In Israele e nelle basi USA in Medio Oriente cresce la preoccupazione per la ritorsione dell’Iran per il bombardamento della sua sede diplomatica a Damasco.
L’Iran
è determinato a “punire il regime sionista”. Si presume che Netanyahu
abbia sponsorizzato l’attacco al consolato iraniano a Damasco.
Il
leader numero uno iraniano, il presidente Ali Khamenei, è determinato a
vendicare il martirio dei due comandanti del Corpo delle Guardie della
Rivoluzione Islamica e dei loro cinque consiglieri, uccisi lunedì in un
raid aereo israeliano contro il consolato iraniano nella capitale
siriana.
Lo ha scritto esplicitamente in un messaggio alla nazione iraniana, dopo aver reso omaggio ai martiri dell’attentato, il cui bilancio delle vittime è stato rivisto al rialzo a 13 persone. Khamenei ha scritto nel suo messaggio: “Per volontà di Dio, faremo pentire i sionisti del crimine che hanno commesso attaccando il consolato iraniano in Siria e altri crimini simili”.
L’Iran,
attraverso il suo ambasciatore a Damasco, tra gli altri, ha accusato
l’entità sionista di aver lanciato 6 missili contro l’edificio del
consulto dai suoi F-35, dal Golan siriano occupato.
E’ un
fatto che questo attacco diretto contro l’Iran avrà gravi conseguenze
che produrranno una ulteriore escalation del conflitto.
L’ipotesi che viene fatta da alcuni osservatori è che questa escalation sia voluta dallo stesso governo Netanyahu che punta su un allargamento del conflitto per i suoi obiettivi. Tra
questi il primo è quello di distogliere l’attenzione dal fallimento
della sua operazione contro Hamas a Gaza. Creare un diversivo aprendo un
nuovo fronte di conflitto.
Il secondo è quello di
causare una reazione iraniana che potrebbe provocare una guerra con
l’Iran e un probabile coinvolgimento degli Stati Uniti.
Missili iraniani puntati su Israele
Netanyahu è consapevole che la sua permanenza al potere è direttamente collegata alla prosecuzione indefinita del conflitto e su questa lui punta le sue carte.
L’incendio di tutta la regione è ormai una
possibile conseguenza delle azioni di Israele che si dimostra una
scheggia impazzita che attacca tutti i suoi nemici, dalla Palestina al
Libano, alla Siria, all’Iraq ed allo Yemen. Tuttavia accade che, mano a
mano che si allarga il conflitto, il numero dei suoi nemici cresce
coinvolgendo altri paesi ed altre forze che puntano alla liberazione
della Palestina ed alla distruzione dello stato occupante.
Il
Fronte della resistenza si sta allargando sempre di più e oggi
coinvolge un numero crescente di attori uniti nella stessa ostilità
contro Israele e i suoi sponsor, Stati Uniti e Gran Bretagna.
Fonti Varie
Luciano Lago
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