23 Feb 2023
India: Washington vuole abbattere Modi, vicino alla Russia. E anche Soros.
Il sito web del centro di ricerca canadese Global Reaserch ha rivelato che gli Stati Uniti vogliono abbattere l’attuale leader indiano, Narendra Modi, poiché è uno dei partner economici più importanti della Russia.
Sotto
le sanzioni economiche occidentali senza precedenti imposte alla
Russia, a causa della guerra in Ucraina, l’amministrazione Biden e i
funzionari britannici hanno compiuto sforzi ripetitivi per convincere
Modi a unirsi a loro.
Tuttavia il numero uno dell’India ha
rifiutato di aderire alle sanzioni contro il commercio russo, in
particolare quello petrolifero. Sotto la sua guida, l’India è diventata un partner commerciale chiave per la Russia nonostante le sanzioni.
La Russia è ora il più grande fornitore di greggio dell’India, superando l’Iraq e l’Arabia Saudita. A dicembre, l’India ha acquistato 1,2 milioni di barili di greggio dalla Russia ogni giorno, 33 volte di più rispetto all’anno precedente. Ironia della sorte, parte di questo petrolio russo viene raffinato in India e riesportato nell’UE, che ha appena vietato il petrolio russo.
Prima dell’inizio della guerra in Ucraina, l’India acquistava solo l’1% del greggio russo. Questa cifra è salita al 28% a gennaio. Nessun altro Paese ha aumentato così tanto il suo consumo di petrolio russo, nemmeno la Cina, che ha anche aumentato significativamente i suoi acquisti di petrolio russo. Aggiungendo le importazioni di fertilizzanti russi, olio di girasole e altri prodotti, le importazioni dell’India dalla Russia sono aumentate di oltre il 400% in otto mesi fino a novembre, rispetto all’anno scorso.
L’India dà fastidio anche perché fa parte del gruppo di nazioni BRICS che mira, tra l’altro, a detronizzare il dollaro come unica ed esclusiva moneta di scambio economico. È anche un importante acquirente di lunga data di armi e attrezzature per la difesa russa.
Global Research ha decifrato una serie di eventi mirati e con tempismo sospetto che suggeriscono che è in corso un tentativo di destabilizzazione anglo-americana per spodestare Modi nei prossimi mesi. Sapendo che dovrà affrontare un’elezione nazionale nella primavera del 2024 e importanti elezioni regionali quest’anno, che determineranno il suo futuro.
Una campagna è stata condotta nel gennaio 2023 contro il suo principale sostenitore e sponsor, Gautom Adani, da un’oscura società finanziaria di Wall Street, Hindenburg Research. La misteriosa società apparsa nel 2017, che dovrebbe condurre “ricerche finanziarie forensi”, è sospettata di avere legami con l’intelligence americana.
Nello stesso mese, la BBC, di proprietà del governo britannico, ha pubblicato un documentario televisivo in cui accusava Modi di aver avuto un ruolo vent’anni fa nelle rivolte religiose in Gujarat, quando era governatore. Il rapporto della BBC, vietato in India, si basava su informazioni non pubblicate fornite alla BBC dal Foreign Office del Regno Unito.
Sempre secondo Global Research, George
Soros è entrato in scena. Parlando all’annuale Conferenza sulla
sicurezza di Monaco il 17 febbraio, ha detto, cupamente, che i giorni di
Modi erano contati.
Coinvolto in tutte le rivoluzioni colorate dagli
anni ’80, Soros naviga in India sui conflitti settari che di tanto in
tanto scoppiano tra gli indù, a cui appartiene la maggioranza della
popolazione, e i musulmani.
Soros
ha dettagliato la sua accusa contro il leader indiano: “Modi ha stretti
rapporti con società aperte e chiuse. L’India è un membro del Quad (che
comprende anche Australia, Stati Uniti e Giappone), ma acquista molto
petrolio russo con un forte sconto e ci guadagna un sacco di soldi…”
Le
pressioni di Washington si fanno sempre più stringenti sull’India e
allo stesso tempo, nel consueto sistema di Wahington, si iniziano a
sobillare le minoranze nel paese e infiltrare agenti provocatori per
creare disordini e proteste contro il governo. Il medesimo schema
attuato in Iran ed in altri paesi ma che in India non sembra abbia molte
possibilità di successo per le peculiarità di questo paese continente.
Fonti: Global Research – Al Manar
Traduzione e sintesi: Luciano Lago
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