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La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Prima hanno favorito Big Pharma con la psicopandemia ora arricchiscono l'industria bellica con la guerra in Ucraina provocata dalla NATO per il tramite dei neonazisti ucraini

 NATO - News: Secretary General: NATO Allies stand united with the UK,  19-Mar.-2018


LOBBY ARMI – 6. ECHI DI TERZA GUERRA MONDIALE. Regno Unito, NATO, Usa e Zelensky minacciano Russia e Cina

https://www.gospanews.net/2022/06/20/lobby-armi-6-echi-di-terza-guerra-mondiale-regno-unito-nato-usa-e-zelensky-minacciano-russia-e-cina/


2 – LE MINACCE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE ALLA CINA
3 – IL RITORNO DELLA GUERRA IN EUROPA
4 – STRATEGIE E AFFARI DELLA BRITANNICA BAE SYSTEMS
5 – LO SCANDALO TRA JOHNSON E BAE SYSTEMS
6 – LA RAYTHEON DI AUSTIN PER I RAZZI JAVELIN
7 – IL BUSINESS DELLE ARMI AMERICANE
8 – INCUBI NUCLEARI E DI FAME VOLUTI DALLA NATO
9 – IL PERICOLOSISSIMO BRACCIO DI FERRO NEL MAR BALTICO
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

«È necessario prepararsi a “combattere contro la Russia” per quella che potrebbe essere la Terza guerra mondiale. Lo ha affermato il generale britannico, Patrick Sanders, nel suo primo discorso da quando nel mese corrente ha assunto l’incarico di capo di Stato maggiore dell’esercito del Regno Unito. “Siamo la generazione che deve preparare l’esercito a combattere ancora una volta in Europa” poiché l’invasione russa dell’Ucraina mina la stabilità globale».

Questa frase assume una notevole rilevanza sia per l’autore delle dichiarazioni sia per il portale d’informazione che l’ha riportata.

Un generale del Regno Unito, infatti, è giunto ad annunciare quanto più volte declamato dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky su “una nuova guerra mondiale” per spaventare il presidente russo Vladimir Putin.

L’alto ufficiale britannico ha in realtà parlato solo di “guerra in Europa” mentre Nova News ha aggiunto le parole “guerra mondiale”. Ciò potrebbe apparire come una forzatura giornalistica se non fosse che questo quotidiano online è sponsorizzato dall’industria italiana delle armi Leonardo ed è nato in piena emergenza Covid-19 per un accordo tra l’Agenzia Nova, da sempre vicina a questioni di intelligence militare, e il Governo Italiano, sulla scia di una collaborazione già in essere con il Ministero degli Esteri.

La copertina di Nova News sponsorizzata dall’industria bellica italiana Leonardo – link a fondo pagina

La nota ufficiale inviata dal generale Sanders alle truppe è però trapelata dopo un analogo avvertimento lanciato dal primo ministro britannico Boris Johnson, durante la sua visita improvvisa a Kiev, e dopo le parole minacciose lanciate dal presidente Zelensky alla Cina su Taiwan che hanno dato ulteriore visibilità a quelle pronunciate dal Segretario della Difesa Usa Lloyd Austin su una preoccupazione globale.

Johnson ha affermato che attraverso un fermo sostegno a lungo termine all’Ucraina, “noi e i nostri alleati proteggeremo la nostra sicurezza tanto quanto quella dell’Ucraina e salvaguarderemo il mondo dai sogni letali di Putin e di coloro che potrebbero cercare di copiarli”.

“La guerra in Ucraina potrebbe durare per anni”. Ha invece dichiarato il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg in un’intervista pubblicata domenica 19 giugno dal quotidiano tedesco Bild.

