Vera, ecco l’ultimo software del Fisco per rompere le balle ai contribuenti
Costretti a vivere dentro questa distopia farmacologico-sanitaria, ci siamo quasi dimenticati – non certo noi – del fatto che l’Italia moribonda è di fatto un inferno fiscale, un paese in cui i parassiti superano abbondantemente i produttori di ricchezza, dove si paga finanche l’80% di tasse, ma in cui con la patetica scusa dell’evasione fiscale il regime diventa, ogni giorno che passa, più occhiuto, tra obbligo di Pos e divieto dell’uso del contante.
Una decina d’anni fa, grazie a quel poco di buono che era Befera, entrò in vigore «Ser.p.i.co.», acronimo sdolcinato di Servizi per i contribuenti; in vero un software che ha accesso agli archivi informatici della Sogei, la società che si occupa dei servizi informatici dello Stato e che garantisce al Fisco di monitorare in qualsiasi momento tutte le banche dati collegate online con enti pubblici tipo catasto, demanio, motorizzazione, Inps, Inail, dogane, registri, rilevando senza bisogno di alcuna previa autorizzazione auto, case, terreni, beni di lusso e quant’altro sia intestato ad un contribuente italiano. I dati, ovviamente “pro domo loro”, vengono poi incrociati con quelli contenuti nelle dichiarazioni dei redditi per valutarne la congruenza. Ioltre Serpico – che ci ricorda un detective americano – scova anche nelle utenze di luce, gas e acqua e mette in risalto qualsiasi spesa sospetta.
Iniziava così l’era dell’A.I., l’intelligenza artificiale, che doveva sopperire alla deficienza, ed alla inefficienza statale. Da Serpico in poi, è stato un crescendo di norme e burocrazia gabellatoria, ostacoli su ostacoli per chi fa impresa.
Nell’anno di disgrazia 2022, con la recente circolare n.21/e, il “governo dei migliori” – quello retto da un vile affarista, per dirla con le parole di Cossiga – ha annunciato la discesa in campo di un nuovo software anti-evasori che avrà il compito di esaminare attentamente tutte le informazioni finanziarie che confluiranno nel sistema, allo scopo di scovare – e ti pareva – furbetti o presunti tali.
Si chiama “Vera“, acronimo per Verifica dei rapporti finanziari, e con il suo lavoro consentirà di ottenere delle liste molto selettive finalizzate all’attività di controllo, effettuare analisi di rischio sui contribuenti ed individuare possibili evasori.
Oggigiorno, il Grande fratello informatico fiscale, per farla breve, monitora 24 ore su 24 conti correnti, titoli bancari e tutte le operazioni sopra i duemila euro. Così tra un Serpico e una Vera, passando per la Volontary disclousure di ‘sta cippa (che di volontario ha solo il profumo della minaccia), conti bancari, scambi obbligatori di informazioni bancarie, spese e spesucce varie sono sotto controllo.
Questi marchingegni informatici, frutto di menti cervellotiche e criminali, sono come le telecamere installate dal regime cinese, rappresentano l’essenza della fine della libertà, perché ricordatevi bene che “non esiste libertà politica senza libertà economica”.
Ma tanto… cosa lo scrivo a fare?
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