La rete pedofila dell’agente del Mossad Jeffrey Epstein
Di Cesare Sacchetti
Alla fine dunque l’attesa è finita. Nel mese scorso il giudice del tribunale di New York, Loretta Preska, aveva stabilito che i nomi della clientela del pedofilo miliardario Jeffrey Epstein avrebbero dovuto essere noti e quella decisione ha iniziato a diventare esecutiva nelle ultime 48 ore.
Sui media iniziamo a vedere i nomi del circolo di Epstein e tra di essi troviamo delle vecchie conoscenze.
Ad esempio, c’è nella lista un uomo che era molto vicino al miliardario, morto in circostanze poco chiare, quale Bill Clinton.
Era già noto che l’ex presidente degli Stati Uniti aveva rapporti molto stretti con Epstein ed era già noto anche che Bill Clinton era stato a bordo del famigerato Lolita Express, ovvero il soprannome con il quale era stato ribattezzato l’aereo del magnate newyorchese di origini ebraiche che trasportava i suoi amici sulla sua isola privata di Little Saint James tra la cristalline acque del mar dei Caraibi.
E’ in questo luogo esotico che si sono consumati indicibili abusi contro vittime non di rado molto al di sotto della maggiore età.
Epstein conosceva molto bene i gusti della sua clientela e si premurava di soddisfare le loro perversioni non senza però ottenere in cambio ciò che egli voleva dai suoi clienti come vedremo successivamente.
Nelle carte rilasciate in questi giorni e che sono solamente le prime di una serie che sicuramente si arricchirà di nuove puntate, c’è scritto chiaramente che Bill Clinton aveva una predilezione particolare per le donne molto giovani, talmente giovani che spesso non si poteva nemmeno definirle donne ma adolescenti o ragazzine.
Questo era il milieu, per così dire, pedofilo che ruotava attorno a Epstein. Jeffrey Epstein era un magnate di successo dell’alta società di New York e come tale aveva accesso ai luoghi e ai personaggi più importanti degli Stati Uniti e del jet set internazionale.
Quando i membri delle élite che contano, gli appartenenti a quelle famiglie che governano davvero il mondo dovevano soddisfare le loro “fantasie” era ad Epstein che si rivolgevano.
E a rivolgersi a lui era anche il principe Andrea accusato pubblicamente da Virginia Giuffre di aver abusato di lei quando lei ancora minorenne.
I segreti della rete pedofila internazionale
E’ un mondo questo dove gli uomini più influenti del pianeta formano un circolo molto ristretto nel quale vigono delle regole fondate su un intricato meccanismo di ricatti incrociati.
Ognuno conosce in qualche modo le perversioni dell’altro e se qualcuno dovesse decidere di allontanarsi o denunciare coloro che si sono macchiati di atti di pedofilia si metterebbe in moto un meccanismo autodistruttivo nel quale l’accusatore a sua volta si troverebbe immediatamente ad essere accusato.
A fare cenno di questo legame perverso che accomuna i membri di questa élite pedofila internazionale fu anche il regista americano di origini ebraiche, Stanley Kubrick, che fece tali rivelazioni all’attrice Nicole Kidman nel corso delle realizzazione del celebre film “Eyes Wide Shut” nel quale vengono raffigurati i riti e i luoghi nei quali i potenti di questo mondo si radunano per praticare il culto della religione satanica.
Ad oggi, regna ancora un alone di mistero sulla improvvisa morte di Stanley Kubrick avvenuta ad una sola settimana di distanza dal termine delle riprese del suo film e sua figlia, Vivian, non crede del tutto all’ipotesi della morte naturale di suo padre.
Epstein era in tale ambiente che aveva un ruolo di assoluta preminenza. Era colui che sapeva i segreti di questi importanti personaggi che partecipano ai vari eventi mondani o “filantropici” nei quali si premurano di difendere la loro immagine di umanitari che aiutano i bambini in difficoltà quando poi lontano dai riflettori essi si tramutano nei primi orchi che abusano degli innocenti.
Jeffrey Epstein arrivava ovunque. In questi giorni, vediamo la pubblicazione di nomi che in parte già conoscevamo e presto ne vedremo altri ancora ma se guardiamo anche all’agenda degli appuntamenti del miliardario americano lo troviamo spesso in riunione con i personaggi che appunto costituiscono i vertici finanziari e intellettuali dell’anglosfera e del potere globalista che conta.
Quando Epstein ricevette la sua prima condanna nel 2008 per un caso che lo vedeva colpevole di abusi nei confronti di una minorenne, il mondo del potere che conta non si fa nessuno scrupolo a incontrarlo e riceverlo con tutte le attenzioni del caso.
I rapporti tra Epstein e la famiglia Rothschild
Nel 2013 e nel 2014 lo troviamo, ad esempio, a coltivare stretti rapporti d’affari con Ariane de Rothschild, moglie di Benjamin Rothschild, scomparso nel 2021 ed esponente del ramo francese della nota famiglia di banchieri askenaziti.
Ariane de Rothschild già nel 2009 ricopriva un ruolo di primo piano come vicepresidente per uno dei fondi di investimento più noti della famiglia in questione, l’Edmond de Rothschild Group, che ha la sua sede operativa a Ginevra, in Svizzera.