1 – INTELLIGENCE MILITARE & LOBBY DELLE ARMI

Ciò che rende credibili e allarmanti questi echi su un’imminente Terza Guerra Mondiale non è solo il rovente contesto geopolitico ma l’intrigo internazionale che ruota intorno alla Lobby delle Armi e all’intelligence militare proprio come il golpe sanguinario ordito da USA, Regno Unito e altri paesi NATO in Ucraina nel 2014 per destituire il presidente filo-russo Viktor Yanukovych e il successivo piano CEPA di militarizzazione dei confini dell’Europa dell’Est con la Russia elaborato da un think-tank di Washington insieme ai vertici militari dell’Alleanza Atlantica e dell’UE.

Come evidenziato in una precedente inchiesta di Gospa News, la Rivoluzione Colorata di Kiev lanciata una prima volta da George Soros nel 2004 fece riferimento non solo all’ong Canvas, nata da attivisti di Belgrado finanziati dal controspionaggio americano della CIA, ma anche da corsi di formazione su strategie di geopolitica e intelligence fornite da un funzionario MI6 del controspionaggio britannico.

La candidata democratica alle presidenziali americane Tulsi Gabbard fu tra i pochi politici onesti al mondo ad ammettere che la guerra in Ucraina è stata voluta dalle corporations dell’industria della difesa che ne hanno subito tratto vantaggi allettanti al punto da indurre almeno 20 membri del Congresso Usa ad investire su tali multinazionali dopo l’approvazione dei piani di aiuto americani per l’invio di armi in Ucraina.

In rapida sintesi evidenziamo che il premier Boris Johnson finì nell’occhio del ciclone per aver scelto come consigliere un consulente della BAE Systems, la più importante multinazionale britannica degli armamenti che è fornitore del Pentagono ma anche partner dell’italiana Leonardo, per la quale il generale Sanders è stato relatore in un convegno sulla sicurezza.

La scelta dell’ex generale Lloyd Austin quale Segretario americano della Difesa, voluta dal presidente Joseph Biden, fu criticata per il precedente incarico di Austin quale consulente di Raytheon che, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, ha dovuto fare un accordo da 309milioni di dollari per coprire il fabbisogno dei razzi Javelin, già idolatrati come “Saint Javelin” dai combattenti di Kiev.

Il primo ministro britannico Boris Johnson con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante la sua recente visita

Stoltenberg a settembre lascerà il suo incarico di segretario Nato per diventare presidente della Norges Bank, uno dei gruppi bancari europei che ha specula sul mercato delle armi persino sulle bombe fornite all’Arabia Saudita per tremendo conflitto nello Yemen, nonostante l’embargo ONU all’importazione di materiale bellico, grazie ad un accordo internazionale tra Raytheon, la tedesca Rheinmetall e la sua filiale italiana RWN.

Ma Stoltenberg è stato anche direttore della Gavi Alliance finanziata da Bill Gates che tramite Microsoft Corporation ha ottenuto appalti sull’intelligenza artificiale in campo militare sia da Leonardo che dal Pentagono, insieme ad Amazon Web Services di Jeff Bezos, proprietario del Washington Post che ha rilanciato in modo persino sguaiato le minacce di Zelensky alla Cina. Vediamo ogni aspetto nei dettagli cominciando da qui.

2 – LE MINACCE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE ALLA CINA

«Se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non viene pagato per fomentare la guerra tra Occidente e Cina, dovrebbe esserlo. L’onnipresente tesoro dei media ha dichiarato sabato che la “comunità internazionale” deve aiutare Taiwan a resistere all'”aggressione” cinese ora, prima che Pechino attacchi la povera piccola isola pesantemente armata» ha scritto su Russia Today la giornalista e opinionista politica americana Helen Buyniski.

«Il suo apparente appello a un’azione preventiva contro la Cina è stato accolto nientemeno che dal Washington Post, riconoscendo che i commenti rischiavano di “sconvolgere il delicato equilibrio dell’Ucraina con la Cina”. Tuttavia, Zelensky, percepito come un eroe in Occidente, ha insistito sul fatto che “gli aggressori devono essere affrontati ovunque emergano”. Non importa che gli Stati Uniti, il principale sostenitore dello sforzo militare ucraino, siano stati a lungo il più grande e audace aggressore del pianeta: i sostenitori di Zelensky sanno di non prendere sul personale tale retorica».

