell’Appello Cristiano contro Armi NWO
«Egregio Signor Ambasciatore Sergey Razov, come cittadini italiani ci sentiamo in dovere di prendere carta e penna e ribadire con forza le nostre posizioni, che sono oggi più che mai fermamente contrarie alla politica del governo di Mario Draghi. La decisione senza appello presa dal presidente del Consiglio italiano (mai eletto) di inviare armi all’Ucraina, l’ignobile spettacolo messo in scena in Parlamento dove, nella delicata situazione in cui ci troviamo, si assiste allo show a senso unico di un capo di governo venuto a dettare legge in casa nostra, quasi che le aule che ospitano le nostre istituzioni fossero un teatro occupato da burattini, le politiche di questi mesi volte e negare le libertà civili, religiose e politiche di milioni di persone imposte dall’alto per assecondare i piani di certe èlite, non corrispondono in nessun modo e in nessun caso al nostro modo di pensare la politica e alla volontà di noi cittadini. Come cittadini italiani ci dissociamo dunque con forza dall’attuale governo e di seguito ecco perché».
Mentre Luigi Di Maio, il peggiore Ministro degli Esteri italiano, secondo per ignoranza funzionale ed arroganza solo al Ministro della Salute Roberto Speranza, caccia 30 diplomatici russi spingendo l’Italia sempre più in fondo al girone infernale senza ritorno dell’ostilità gratuita contro il Cremlino, già 3684 italiani, al momento della stesura di questo articolo, hanno firmato una dirompente petizione, contro il Governo Draghi e le sue azioni, di cui sopra abbiamo riportato le frasi iniziali, indirizzate a Razov, ambasciatore russo in Italia.
L’appello avviato da Morning Glory lo scorso primo aprile è ospitato dalla piattaforma CitizenGO: una comunità internazionale di cittadini attivi che collaborano campagne online e altre attività per difendere i loro valori comuni: la Vita, la Famiglia, le Libertà fondamentali. “Ci mobilitiamo affinché i potenti rispettino la dignità umana e i diritti individuali” si legge sul sito nato in Spagna ma ormai ben radicato in Italia e diffuso in una ventina di nazioni con 150mila followers.
CitizenGo ha comunque rimarcato che la “petizione è stata creata da un cittadino o un’associazione non affiliati a CitizenGO” e pertanto “non è quindi responsabile dei suoi contenuti”. L’autore, ostentando un forte orientamento cristiano, palesa un atteggiamento molto più cauto nell’esprimere giudizi di condanna alla Russia rispetto alle allusioni, mai esplicite, giunte dal Vaticano contro una «aggressione» giudicata dal Papa una «guerra sacrilega».
La petizione incarna cioè lo spirito di questi tantissimi cattolici italiani e non che ben comprendono le denunce fatte dal Patriarca della Chiesa Ortodossa di Mosca Kirill e dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, nunzio Apostolico Emerito della Santa Sede negli USA, in relazione alle provocazioni della NATO e del regime filo-nazista di Kiev all’origine dell’operazione militare avviata dal presidente russo Vladimir Putin per proteggere i filo-russi del Donbass interrompendo un massacro che dura da 8 anni ed ha causato 14mila morti, tra cui 500 bambini.
L’appello è importante per un’altra ragione: non solo condanna la tremenda logica del ricorso alle armi ma mette a nudo una politica del governo italiano assolutamente suicida e purtroppo diretta in modo unilaterale dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella che, il 3 febbraio, ha vestito i panni di ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale per lanciare una subliminale dichiarazione di guerra alla Russia.
Ecco perché Gospa News, portale d’informazione giornalistica cristiana che si affida alla protezione della Madonna di Medjugorie, ha deciso di riportare integralmente la petizione condividendone ogni singola frase…
LA MOSSA SUICIDA DEL BURATTINO DI MATTARELLA
“Dove comanda la Mafia, i posti di potere vengono dati ai cretini” sentenziò il giudice Giovanni Falcone, che Mattarella conosceva bene essendo scampato per un soffio alla Tangentopoli siciliana e alle inchieste del magistrato ucciso insieme al collega Paolo Borsellino proprio perché stava indagando sui rapporti tra affari, mafia, politica e poteri occulti (massoneria, come più volte denunciato da Fiammetta Borsellino, rimasta orfana del padre in giovane età).
Di Maio, anche se forse non lo è, indossa perfettamente gli abiti del cretino. Non è pericoloso perché come importante esperienza professionale può vantare solo di aver fatto il venditore di bibite allo Stadio San Paolo di Napoli durante le partite di calcio prima di entrare in politica nel Movimento 5 Stelle, partorito da Beppe Grillo sul famoso incontro sul panfilo Britannia prima della speculazione di George Soros sulla lira e del cambio fallimentare con l’euro fissato dall’ex funzionario del Ministero delle Finanze Mario Draghi (poi promosso presidente Banca Centrale Europea, manager Goldman Sachs ed infine premier).