I rapporti tra Ariane ed Epstein erano talmente stretti che la prima si è interessata persino di comprare un milione di dollari di beni vari all’asta per conto del secondo.
Epstein poi teneva molto da conto l’opinione di Ariane de Rothschild anche per ciò che riguarda il mobilio tanto da chiederle persino lumi sull’arredamento delle sue abitazione.
Nel 2015, la moglie di Benjamin Rothschild fa il definitivo salto di qualità nella gerarchia del fondo della famiglia tanto da diventare amministratore delegato ed è in questo ruolo che Ariana chiuderà un affare con Epstein e la sua società, la Southern Trust Company, che fornirà servizi di consulenza finanziaria e analisi dei rischi per la banca della famiglia Rothschild.
Quella che è universalmente riconosciuta come la famiglia di banchieri più influenti al mondo intratteneva dei rapporti molto stretti con un uomo che gestiva notoriamente un giro di pedofilia con una vasta clientela di personaggi alquanto potenti.
Non è questo l’unico nome di peso che era vicino al magnate pedofilo. Epstein era anche molto vicino a Kathryn Ruemmler, membro della seconda amministrazione Obama dal 2011 al 2014, e avvocato del colosso finanziario Goldman Sachs negli anni successivi.
Nel suo periodo alla Casa Bianca, la Ruemmler si è incontrata svariate volte con Epstein e il finanziere era arrivato persino a chiederle a rappresentare Bill Gates e la sua fondazione, la Bill e Melinda Gates Foundation, nonostante adesso il magnate dei vaccini provi quasi a fare finta di nulla sul periodo nel quale lui era vicinissimo al potente pedofilo.
Ovunque c’era un personaggio che contava non era raro trovare un uomo come Jeffrey Epstein pronto ad allacciare contatti con lui e a portarlo con sé nella sua isola privata laddove c’era un vero e proprio supermercato di minorenni.
Epstein gestiva una rete pedofila per conto del Mossad?
Epstein però non faceva tutto questo solamente perché coltivava delle simpatie personali con la sua clientela come si accennava all’inizio di questa analisi.
Dietro questo inquietate personaggio, c’erano ambienti molto più potenti che lo utilizzavano per gestire una enorme macchina del ricatto.
Secondo quanto riferisce proprio un ex agente dei servizi segreti israeliani, Ari Ben-Menashe, Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell erano degli agenti del Mossad che avevano il compito specifico di riprendere i propri clienti impegnati in atti di pedofilia per poi poterli ricattare per tutta la vita ed essere sicuri così che servissero gli interessi dello stato ebraico.
Dietro l’uomo Epstein, c’era una macchina del ricatto quindi nelle mani della lobby sionista che voleva essere sicura di avere in pugno gli uomini più potenti del pianeta.
Il magnate pedofilo avrebbe ereditato questa rete pedofila dalle mani del potente editore britannico Richard Maxwell, padre di Ghislaine, morto nel 1991 in circostanze misteriose.
Maxwell era un ebreo cecoslovacco divenuto poi cittadino britannico nel 1946 che aveva fatto la sua fortuna nel mondo dei media inglesi soprattutto grazie alle sue entrature con il mondo della intelligence israeliana.
I rapporti tra Maxwell e Israele erano così stretti che pare che il primo aiutò persino lo stato ebraico a trafugare della tecnologia informatica nelle mani degli Stati Uniti.
La storia tra l’editore britannico e lo stato ebraico inizia apparentemente ad incrinarsi negli ultimi anni di vita del primo, quando ormai sommerso dai debiti inizierà a ricattare pesantemente il Mossad per poter ricevere le grosse somme di cui aveva bisogno per uscire dalla sua situazione di dissesto finanziario.
Il 5 novembre del 1991 fu ritrovato annegato nelle Canarie a non molta distanza dal suo yacht, il lady Ghislaine, chiamato così in onore della figlia.
Ancora oggi non sono chiare le circostanze della sua morte e pare che quella sera Maxwell avrebbe dovuto incontrarsi con qualche esponente del Mossad, un incontro dal quale l’uomo non è evidentemente uscito vivo.
Nonostante questo il governo israeliano gli ha tributato un funerale in pompa magna al quale hanno partecipato l’allora premier di Israele, Yitzhak Shamir, assieme a diversi capi in carica dei servizi israeliani, a dimostrazione di quanto fosse importante Robert Maxwell per lo stato ebraico e la sua intelligence.
Alla sua morte, quell’impero di segreti scomodi ed inconfessabili che Maxwell custodiva sembra essere passato nelle mani di Jeffrey Epstein che ha continuato ad assicurare gli interessi di Israele attraverso la sua tela di ricatti che coinvolgeva i personaggi più potenti al mondo, inclusi ex presidenti degli Stati Uniti.
Questa è la storia di Jeffrey Epstein che i media non raccontano mai, troppo presi dal voler associare a tutti i costi il finanziere a Donald Trump, nonostante Trump non sia mai stato a casa di Epstein e nonostante Trump sia stato l’unico a denunciare ciò che faceva il pedofilo.
La storia di Epstein porta direttamente nel cuore dello stato ebraico e della sua macchina del ricatto pedofilo internazionale ed è per questo che i media italiani ed internazionali non la raccontano mai.
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