Il presidente ucraino Zelensky protagonista sul Washington Post in relazione alla crisi di Taiwan – link a fondo pagina

«Non che questa ignoranza importi ai ranghi dei droni del World Economic Forum che diligentemente annuiscono davanti ai grandi schermi mentre il loro caro caro parla duro con Putin e chiede di sborsare somme di denaro sempre maggiori per alimentare la guerra per procura Kiev sta guidando così disinteressatamente per loro».

«Sarebbe una pessima forma sottolineare che l’uomo non ha la più pallida idea di cosa si tratti di questioni geopolitiche, e per giunta ipocrita, dato che molti di loro – tra cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden capo tra loro – sono meglio compresi come burattini che sarebbero resi inerti senza la forza motrice delle decine di lobbisti di think tank, banchieri e lobbisti militari-industriali che fanno politica dietro le quinte» sentenzia la giornalista di RT.

«Le doti recitative di Zelensky gli sono servite bene in questi ultimi mesi – aggiunge ancora Buyniski – Ha convinto gli stati dell’UE, ad esempio, ad aprire i loro cuori e portafogli per lo sforzo bellico al punto da adottare sanzioni rovinose e auto-sabotanti che non possono permettersi».

«Ma c’è differenza tra ingannare altri stati europei facendoli morire di fame il grano e il carburante per il prossimo inverno e minacciare le ambizioni territoriali della Cina. Pechino ha più volte chiarito che non tollererà interferenze nella questione taiwanese da parte degli Stati Uniti, tanto meno da parte di artisti del calibro di Zelensky».

La sensibilità di Pechino sulla questione di Taiwan è stata pienamente mostrata alla conferenza, dove venerdì il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha incontrato il ministro della Difesa nazionale cinese, il generale Wei Fenghe, riporta invece il Washington Post nell’articolo dove raccoglie l’appello di Zelensky

Secondo un funzionario statunitense, Austin ha affrontato Wei sulla crescente intimidazione della Cina nei confronti di Taiwan, che minaccia di sconvolgere uno status quo di lunga data ma fragile, e ha respinto la tesi della Cina secondo cui lo Stretto di Taiwan è interamente di proprietà della Cina.

“Abbiamo assistito a un costante aumento dell’attività militare provocatoria e destabilizzante vicino a Taiwan. E questo include aerei del PLA [Esercito popolare di liberazione] che hanno volato vicino a Taiwan in numero record negli ultimi mesi – e su base quasi giornaliera”, ha detto Austin in un discorso sabato. “Mantenere la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan non è solo un interesse degli Stati Uniti. È una questione di interesse internazionale”.

3 – IL RITORNO DELLA GUERRA IN EUROPA

“Siamo entrati in una nuova era di insicurezza” ha affermato Sanders, sostenendo di essere “il primo capo di stato maggiore dal 1941 a prendere il comando dell’esercito all’ombra di una guerra in Europa che coinvolge una potenza continentale”.

Secondo il generale britannico, “la persistente minaccia dalla Russia mostra che siamo entrati in una nuova era di insicurezza” ed “è mio unico dovere rendere il nostro esercito il più letale ed efficace possibile. Il momento è adesso e l’opportunità è da cogliere”.

Il generale Patrick Sanders, Capo di Stato Maggiore della Difesa del Regno Unito

“Ora c’è un imperativo che è quello di forgiare un esercito in grado di combattere al fianco dei nostri alleati e sconfiggere la Russia in battaglia”, ha proseguito il generale, secondo cui “l’invasione russa dell’Ucraina sottolinea il nostro scopo principale: proteggere il Regno Unito essendo pronti a combattere e vincere le guerre sul terreno”.