Di Maio è pericoloso in quanto rappresenta il pupazzo dei film horror con licenza di uccidere ogni relazione diplomatica internazionale dell’Italia al fine di renderla sempre più schiava di Bruxelles (UE e Nato), Washington (Casa Bianca) e soprattutto Langley: il quartier generale della Central Intelligence Agency, controspionaggio USA, con cui Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, ebbe contatti proprio durante il sequestro e la successiva esecuzione dello statista democristiano Aldo Moro, e con cui si è relazionato il suo “erede” Mattarella quando ebbe la delega ai Servizi Segreti in qualità di vicepresidente del Consiglio del Governo D’Alema e poi divenne Ministro della Difesa (1998-2001).
Come ampiamente illustrato in precedenti articoli, di fatto ereditò la fiducia che il padre Bernardo, assai chiacchierato per la sua raccomandazione a un imprenditore palermitano di Cosa Nostra come Vito Ciancimino (Sindaco di Palermo arrestato da Falcone il 5 giugno 1990), suscitò nell’intelligence americana OSS (vecchio nome della CIA) nel 1943, dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia favorito dai rapporti tra 007 e Lucky Luciano, il mafioso dei due mondi liberato dalla giustizia americana peri servigi resi alla patria e rispedito in Italia.
Proprio per questo Di Maio è rimasto burattino del Quirinale dal Governo Conte Bis (Partito Democratico – Movimento 5 Stelle) fino all’attuale di Draghi. Nell’inchiesta Lobby Armi 4 abbiamo ben evidenziato quando il Ministro degli Esteri girò a vuoto nel Mediterraneo per risolvere la crisi libica mentre Mattarella si recò dall’Emiro del Qatar.
Il Capo dello Stato privilegiò infatti un urgente dialogo con il primario riferimento strategico della NATO nel Golfo Persico ritenuto occulto finanziatore dei Fratelli Musulmani, della Turchia e delle operazioni militari in Medio Oriente portate avanti dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan con l’uso di jihadisti mercenari reclutati anche tra prigionieri Al Qaeda e ISIS, con il placet dell’Alleanza Atlantica. Proprio come ha fatto ora anche il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.
Non va dimenticato che Mattarella è stato anche il grande regista dei nuovi vertici nell’industria bellica nazionale Leonardo che ha già sottoscritto una partnership sull’Intelligenza Artificiale nelle tecnologie militari con la multinazionale Microsoft di Bill Gates, in una completa sinergia tra campagna vaccinale e piani di guerra. Un accordo analogo a quello stipulato dal Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa USA, anche con Google e Amazon.
Ma vanno anche ricordati i legami di Di Maio con la Link University di Roma, travolta dagli scandali e ritenuta un centro di reclutamento proprio della CIA, come evidenziato in una precedente inchiesta di Gospa News.
Gli intrighi sono tali e tanti da suscitare inquietudine e sconcerto se non fosse che, nei palazzi più alti, è ritenuta una prassi normali collaborare con le agenzie dell’intelligence americana, soprattutto dopo che i quadri dirigenziali, grazie ai finanziamenti di Gates, sono stati rinnovati dalla McKinsey, di cui fu manager in Italia l’attuale Ministro dell’Innovazione Digitale Vittorio Colao, già partner del piano vaccinale mondiale di Gavi Alliance di cui fu direttore Jens Stoltenberg attuale segretario NATO. La trama tra pandemia da SARS-Cov-2 creato in laboratorio e la guerra in Ucraina ha ormai una miriade di vergognose interconnessioni…
UNA DECISIONE CONTRARIA AL DIALOGO DI PACE
Senza questi retroscena l’assurdo gesto diplomatico di Di Maio rischia di essere frainteso con il colpo di sole di un bibitaro inesperto di politica internazionale. «Il governo italiano ha deciso di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l’ambasciata in quanto persone non grate. Questa misura, assunta insieme ad altri partner europei e atlantici si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale e nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione russa» ha dichiarato il Ministro degli Esteri suscitando l’ovvia reazione di Mosca.
‘«L’Italia è disponibile a fare da garante della sicurezza e della pace in Ucraina e faremo tutto quello che serve per portare avanti questo lavoro» ha detto il titolare della Farnesina, spiegando che «essere tra i Paesi garanti significa far parte di un percorso diplomatico che porta a un obiettivo di un accordo di pace che guardi a tutti gli aspetti contesi in questo momento, partendo dalla volontà del popolo e delle istituzioni ucraini».
