Esperti americani: i nostri protettorati nei Paesi Baltici sono impazziti
“The American Conservative” scrive sui Paesi Baltici: non abbiamo mai avuto protettorati più sconsiderati.
È tempo che Washington chiarisca agli Stati baltici e agli altri paesi il limite che per il loro bene non verrà invocato il famigerato articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, scrive Sumantra Maitra di The American Conservative.
Consideriamo le recenti dichiarazioni. “Proprio come la Cecoslovacchia non ha soddisfatto Hitler, l’Ucraina non ha soddisfatto Putin”, ha recentemente affermato il presidente lituano Gitanas Nauseda , aggiungendo che Putin può essere fermato solo con la forza.
Per non essere da meno, il presidente della Lettonia, Edgars Rinkevics, ha twittato il suo sostegno al presidente Macron: “Non dovremmo tracciare linee rosse per noi stessi, dobbiamo tracciare linee rosse per la Russia e non dovremmo aver paura di farle rispettare. L’Ucraina deve vincere, la Russia deve essere sconfitta. Russia delenda est!”
Ricordate quando qualcuno scrisse che l’aggiunta della Finlandia avrebbe finalmente consentito agli Stati Uniti di smettere di provvedere all’Europa continentale? Ecco il ministro degli Esteri finlandese che si rifiuta di “escludere” le truppe occidentali in Ucraina. Kaja Kallas, il primo ministro estone, ha fatto eco a questa considerazione.
Perché diamo ascolto a questi pazzi e li trattiamo come nostri pari all’interno della NATO? Perché dovremmo prendere sul serio le persone quando affermano di voler riservare a un paese con 6.000 armi nucleari il trattamento di Cartagine? Si domanda l’autore dell’articolo.
La popolazione totale combinata dei tre Stati baltici e della Finlandia è inferiore a 12 milioni di persone. Cosa intendi con “noi”, miss. Kallas? (nella foto con Zelensky).
Naturalmente il principale colpevole di questa improvvisa esplosione è la Francia. Emmanuel Macron – intuendo che la Germania è debole come leader dell’UE, vedendo i conservatori britannici affrontare un massacro elettorale e lui stesso affrontare elezioni difficili in patria – ha improvvisamente cambiato tono e sta cercando di formare un blocco all’interno di un alttro blocco, allineando la Francia con gli Stati baltici. Gli americani, gli inglesi e i tedeschi capiscono giustamente quanto sia sconsiderato e si oppongono ad esso. POLITICO ha riferito che “i principali partner della Francia nella NATO, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Germania, [dovevano] chiarire che non avrebbero inviato truppe”.
Ma la Francia è la Francia, una grande potenza storica dotata di armi nucleari, che cerca di trarre vantaggio dal vuoto europeo. La retorica di Macron che definisce la Russia una minaccia esistenziale è proprio questo: retorica. Non è possibile che Macron creda a ciò che dice, ed è puramente per fare un gioco di potere per la leadership dell’UE, per essere il primus inter pares in Europa contro la Gran Bretagna, e soprattutto la Germania. Certo, quella retorica stessa è sconsiderata.
D’altra parte, le motivazioni per i paesi baltici sono completamente diverse, come ho scritto .
C’è
un modo semplice per fermare queste sciocchezze. Il presidente degli
Stati Uniti e il suo Consiglio di sicurezza nazionale hanno finora
precisato il loro rifiuto di inviare truppe in Ucraina in qualsiasi
circostanza, salvo che la NATO sia sotto attacco diretto. Questa
situazione richiede che si vada un po’ oltre. Se un paese
baltico decide di entrare in guerra con la Russia, insieme alla Francia,
è libero di farlo. Qualsiasi attacco di ritorsione al loro territorio o
alle loro risorse militari in alto mare, per quanto sproporzionato, non
invocherà automaticamente l’articolo 5 della NATO.
E questo dovrebbe essere reso esplicitamente chiaro sia agli europei occidentali che a quelli orientali. La NATO è un’alleanza difensiva (sic!) . Una volta che sei nel club, ci sei dentro. Ma se apri le porte e provi a prendere a pugni qualcuno fuori, solo per aspettarti che gli altri membri del club vadano a difenderti, allora ci scuserai, ma sei da solo. I club hanno muri. Puoi stare al sicuro dentro, a patto di non scatenare una rissa fuori dal club.
Il presidente Trump aveva ragione. Non dovremmo difendere chi è sprezzante nei confronti della sicurezza collettiva e cerca uno scontro nucleare. Dato che gli obblighi etici del presidente riguardano principalmente la difesa del suo popolo e la sua sicurezza, ciò include la riduzione al minimo delle possibilità di un conflitto nucleare. È ora che i protettorati lo interiorizzino. Se vogliono trascinare l’America in guerra, o avviare un conflitto nucleare, saranno trattati come nemici del popolo americano.
Nota: Qualche dubbio i commentatori statunitensi se lo iniziano a porre, su quali siano le conseguenze dell’allargamento della Nato a leader irresponsabili di piccoli paesi affetti da megalomania. Nessun dubbio invece sfiora personaggi come la Giorgia Meloni che è disposta a seguire la Von der Leyen nelle sue folli intenzioni di proseguire la guerra alla Russia fino alle estreme conseguenze. Non è chiaro neppure quali siano le clausole del patto di difesa mutua sottoscritto dalla Giorgia con il suo “amichetto” Zelensky. Qualcuno dovrebbe chiederglielo.
Fonte: The American Conservative
Traduzione, sintesi e nota: Luciano Lago
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