Il generale Sir Patrick ha anche definito il suo obiettivo di “accelerare la mobilitazione e la modernizzazione dell’esercito per rafforzare la Nato e negare alla Russia la possibilità di occupare un’altra parte dell’Europa… siamo la generazione che deve preparare l’esercito a combattere ancora una volta in Europa”.

Il podcast Cityforum con il generale Sanders sponsorizzato dalla BAE Systems – link a fondo pagina

Proprio grazie a questi orientamenti nel comando strategico Patrick Sanders, 56 anni, già alla guida diverse operazioni militari NATO in Irlanda del Nord, Kosovo, Iraq e Afghanistan, è stato scelto dal primo ministro Boris Johnsono quale capo di Stato Maggiore. Probabilmente anche per la comune vicinanza all’industria bellica nazionale BAE Systems.

Il 2 febbraio 2021, infatti, fu pubblicato il podcast conclusivo della serie Intelligent Defense e Smart Power di Cityforum per il 2020 dal titolo “Strategia, operazioni e leadership: progettare ed equipaggiare le forze armate britanniche per un ambiente di sicurezza internazionale incerto”.

All’interno di esso ci fu Una discussione tra il generale Sir Patrick Sanders, comandante del Strategic Comand del Regno Unito, e il professor Paul Cornish, capo stratega del Cityforum, con un commento di Julian Cracknell, amministratore delegato di BAE Systems Applied Intelligence.

4 – STRATEGIE E AFFARI DELLA BRITANNICA BAE SYSTEMS

Un mese dopo, il 22 marzo, la multinazionale britannica, controllata dalla Barclays a sua volta partecipata dal fondo sovrano del Qatar in un’alleanza tra massoneria inglese e Fratelli Musulmani, diffonde un comunicato gaudioso…

«Il Ministero della Difesa del Regno Unito ha pubblicato oggi il Defence Command Paper (DCP) che delinea l’impegno del governo a modernizzare le forze armate per soddisfare gli obiettivi della recente revisione integrata della difesa, della sicurezza e della politica estera».

Il DCP ribadisce l’impegno nei confronti di una serie di capacità in cui BAE Systems svolge un ruolo di primo piano, tra cui:

  • Quattro nuovi sottomarini di classe Dreadnought per fornire il deterrente nucleare del Regno Unito
  • Otto fregate da guerra antisommergibile di tipo 26
  • Il sistema aereo da combattimento Tempest Future
  • Sviluppo continuo della capacità di Typhoon

Lavoreremo con il Ministero della Difesa per comprendere meglio le future capacità marittime dettagliate nel DCP, tra cui la prossima generazione di sottomarini nucleari, il tipo 83, la nave Future Solid Support (FSS), la nave multiruolo per la sorveglianza oceanica (MROSS) nonché capacità nei domini cyber e spaziale.

«Accogliamo con favore la chiarezza che la visione del Ministero della Difesa di una forza integrata e modernizzata fornisce all’industria e i maggiori finanziamenti che daranno al nostro settore la fiducia per investire nelle tecnologie all’avanguardia che sosterranno migliaia di posti di lavoro altamente qualificati in tutto il paese» commentò Carlo Woodburn, Amministratore delegato di BAE.

Il primo ministro britannico Boris Honson in visita alla BAE Systems

Il giorno successivo «Il primo ministro Boris Johnson è stato nel Lancashire, dove ha delineato i piani futuri per l’esercito durante una visita a un produttore di armamenti.

Durante la visita alla struttura di BAE Systems a Preston, Johnson ha affermato che la revisione delle forze armate le renderà “più preziose” per gli alleati del Regno Unito. Ha detto: “Quello che stiamo facendo è dare loro il kit ora che dovranno rendersi ancora più utili, ancora di più, temo, letale ed efficace in tutto il mondo”.