Ma, come anche una logica elementare indurrebbe ad inferire se dotati di buonafede, secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si tratta di una “decisione miope” che non rimarrà senza risposta. “Limitare le possibilità di comunicazione diplomatica” in una situazione “senza precedenti” è una “decisione miope”, ha spiegato, citato dall’agenzia Inferfax. Secondo il portavoce, le espulsioni “in primo luogo, complicheranno ulteriormente le nostre comunicazioni, necessarie per la ricerca di un accordo, e in secondo luogo, porteranno inevitabilmente a misure reciproche”.
E’ un atto non solo contraddittorio ma assurdo esattamente come il rifiuto alla Russia da parte della Presidenza Britannica di convocare lunedì una apposita riunione del Consiglio di Sicurezza del’ONU sulla vicenda del presunto massacro i Bucha, attribuito all’esercito russo dai media del mainstream atlantista.
La Russia darà “una risposta adeguata all’espulsione di diplomatici dall’Italia, ha annunciato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, citata dall’agenzia di stampa Tass.
L’ESPLOSIONE DI FIRME ALLA PETIZIONE DI CITIZENGO CONTRO DRAGHI
Questo affronto diplomatico, avallato dal premier Mario Draghi, azzera di fatto le buone relazioni tra quest’ultimo ed il presidente Putin. E’ l’antipasto del nuovo pacchetto di sanzioni che in giornata approverà la Commissione Europea in rappresaglia alla vicenda di Bucha prima ancora di aver sentito ufficialmente la versione del Cremlino. Esso prevede altre mosse suicide per la stessa Europa: stop alle importazioni di carbone, chiusura dei porti europei alle navi russe, tir bloccati, divieto di transazioni a quattro nuove banche.
Ma gli Italiani, sia sui social che nelle prese di posizioni sui media di contro-informazioni, stanno prendendo sempre più le distanze come evidenzia appunto la petizione ospitata da CitizenGo e già firmata da migliaia di persone.
«Ci dissociamo dalle decisioni di un governo che, calpestando la Costituzione, si permette di offendere prima di tutto il prestigio del nostro Paese e delle nostre Istituzioni. Ci dissociamo con forza riconoscendo che l’Italia, come espresso nell’articolo 11 della nostra Costituzione, è un Paese che “ripudia la guerra” e che dovrebbe lavorare per la Pace. Ci dissociamo con forza dalle parole di un governo incapace di equilibrio e diplomazia, in un momento in cui c’è certamente molto più bisogno di ascoltare che non di parlare. Ci dissociamo con forza da un sistema massmediatico asservito alle decisioni governative che ha sposato la narrazione a senso unico, incapace di lavorare con professionalità e imparzialità, alla ricerca della Verità».
Si legge nel testo già sottoscritto darai esponenti del mondo culturale quali Gloria Callarelli – Giornalista, Ornella Mariani – Scrittrice, Daniela Coan – Imprenditrice, Maurizio Blondet – Giornalista, Devis Bonaldo – Imprenditore, Daniele Trabucco – Costituzionalista, Anna Zurlo -Scrittrice, Davide Lovat – Professore, Davide Rossi – Scrittore, Enzo Pennetta – Scrittore, Giulio Saraceni – Storico, Domenico Mastrangelo – Medico, Daniele Libralon – Università Indef Bellinzona, Roberto Varaschin – Uomo libero.
«Ci dissociamo con forza da un governo che non aiuta il suo popolo, che lo mette alla fame, che non è capace di tutelare gli interessi e la salute dei suoi cittadini e che anzi impedisce agli stessi, in particolar modo a quelli più giovani, di vivere in libertà, di crescere in modo sano, di coltivare un futuro. Il tutto in nome di interessi economici e di decisioni incostituzionali che vanno palesemente e totalmente in contrasto con i più elementari diritti umani e le naturali libertà di ognuno. Ci dissociamo con forza dalle decisioni di un governo capace di legiferare sempre e solo in favore di politiche di morte che non tutelano la vita e i valori cristiani ma solo gli interessi delle élite e delle multinazionali» aggiunge la petizione.
PROTESTA CONTRO I PIANI DISTRUTTIVI DI DEEP STATE E LOBBY LGBT
«Ci dissociamo con forza da un Governo che opera in nome e per conto di terzi che portano avanti progetti quali la quarta rivoluzione industriale e il Great Reset, che sono in totale contrasto con i valori cristiani e che porteranno inevitabilmente a sconvolgimenti pericolosi e dannosi per il futuro dei nostri figli e del nostro Paese. Ci dissociamo con forza da una classe politica asservita agli interessi di pochi e priva di etica e senso morale. Ci dissociamo con forza da un governo e da quelle Istituzioni che puniscono chi vuole esercitare in Italia il pensiero critico e manifestare legittimamente il suo dissenso. Ci dissociamo con forza da questa Unione Europea, incapace di rappresentare e difendere i suoi cittadini, ma capace solo di assecondare i piani distruttivi e suicidi delle élite».
