25 Giu 2022
Pupazzo sistemico
Fonte: ControInformazione
https://www.controinformazione.info/pupazzo-sistemico/di Andrea Zhok
La
figura di Joe Biden è una figura tragica, che esprime perfettamente
l’intima crudeltà e l’impietoso cinismo della politica liberale.
Le
situazioni imbarazzanti e tragicomiche in cui nonno Biden è coinvolto
con cadenza quotidiana, in mondovisione, travalicano il concetto di
“gaffe”.
Si tratta di impudiche esibizioni di un anziano,
gravemente senescente, con una manifesta condizione di avanzato
deperimento mentale, qualcosa che meriterebbe solo la pietà dei suoi
cari; nonno Biden meriterebbe di trascorrere i suoi ultimi anni in
compagnia dei cani da compagnia o magari dei nipotini, che, se
sufficientemente piccoli, potrebbero trovarsi perfettamente a loro agio.
Invece
no, ce lo troviamo quotidianamente spiaggiato in un’atroce esibizione
di sfaldamento, che ci rammenta mestamente l’inesorabile trascolorare
del tempo e di ogni gloria mondana.
In un’epoca che mostra sempre più apertamente l’essenza del liberalismo reale, Biden
è l’epitome del modo in cui il liberalismo considera la politica: una
manipolazione di fantocci i cui fili sono tessuti e tenuti fuori scena
dagli interessi del capitale.
Già, perché il fatto che Biden
fosse un pupazzo era chiaro come il sole da ben prima delle elezioni a
chiunque avesse gli occhi per vedere e il sistema nervoso centrale
cablato.
Lo sapevano tutti.
(No, ok, i piddini no, tutti gli altri).
Ma
in un sistema liberale questo è un problema del tutto trascurabile,
perché il politico idealmente è semplicemente un prestanome,
eventualmente con doti attoriali (da Reagan a Zelensky esiste anche una
brillante tradizione di trasferimenti diretti dallo schermo alla scena
politica).
E così, anche questa volta nessuno ha perduto neanche un
secondo a considerare quali capacità dovesse avere Biden per recitare la
parte de
“L’UOMO PIU’ POTENTE DEL MONDO”,
“IL COMANDANTE IN CAPO” dell’impero americano.
Non
ci hanno pensato perché questo per il liberale è semplicemente l’ultimo
dei problemi, visto che il politico è solo l’ultima rotella di una
catena di trasmissione dell’interesse del capitale alla propria
moltiplicazione.
Anzi, se qualcuno dovesse avere delle idee
proprie, questo potrebbe rappresentare un problema: si potrebbe creare
un attrito nel passaggio dei contenuti dalla sorgente al ricevitore. Il ruolo del politico liberale è idealmente quello di megafono stipendiato dei desiderata di chi paga il conto delle elezioni.
Il
nocciolo della politica liberale sta infatti nel trovare i
finanziamenti, canalizzarli, e garantire che chi paga veda tutelato il
proprio investimento. Il resto, elezioni, discussioni, ecc. è vissuto
con fastidio, come superfluo folclore.
Ed è precisamente
questa cosa che, altri stipendiati dagli stessi datori di lavoro,
chiamano sui giornali “liberaldemocrazie occidentali”.
I cui valori eterni siamo tutti chiamati a difendere costi quel che costi.
Fonte: Andrea Zhok
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