5 – LO SCANDALO TRA JOHNSON E BAE SYSTEMS

«I parlamentari dell’opposizione hanno sollevato preoccupazioni sui conflitti di interesse tra i ruoli commerciali “inappropriati” di Geidt e il suo nuovo lavoro come consulente etico di Johnson» riportava nel mese di aprile il sito britannico OpenDemocracy.

«La BAE è stata ripetutamente criticata per aver venduto armi all’Arabia Saudita e recentemente è stata accusata di aver partecipato a crimini di guerra in Yemen» aggiungeva.

È anche un importante appaltatore del governo, avendo vinto miliardi di sterline in accordi dai dipartimenti ministeriali da quando Boris Johnson è diventato primo ministro. Includono una serie di contratti Test and Trace del Dipartimento della Salute, per un valore di oltre 7,9 milioni di sterline.

I registri prodotti da Transparency International mostrano anche che BAE Systems ha avuto più accesso ai ministri del governo rispetto a qualsiasi altra azienda negli ultimi dieci anni, con almeno 209 riunioni dal 2012. Quest’anno ha anche impiegato due società di lobbying private, tra cui Finsbury Group – un’agenzia fondata dal fratello dell’ex ministro dell’Interno conservatore, Amber Rudd.

La deputata laburista Margaret Hodge, l’ex presidente della commissione per i conti pubblici, ha dichiarato: “Non è appropriato che il consulente per l’etica, Lord Geidt, abbia interessi commerciali che potrebbero entrare in conflitto con il ruolo. Soprattutto quando questi interessi riguardano una società che riceve importanti appalti pubblici e milioni di soldi dei contribuenti”.

«BAE Systems ha venduto armi e servizi per un valore di 15 miliardi di sterline alle forze armate dell’Arabia Saudita durante la campagna di bombardamenti del paese 2015-2020 in Yemen. Nel 2019 è stato accusato di essere complice di crimini di guerra, dopo che scuole, ospedali e civili sono stati colpiti» scrive ancora Open Democracy.

Un tribunale ha stabilito che le vendite del Regno Unito al regime repressivo erano illegali, affermando che il governo non aveva fatto alcun tentativo di valutare “se la coalizione guidata dai sauditi avesse commesso violazioni del diritto internazionale umanitario in passato, durante il conflitto nello Yemen”.

La compagnia di armi ha accettato di pagare 300 milioni di sterline di sanzioni nel 2010, a seguito di indagini sulla corruzione di lunga data. Ha ammesso di aver falsificato i conti e di aver rilasciato dichiarazioni fuorvianti in relazione ad accuse di corruzione.

Un certo numero di ex funzionari e alti funzionari pubblici hanno assunto incarichi presso il sistema BAE dopo aver lasciato l’incarico.

6 – LA RAYTHEON DI AUSTIN PER I RAZZI JAVELIN

Il Pentagono ha assegnato a una joint venture Lockheed Martin-Raytheon 309 milioni di dollari in contratti per il programma Javelin, finanziando un totale di 1.300 missili anticarro che riempiranno le scorte statunitensi che sono state fornite all’esercito ucraino, hanno annunciato le società nel mese di maggio come riportato da Breaking Defense.

Ciò è avvenuto sebbene il Segretario americano della Difesa Lloyd Austin sia stato consulente della stessa Raytheon, che ha sponsorizzato il piano CEPA di militarizzazione dell’Europa dell’Est contro la Russia.

Oltre ai sistemi Javelin destinati a sostituire quelli inviati in Ucraina, i due contratti – un affare da 238 milioni di dollari annunciato il 6 maggio e un premio da 71 milioni di dollari dal 12 maggio – includono anche ordini per clienti internazionali tra cui Norvegia, Albania, Lettonia e Thailandia, lo ha affermato la joint venture Lockheed-Raytheon in una nota.

«Gli Stati Uniti hanno fornito più di 5.500 sistemi anti-corazza Javelin montati sulle spalle dall’inizio dell’amministrazione Biden, con la maggior parte delle consegne avvenute dopo che le forze russe hanno invaso l’Ucraina il 24 febbraio» scrive Breaking Defense.