«Il nostro Paese è sempre stato accogliente e riconoscente nei confronti della Russia. Lo ricorda il popolo messinese, dopo il terremoto del 1908, che ha potuto essere soccorso dagli “angeli russi” della Marina dello Zar, lo ricorda l’intero popolo italiano quando subito dopo lo scoppio del Covid la Russia ci fornì aiuti e assistenza. Il nostro Paese è consapevole e riconoscente dell’amore del popolo russo per il popolo italiano e per la sua Patria. Così come, contemporaneamente, è consapevole della sofferenza del popolo ucraino, vittima come quello italiano delle manovre del Deep State» si rimarca nella petizione di Morning Glory.
«La nostra cultura è debitrice della cultura russa, le cui tracce e la cui grandezza riecheggiano nei teatri e nelle università italiane, nei libri, nell’arte e nella storia. La nostra cultura e il nostro sentire e percepire la vita e la società si dissociano dalle ideologie dell’Occidente moribondo, incapace di difendere valori sani ed educativi e capace solamente di inseguire il capitalismo distruttivo e i disvalori che porta con sé: dal gender alle politiche Lgbt fino all’umanesimo e transumanesimo passando per un materialismo sfrenato che cancellano le nostre profonde origini cristiane, la nostra etica e le radici della nostra civiltà» si legge ancora.
«Ci dissociamo da chi vuole il nostro popolo e quello d’Europa e del mondo schiavo e senza pensiero critico, da chi ci vuole consumatori senza storia, senza tradizione e senza cultura. Da chi tenta di annientarci nel corpo e financo nell’anima tentando di cancellare quello che erano i nostri genitori, i nostri nonni. Quello che eravamo noi».
L’APPELLO AL PRESIDENTE PUTIN E IL SILENZIO SENZA BANDIERINE DEL GRUPPO ABELE
La parte finale è indirizzata direttamente alla Russia e al suo presidente: «Esprimiamo al Vostro popolo e al Vostro governo solidarietà e vicinanza per il razzismo subito in questi giorni, per la violenza che le nostre orecchie hanno dovuto sentire nei Vostri confronti. Esprimiamo sostegno alle Vostre famiglie in Italia e in Russia. Esprimiamo il nostro supporto a voi, un popolo fratello, il catechon di questi ultimi, apocalittici, tempi» prosegue l’appello ospitato dalla piattaforma CitizenGo.
«Chiediamo al Vostro governo di resistere, con l’aiuto della Madonna e di Cristo, agli assalti del male. Chiediamo alla vostra gente di non cedere ai ricatti del nemico che ci vuole uno contro l’altro. Chiediamo al Vostro Presidente di resistere in nome della verità. Un Presidente che ha dimostrato di volersi opporre alla tirannide del Great Reset, che ha portato negli anni la Russia ad essere una potenza sovrana, forte, solida, fedele alle proprie tradizioni. Una potenza mondiale.Chiediamo a lui di lavorare sempre in nome della Pace e in comunione con Cristo per il trionfo del Bene contro il Male».
In aggiunta all’esplosivo iniziativa online va menzionata quella più sobria del Gruppo Abele di don Luigi Ciotti che sembra comunque delineare un approccio più prudente alla questione ucraina rispetto a quello di Papa Francesco, energico censore, senza se e senza ma, della “aggressione russa”
«Un temporaneo silenzio simbolico dei nostri canali di comunicazione, contro le sterili “guerre di parole“ che accompagnano il frastuono delle armi. Un’ora di silenzio reale, insieme in un luogo pubblico, per fare spazio alle domande di senso che possono indicarci la strada verso una pace vera e duratura» ha scritto Il Gruppo Abele.
«Dentro il silenzio risuoneranno: la denuncia dell’inerzia politica e degli interessi economici che fanno maturare e poi scoppiare le guerre; la gratitudine verso i tanti che concretamente s’impegnano nell’aiuto e nell’accoglienza delle vittime di ogni guerra. Perché i loro gesti valgono più di molte parole» ha spiegato la comunità di don Luigi Ciotti invitando le persone ad una manifestazione pubblicata organizzata per sabato 9 aprile alle ore 11 in piazza Carignano a Torino ma con un accorgimento particolare.
«Invitiamo tutti a partecipare senza loghi o bandiere, con un indumento bianco addosso» è l’esplicita richiesta che mette al bando i divisivi colori giallo-blu dell’Ucraina diventati allegoria di un fanatismo da stadio fomentato da Commissione Europea e NATO nella speranza di innescare il conflitto in tutto il Vecchio Continente secondo il piano CEPA, elaborato da un think tank di Washington finanziato dalla Lobby delle Armi: che guadagna sempre e comunque… Qualunque sia l’impatto o il vincitore di una guerra.
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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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