La Transnistria chiede “protezione” alla Russia nonostante le pressioni della Moldavia
I deputati della Transnistria hanno adottato il 28 febbraio una dichiarazione ufficiale in cui chiedono la “protezione” della Russia contro Chisinau, che recentemente ha adottato misure di ritorsione economica contro questo territorio.
Nel corso di un congresso straordinario, tenutosi a Tiraspol il 28 febbraio su iniziativa del presidente Vadim Krasnoselsky, i deputati transnistriani hanno adottato una dichiarazione in cui chiedono alla Russia “ misure protettive ” di fronte alle “ pressioni ” di Chisinau.
In questa dichiarazione, citata dall’agenzia TASS, i deputati sottolineano anche la “ residenza permanente ” in Transnistria “ di oltre 220.000 cittadini russi ”, nonché “ l’esperienza positiva unica del mantenimento della pace russa sul Dniester, nonché lo status di garante e mediatore nel processo negoziale .
“ La tutela degli interessi degli abitanti della Transnistria, nostri connazionali, è una delle priorità ”, ha dichiarato il Ministero degli Esteri russo, assicurando che tutte le richieste sono state “ sempre esaminate attentamente ”.
Temendo di perdere i propri diritti a causa dell’assorbimento della Moldavia da parte della vicina Romania, in seguito al crollo dell’URSS, la Repubblica della Transnistria ha proclamato unilateralmente la propria indipendenza all’inizio degli anni 90. In seguito sono scoppiati i combattimenti tra l’esercito moldavo e quello di lingua russa con milizie di questo territorio.
Un territorio economicamente isolato
Nel 1992 fu dispiegata una forza trilaterale di mantenimento della pace, comprendente forze russe, moldave e transnistriane. Gli scontri poi cessarono, senza che ancora oggi si trovasse alcuna soluzione dal punto di vista politico.
Durante l’ultimo congresso straordinario, nel 2006, i deputati della Transnistria hanno registrato l’organizzazione di un referendum sull’integrazione del loro territorio nella Russia. Durante la votazione, il cui risultato non è stato riconosciuto a livello internazionale, la popolazione ha votato con il 97,1% di questa integrazione.
La posizione geografica della Transnistria, al confine occidentale dell’Ucraina, ha fatto temere ai leader occidentali un tentativo russo di attaccare Odessa dallo scoppio del conflitto in Ucraina. Al contrario – secondo la Fondazione Carnegie – le autorità di Chisinau avrebbero percepito una “ opportunità storica ”, nel fallimento delle forze russe nel raggiungere il confine con la Transnistria, per costringere loro a riprendersi questo territorio rafforzando la loro pressione economica. Tagliati fuori dall’Ucraina, che ha chiuso il confine con la Transnistria, il transito delle merci avviene ora attraverso il territorio della Moldavia, che applica sanzioni anti-russe.
Alla Moldavia, che ha intrapreso una svolta filo-occidentale e che si è associata in particolare alle sanzioni dell’Unione Europea contro Mosca, è stato concesso lo status di candidato per il blocco europeo nel giugno 2022. Nel dicembre 2023 i leader dell’UE hanno deciso di avviare i negoziati di adesione con Chisinau.
Fonte: RT Francia
Traduzione: Luciano Lago
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