I legislatori hanno esercitato pressioni sui leader del Pentagono per garantire che possa recuperare le armi che ha fornito all’Ucraina, in particolare le sue scorte di Javelins e i sistemi antiaerei portatili Stinger di Raytheon. Il 6 maggio, il capo dell’acquisizione del Pentagono Bill LaPlante ha detto ai giornalisti che un contratto Javelin era “imminente”, con un premio Stinger previsto entro la fine di maggio.

Il CEO di Lockheed Jim Taiclet ha dichiarato a CBS News all’inizio di questo mese che Lockheed spera di aumentare la produzione di Javelin da 2.100 a 4.000 unità all’anno. Tuttavia, l’annuncio del contratto conteneva pochi dettagli sul fatto che i fondi di questi premi daranno alla Lockheed i soldi necessari per iniziare ad espandere i suoi impianti di produzione e acquistare materiale aggiuntivo dai fornitori.

“Rimaniamo impegnati a fornire questo eccezionale sistema d’arma ai combattenti di tutto il mondo”, ha affermato Marek Wolert, presidente della Javelin Joint Venture e direttore del programma presso Raytheon Missiles & Defense. “Raytheon sta lavorando in modo proattivo con la nostra catena di approvvigionamento per garantire la nostra prontezza e capacità di supportare questo bisogno urgente”.

7 – IL BUSINESS DELLE ARMI AMERICANE

Quando la Russia ha lanciato la sua invasione dell’Ucraina alla fine di febbraio, i prezzi delle azioni di molti dei più grandi produttori di armi del mondo sono aumentati.

«Mentre i primi carri armati russi attraversavano il confine, gli investitori si riversavano su società, tra cui Raytheon, Northrop Grumman, Thales, Lockheed Martin e General Dynamics. Tuttavia, la domanda creata dalla guerra deve ancora tradursi in grandi aumenti di entrate per i principali appaltatori della difesa» ha evidenziato in un inchiesta ABC.

I prezzi delle azioni di molti dei più grandi produttori di armi del mondo sono aumentati alla fine di febbraio dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. (ABC News: Markus Mannheim/New York Stock Exchange/Euronext Paris)

Miliardi di dollari di hardware militare sono già stati spediti in Ucraina da tutto il mondo, inclusa l’Australia. Gli Stati Uniti, da soli, hanno fornito più di 3 miliardi di dollari (4,1 miliardi di dollari) in aiuti militari e il presidente Joe Biden ha chiesto e ottenuto dal Congresso circa 20 miliardi di dollari in più per durare fino a settembre.

Il contributo dell’Australian Defence Force finora ha incluso sei obici trainati M777 e 20 veicoli corazzati a quattro ruote motrici Bushmaster, esche tattiche, sistemi aerei e di terra senza equipaggio, razioni e forniture mediche.

Un combattente ucraino con un missile Javelin di fabbricazione americana

Altre armi consegnate o in arrivo includono carri armati, sistemi di difesa aerea, obici, missili guidati anticarro e antiaerei, elicotteri, Humvee corazzati e veicoli per il trasporto di personale, droni, armi leggere, mine antiuomo Claymore detonate dal comando e altro ancora.

La cosa più famosa è che l’Ucraina ha ricevuto, e secondo quanto riferito, ha fatto un uso efficace di grandi carichi di missili anticarro Javelin ad alta tecnologia, autoguidati e lanciati a spalla.

I Javelin sono ricercati per i loro sofisticati sistemi di localizzazione, che consentono agli utenti di mettersi al riparo subito dopo aver sparato, e per la loro capacità di colpire i bersagli dall’alto.

Dall’inizio di febbraio, gli Stati Uniti si sono impegnati a fornire all’Ucraina 5.500 sistemi Javelin, prodotti dagli appaltatori della difesa statunitensi Raytheon e Lockheed Martin e del valore di circa 178.000 dollari ciascuno.

