Un solido motivo per la guerra dell’Occidente in Ucraina? Il titanio…
I veri interessi occidentali e russi che hanno scatenato i sanguinari combattimenti sui territori dell’Ucraina, non sono per nulla chiari all’opinione pubblica. Come nel caso del titanio…
Mentre il conflitto in Ucraina si conferma una guerra di logoramento e a tempo indefinito, il destino di Kiev e dell’Unione Europea sembra sempre più legato alle decisioni della NATO e degli Stati Uniti.
Nel caso di una vittoria dell’Ucraina, l’idea occidentale è di accogliere il paese tra le braccia della comunità euro-atlantica e su questa ipotesi gli Stati Uniti vorrebbero identificare, sviluppare e utilizzare le vaste risorse ucraine di un metallo chiave cruciale per lo sviluppo della tecnologia militare più avanzata dell’Occidente e che costituirà la spina dorsale della futura deterrenza contro la Russia e Cina. Il metallo di cui parliamo è il titanio.
Se l’Ucraina vince, il titanio è nostro
Il titanio è un metallo leggero ma resistente, molto utilizzato nelle applicazioni militari avanzate come gli aerei da combattimento, gli elicotteri, le navi militari, i carri armati, i missili a lungo raggio e molti altri.
Come ha ben descritto recentemente l’autorevole settimanale americano Newsweek, se l’Ucraina vince, gli Stati Uniti e i suoi alleati saranno in pole position per accaparrarsi il titanio ucraino. Ma se fosse la Russia a mettere le mani sui giacimenti e sugli impianti dell’Ucraina, Putin rafforzerà la sua influenza globale su una risorsa sempre più strategica.
Gli americani hanno classificato il titanio come uno dei 35 beni minerali vitali per la sicurezza economica e nazionale paese. Inoltre, gli Stati Uniti non producono attualmente nemmeno un grammo di spugna di titanio (prodotto intermedio, la base del titanio metallico) poiché l’ultimo produttore nazionale ha chiuso i battenti nel 2020.
L’Ucraina invece è uno dei soli sette paesi che producono spugna di titanio, insieme a Cina e Russia, rivali militari degli Stati Uniti. Secondo lo US Geological Survey (USGS), lo scorso anno la Cina ha prodotto più di 231.000 tonnellate di spugna di titanio, pari al 57% della produzione globale. Seguono il Giappone con il 17% e la Russia con il 13%. L’Ucraina ne produce più di 4.000 tonnellate.
Nessuna sanzione contro il titanio russo
L’importanza del titanio per l’Occidente è testimoniato anche dal fatto che tra le migliaia di sanzioni contro la Russia nessuna ha sfiorato il titanio. D’altronde, sia Europa che Stati Uniti temono fortemente che il Cremlino possa un giorno congelare le esportazioni di questo metallo, mettendo in difficoltà tutte le aziende aerospaziali e della difesa.
Fonti americane anonime citate da Newsweek affermano che il Dipartimento di Stato statunitense sta studiando la fattibilità di utilizzare il titanio dell’Ucraina come alternativa alle fonti cinesi e russe. Inoltre, l’Ucraina ha depositi davvero significativi di terre rare e, come ha dichiarato un membro dello staff del congresso americano “se giochiamo bene le nostre carte, potrebbe effettivamente essere un’alternativa davvero interessante alle fonti russe e cinesi, che è dove attualmente c’è molta dipendenza“.
La guerra per il titanio
Dal punto di vista dell’Ucraina, che spera di attrarre sempre più denaro occidentale oltre a protezione politica, c’è una forte consapevolezza che l’industria del titanio sia un asse portante grazie al quale chiedere quello che vuole. Come dice uno dei consiglieri economici di Zelensky “Oggi abbiamo il titanio e abbiamo il litio, entrambi sono molto richiesti ora e lo saranno ancora di più in futuro. La maggior parte di questi depositi non è nemmeno sfruttata e le opportunità di business in questo settore sono davvero enormi“.
Se qualcuno si domanda quale sia l’interesse dell’Occidente nel sostenere l’Ucraina e nel protrarre la guerra a tempo indefinito, il titanio è uno degli argomenti più solidi per farlo. Mentre l’argomentazione che lo schieramento dell’Occidente a fianco dell’Ucraina sia per difendere i nostri valori democratici sembra abbastanza debole e spendibile soltanto verso un’opinione pubblica poco informata, la guerra per il titanio (e per le altre preziose risorse naturali dell’Ucraina) sembra poggiare su basi più solide e, soprattutto, molto più vicine alla realtà.
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