Gli anni di guerra sono 9 e non 1: un errore rigettare la proposta di pace della Cina
di Matteo Castagna - 26/02/2023
Fonte: Matteo Castagna
All'ultima seduta dell'ONU, il Ministro degli Esteri
ucraino ha chiesto un minuto di silenzio in memoria delle vittime
dell'aggressione russa del suo Paese. A stretto giro, gli ha risposto il
rappresentante permanente all'ONU della Russia, Nebenzya: "vi chiediamo
di onorare la memoria di tutte le vittime in Ucraina, dal 2014 in
avanti!". La memoria corta è, infatti, uno dei principali vizi della
propaganda, che si contrappone, sempre, alla verità storica.
Gli anni di guerra sono 9 e non 1.
Un
anno fa, dopo aver riconosciuto ufficialmente le Repubbliche Popolari
di Donetsk e Lugansk, la Federazione Russa diede il via ad un'
operazione militare speciale per salvaguardare la popolazione del
Donbass, che l'Ucraina attaccava da oltre otto anni e impedire
all'esercito ucraino di costituire una minaccia per la sicurezza della
Russia. Putin chiedeva colloqui con l'Occidente per delineare un piano
di sicurezza europeo, rifiutato ad ottobre e dicembre 2021. Intendeva
proporre di negare la richiesta di Kiev di entrare nella NATO, di
bloccare la richiesta di Kiev di tornare ad avere armi nucleari, di
porre fine al massiccio bombardamento della linea di contatto in
Donbass. All'operazione speciale, l'Occidente rispose con una serie di
misure e dichiarazioni già preparate: condanne, sanzioni, aiuti militari
all'Ucraina.
L'Occidente ha gettato la maschera: ha ammesso di avere
utilizzato, in questi anni, l'Ucraina e il conflitto in corso in
Donbass dal 2014 come un cavallo di Troia in funzione antirussa. Ha
ammesso di aver addestrato i soldati e miliziani ucraini. Ha ammesso di
aver garantito il rispetto (si fa per dire) degli accordi di Minsk solo
per preparare meglio l'Ucraina ad una guerra più grande contro la Russia
che l'Occidente voleva già combattere, quasi nove anni fa. Ha dato il
via alla più grande campagna russofoba dalla Seconda Guerra Mondiale.
Non
serve essere "osservatori speciali" per notare che reali e concreti
tentativi diplomatici, da parte della NATO per porre fine a questo
conflitto non sono neppure all'orizzonte.
I pacifisti nostrani
tacciono e osservano in pantofole i bombardamenti trasmessi nei tg,
esponendo fuori dalle sedi del Pd le bandiere ucraine.
La linea
assolutamente appiattita sugli Stati Uniti e la liason con Zelensky del
premier Giorgia Meloni preoccupano parecchio, sembrano almeno
imprudenti, e politicamente inutili perché l'Italia, in tutto questo
contesto, conta zero. Nella maggioranza, sono poche e marginalizzate le
voci di dissenso. La comunicazione sembra quasi tutta il megafono di
Biden e Von der Leyen, in una propaganda che potrebbe rivelarsi un
boomerang, nel prossimo futuro, sulla pelle dei popoli europei, già col
conto corrente alleggerito dall'inflazione e dall'aumento del costo
della vita.
Incredibilmente, è la Cina comunista, che politici
italiani miopi, nani e ballerine non guardano, colpevolmente, come
attore fondamentale nell'attuale situazione, a proporre un piano di
pace, in 12 punti, che mette al centro il dialogo e i negoziati come
unica via d’uscita dalla crisi. La proposta appare molto equilibrata e
da sviluppare nei contenuti più generici, assieme agli altri Stati.
Particolarmente importante il punto 8: le armi nucleari non devono
essere utilizzate e le guerre nucleari non devono essere combattute. La
minaccia o l’uso di armi nucleari dovrebbe essere contrastata. La
proliferazione nucleare deve essere prevenuta e la crisi nucleare
evitata. il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens
Stoltenberg, in una conferenza stampa a Tallin ha detto che «la Cina non
ha credibilità perché non ha mai condannato l’invasione della Russia e
ha firmato qualche tempo prima dell’invasione russa un accordo per una
partnership senza limiti con Mosca». Gli USA non hanno preso neppure in
considerazione il piano cinese, sottovalutando la più grande
superpotenza economica e nucleare del mondo. Anzi, la CNN informa che
gli USA hanno informazioni per cui la Cina fornirà alla Russia droni e
munizioni.
E', perciò, estremamente difficile, intravvedere,
umanamente, una soluzione pacifica. Occorre prepararsi ad una guerra
dagli esiti incerti. In questi momenti difficili torna in mente la
saggia frase di Fedor Dostoevskji, secondo il quale "il segreto
dell'esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere
per che cosa si vive". Ovvero, quello che la società fluida vorrebbe far
dimenticare.
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