Quando alzi la posta sai che non è a rischio zero
di Vincenzo Costa - 21/02/2023
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Fonte: Vincenzo Costa
Borrell dice che ci sono gesti che distruggono il sistema
di sicurezza internazionale. Credo sia l’unico a pensare che esista
ancora qualcosa di simile. E mi piacerebbe pensare che lo dica per
propaganda, e spero sia così, perché sarebbe tragico se lo credesse
veramente. Avremmo uno sprovveduto, l’uomo sbagliato nel posto
sbagliato.
Spero che sia solo propaganda, e che sappiano dove stiamo
andando, che siano coscienti che si sta creando un fronte enorme: il
resto del mondo contro l’Occidente.
Chi segue l’evoluzione in Africa
sa come le potenze occidentali siamo progressivamente estromesse, che
tipo di legami e relazioni si stanno creando. La Francia è oramai un
relitto del passato.
In Asia oramai è chiaro a tutti che si tratta
di liberarsi dai ricatti occidentali, di seguire una via di
modernizzazione che conti il meno possibile sull’occidente. E in meno di
dieci anni l’arma usata di continuo, le sanzioni, avranno valore zero,
mentre si potrebbero invertire i ruoli. Non mi stupirei se in un futuro
non troppo remoto fosse l’Europa ad essere sanzionata.
Le nuove
forme di cooperazione internazionale hanno il senso di costruire un
mercato con crescenti margini di autonomia dall’Occidente.
In
Messico si nazionalizza il litio, il Brasile fa capire che, quale che
sia il governo in carica, la direzione di politica estera non cambia,
perché gli interessi nazionali restano gli stessi.
La Cina
probabilmente inizierà a mandare armi alla Russia. I cinesi sanno che un
crollo o anche un eccesso di difficoltà per la Russia sarebbe un
pericolo per loro. Da un lato sanno che una volta liquidata la Russia
toccherebbe a loro, e molti negli usa premono per chiudere in un modo
qualsiasi la partita con la Russia per volgersi verso la Cina. Gioco
spuntato. La guerra in Ucraina ha chiarito alle due potenze asiatiche
che insieme stanno e insieme cadono, almeno nel periodo dei prossimi
decenni. Ma al di là di questo, una destabilizzazione asiatica come
quella che vi sarebbe in caso di disgregazione della Federazione Russa
sarebbe mortale per la Cina.
Del resto, la disgregazione della
Federazione Russa resta una pia illusione. Le sanzioni avrebbero dovuto
fare crollare l’economia russa, avrebbero dovuto ridurre nel giro di
settimane o mesi la sua capacità bellica, i più scemi credevano vi
sarebbe stato un golpe filoccidentale e che Putin sarebbe stato
estromesso. Tutte scemenze, farneticazioni.
La realtà sta davanti a
tutti. Sul lungo periodo favoriscono sviluppo interno e produzione
nazionale, mentre il nostro PIL e i nostri risparmi ci salutano.
Il
problema vero è che la classe dirigente occidentale è stata tirata su a
valori astratti e diritti universali, con l’idea che il mercato è il
telos della storia. Una classe dirigente e diplomatica incapace di
comprendere le dinamiche storiche, i vincoli, i processi irreversibili,
che crede ancora di essere negli anni ‘90, quando l’Occidente credeva di
avere in mano le chiavi della storia e di poter essere il gendarme del
pianeta.
Questi ancora hanno in mente le castronerie di rawls sulle
società liberali, quelle decenti e gli Stati fuorilegge. Scemenze che
potevano avere un senso nel 1993 o 1999, ma che oggi sono foriere del
disastro. Impediscono di leggere la storia, di capire ciò che accade.
Il mondo sta andando in un’altra direzione.
La
questione aperta è come si arriverà a un nuovo sistema di sicurezza
europeo e mondiale. Ci si può arrivare per la via del negoziato, che
richiede una nuova concettualita, una diplomazia educata a comprendere
il punto di vista degli altri, i movimenti storici, le costrizioni
geopolitiche invece di rifarsi a schemi che il tempo ha usurato in
breve. Oppure ci si arriverà con una tragedia immane.
Perché nessuno
può più perdere, e il rischio è che la posta si alzi sempre un po’. E
per dirla con Stoltenberg: quando alzi la posta sai che non è a rischio
zero.
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