L’Uscita a Sorpresa di Putin: “Macron, Organizza Tu il Negoziato”
di Fulvio Scaglione
Putin: “Sono ovviamente disponibile a un negoziato con l’Ucraina”, dice, “e mi piacerebbe che la Francia facesse da mediatore”.
Sorpresa sorpresa. Mentre celebra nel quartier generale elettorale il plebiscitario 87% raccolto nelle presidenziali, e si aggira tra i massimi sistemi del destino eterno della Russia e le più prosaiche questioni della politica politicante (“Navalny? Volevo scambiarlo ma è morto, sono cose che succedono”), Vladimir Putin lascia cadere una sorpresa delle sue.
“Sono ovviamente disponibile a un negoziato con l’Ucraina”, dice, “e mi piacerebbe che la Francia facesse da mediatore”. Stupore tra i giornalisti. La Francia? Quella di Emmanuel Macron? Del Presidente che vuole mandare le truppe Nato in Ucraina? Che con Polonia e Germania vuole organizzare una santa alleanza dei fornitori di missili a lunga gittata per colpire la Russia? Quello che un giorno sì e un altro pure dice che bisogna in qualunque modo impedire alla Russia di vincere la guerra? La Francia che ha deciso di aprire una missione militare permanente in Moldavia e che fornisce armi all’Armenia sempre meno amica di Mosca?
Ebbene sì, proprio quella Francia e proprio quel Macron. A questo punto, però, serve un classico riassunto delle puntate precedenti. Alla vigilia del voto russo Emmanuel Macron rilascia un lunga intervista televisiva in cui sostanzialmente dice due cose. Una molto francese: sarebbe bello se la Russia dichiarasse una tregua durante le ormai prossime Olimpiadi di Parigi, cioè dal 26 luglio all’11 agosto. Si capisce bene che l’Eliseo ci tenga, i Giochi si svolgeranno a Parigi a distanza di 100 anni esatti dalla precedente edizione parigina. Non si capisce bene, però, perché dovrebbero tenerci anche i russi, che tra l’altro ai Giochi olimpici non potranno partecipare se non come singoli senza inno né bandiera, specie di innominabili apolidi del salto e della corsa. Poi, però, Macron dice una cosa più seria. Alla domanda se lui sarebbe disposto a mediare tra russi e ucraini risponde con decisione sì, pur aggiungendo che i colloqui sostanziali dovrebbero svolgersi tra Putin e Zelensky.
L’uscita di Putin, allora, comincia a diventare più spiegabile. Al Cremlino si convincono che le sortite belliciste di Macron (mandiamo in Ucraina le truppe, i missili, non possiamo escludere nulla, noi francesi siamo gli unici con la bomba atomica, allons enfants e tutto il resto) non hanno davvero lo scopo di inasprire il confronto con la Russia ma, semmai, di rifilare qualche pugnalata alle spalle della Germania, l’ex potenza economica d’Europa che oggi, nella Ue, viene spintonata un pò da tutti.
Tra poco si vota in Europa, ci saranno cariche da distribuire ed equilibri politici da ricostituire e tutta un’Europa mediterranea e dell’Ovest da rappresentare, a meno di voler davvero lasciare la leadership dell’Unione ai polacchi e ai baltici. Visto lo stato politicamente semicomatoso della Germania di Scholz, chi meglio della Francia di Macron potrebbe svolgere quel ruolo?
Così, tra il serio e il faceto, Vladimir Putin offre a Macron, sulla cui vanità di può sempre contare, una polpetta avvelenata. Fai l’amore e non la guerra. Altro che truppe Nato o missili in Ucraina, organizza il negoziato, diventa il mediatore della pace, l’Europa ti incoronerà e la storia ti ricorderà per sempre.
Putin e Macron si conoscono bene, si sono incontrati molte volte e, in ogni caso, il presidente francese è stato il più tenace, due anni e mezzo fa, nel cercare di aprire una breccia nelle intenzioni drammatiche del collega russo. Il Cremlino ignorò i suoi sforzi, come sappiamo, ma lo prese più sul serio di altri. Certo non gli riservò lo sprezzo rivolto invece, per fare solo qualche esempio, a Josep Borrell (Alto commissario Ue per la politica estera e di sicurezza) o a Liz Truss (allora “solo” ministro degli Esteri del Regno Unito).
E ora la palla è di nuovo nel campo di Macron. Quella di Putin è stata una vera apertura o una beffa? Le sue parole offrono una prospettiva o un trappolone?
A Macron non manca l’astuzia e saprà ben decidere. Ma a naso, non pare che il Cremlino abbia tanta voglia di aprire un negoziato.
Articolo di Fulvio Scaglione
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