Ribellione contro le mascherine. Denunce e cause per risarcimenti, cosa sta succedendo
Roberto Speranza continua imperterrito la sua battaglia per le mascherine, contro ogni evidenza scientifica e contro ogni logica interpretazione dei dati, e dopo aver speso finora oltre 9 miliardi solo per questo dispositivo di protezione, continua a tenere gli studenti di tutta Italia con la museruola, non concedendo loro nemmeno la libertà – in accordo con il ministro Bianchi – di poter svolgere a viso scoperto. Parlando all’ambasciata di Francia, nella giornata del 31 maggio, Speranza ha auspicato “che ci possa essere un nuovo vaccino adattato alle varianti in autunno”. Intanto la vicenda delle mascherine, dai contorni obiettivamente vessatori, ha conosciuto ieri un’altra pagina surreale.
La racconta La Verità: “Uno spiacevolissimo episodio si è verificato in Abruzzo, a Pescara, dove un bimbo di quarta elementare (nove anni) si è tolto la mascherina e non l’ha rimessa. Risultato? Convocazione dei genitori per portar via il ragazzino. A dare questa versione è stato Nico Liberati, del comitato No green pass Abruzzo, secondo il quale un episodio analogo sarebbe già avvenuto il giorno precedente. Ecco la sua ricostruzione: «Il genitore è stato costretto ad andare a riprendere il bambino, visibilmente sconvolto. Questo episodio, come l’uso stesso delle mascherine negli istituti scolastici e con questo caldo, ci sconcerta. Per quanto ci riguarda, ce ne occuperemo con la massima determinazione, ci auguriamo peraltro che le modalità dell’allontanamento non siano state traumatiche anche per gli altri bambini costretti ad assistere tanta inopinata insensibilità»”.
Liberati ha inviato una Pec all’istituto, sottolineando che “sono
stati allontanati coattivamente dei bambini durante lo svolgimento della
attività scolastiche nel periodo dell’obbligo”, diffidando “il
responsabile, nella persona del dirigente scolastico, ad adottare il
principio di precauzione”, e chiedendo una verifica dei due episodi per
capire “se le procedure di allontanamento coatto dall’istituto siano
conformi alla normativa ed alle procedure vigenti”. Ma, doverose
verifiche a parte, resta un’osservazione di elementare buon senso: “È
ragionevole colpevolizzare platealmente un bimbo di nove anni per questo
motivo? Sta di fatto che in giro per l’Italia la protesta cresce”.
A Bologna (lo riferisce l’edizione locale di Repubblica), presso la scuola elementare San Domenico Savio del quartiere Savena, 38 famiglie hanno assunto iniziative legali contro l’imposizione della mascherina perfino in cortile durante la ricreazione: “I nostri figli devono tenere le mascherine anche mentre corrono e giocano per la ricreazione, in uno spiazzo di cemento, con 30 gradi”. Altra tensione pure in provincia di Sondrio. E, ricorda infine La Verità, che il tema dell’obbligo di mascherina a scuola è stato anche oggetto di un ricorso del Codacons al Tar del Lazio, basato sulla “manifesta sproporzione del provvedimento e l’illegittima disparità di trattamento tra luoghi pubblici”.
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