“Saint Javelin” è diventato un meme in Ucraina e, durante un tour della fabbrica della Lockheed Martin, il signor Biden ha detto che i genitori ucraini chiamavano i loro figli “Javelin” o “Javelina” a causa del successo delle armi.

8 – INCUBI NUCLEARI E DI FAME VOLUTI DALLA NATO

“Dobbiamo essere preparati che duri anni” ha detto della guerra in Ucraina il segretario NATO Jens Stoltenberg, suggerendo di “non indebolire il sostegno all’Ucraina, anche se i costi sono elevati, non solo in termini di supporto militare, ma anche a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari”.

Secondo Stoltenberg, “i costi di cibo e carburante non sono nulla rispetto a quelli pagati quotidianamente dagli ucraini in prima linea. Inoltre, se il presidente russo Vladimir Putin dovesse raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina, come quando ha annesso la Crimea nel 2014, “dovremmo pagare un prezzo ancora maggiore”, ha avvertito, omettendo di spiegare che la Norge Bank, di cui diventerà presidente a settembre, farà grandi affari sulle corporations delle armi di cui è azionista.

La Nato deve essere pronta a impiegare le armi nucleari, in caso di attacco atomico da parte della Russia. È quanto affermato dal capo di Stato maggiore dell’aeronautica tedesca (Luftwaffe), il generale di squadra aerea Ingo Gerhartz, come riferisce il quotidiano “Bild”.

In particolare, Gerhartz ha dichiarato: “Per una deterrenza credibile, abbiamo bisogno sia dei mezzi sia della volontà politica di attivare la deterrenza nucleare se necessario”. Va rammentato che due anni fa il Cremlino ha approvato un decreto che consente alle Forze Armate l’uso del nucleare anche in caso di attacco con armi convenzionali sul territorio russo.

Nel rivolgersi al presidente russo Vladimir Putin, il capo di Stato maggiore della Luftwaffe ha avvertito il titolare del Cremlino di “non scherzare” con la Nato. Entro il 2030, ha sottolineato Gerhartz, l’Alleanza atlantica avrà infatti “oltre 600 caccia moderni nella regione del Mar Baltico, poi ci sono gli aerei degli Stati Uniti”.

9 – IL PERICOLOSISSIMO BRACCIO DI FERRO NEL MAR BALTICO

Proprio il Mar Baltico sta diventando sempre più a rischio per il braccio di ferro tra Mosca e Vilnius. La Russia lunedì (20 giugno) ha chiesto alla Lituania di revocare immediatamente il divieto di transito di alcune merci all’exclave russa di Kaliningrad.

Il ministero degli Esteri russo ha convocato il principale inviato della Lituania a Mosca per protestare mentre il Cremlino ha affermato che la situazione era oltre la gravità.

“La situazione è più che seria”, ha detto ai giornalisti il ​​portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Questa decisione è davvero senza precedenti. È una violazione di tutto”.

L’exclave russa di Kaliningrad

Il ministero degli Esteri russo ha chiesto a Vilnius di invertire immediatamente quella che aveva definito una mossa “apertamente ostile”.

“Se il transito delle merci tra la regione di Kaliningrad e il resto della Federazione Russa attraverso la Lituania non viene completamente ripristinato nel prossimo futuro, la Russia si riserva il diritto di intraprendere azioni per proteggere i propri interessi nazionali”, ha affermato.

Le autorità lituane hanno vietato il transito di merci sanzionate dall’Unione Europea attraverso il suo territorio, che comprende l’unica linea ferroviaria tra la Russia continentale e l’exclave di Kaliningrad sul Mar Baltico. I beni vietati includono carbone, metalli, materiali da costruzione e tecnologia avanzata.

Questa rischia di essere la miccia pronta ad innescare una nuova esplosione di guerra in Europa.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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