Attacchi ucraini su Mosca e San Pietroburgo, utilizzati droni
di Luciano Lago
Gli
attacchi in profondità nel territorio russo segnano un cambio di
strategia della Nato e dell’Ucraina contro la Russia. Bisogna capire chi
ha deciso questo cambiamento di strategia.
Si deve tenere
in conto prioritariamente chi prende la decisione di questi attacchi in
territorio russo e sembra chiaro che questi decisori sono
fondamentalmente USA e Gran Bretagna.
Inoltre chi ha
fornito i missili a lungo raggio è stata la Nato, la stessa che ha
fornito i droni, così è la Nato che ha organizzato la fase di lancio.
Chi ha dato le coordinate per l’obiettivo: la Nato, l’Ucraina deve solo
premere il bottone.
Tutto questo significa che ci
troviamo di fronte alla decisione di Nato e USA di attaccare la Russia
ed essendo questa una aggressione diretta determina a sua volta il
diritto e la necessità di una risposta da parte della Russia.
Probabilmente
questa è una mossa di Washington per dare una risposta alla Russia e
ottenere un obiettivo di immagine per quello che sta accadendo
all’Ucraina. Evidente che non c’è più una cautela della Nato e di
Washington nell’attaccare obiettivi sul territorio russo, come in un
primo momento si sosteneva.
Si ritiene importante e non casuale
l’articolo della Bild in cui si sosteneva di un probabile scontro
militare Nato/Russia entro il 2024.
Lancio missile ATCM
A questo punto si dimostra inconfutabile che la Nato è del tutto coinvolta nel conflitto. La Nato sta lanciando attacchi sul territorio russo per dimostrare che il conflitto non è finito con la sconfitta dell’Ucraina ma prosegue con dei successi ottenuti nel colpire obiettivi in territorio russo. Vista la distanza, possono essere lanciati droni da parte di agenti ucraini o lituani che si trovano nelle vicinanze degli obiettivi.
Questo può dimostrare che la Russia avrà motivo di lanciare un attacco contro i paesi europei della Nato (paesi Baltici e Polonia) in rappresaglia per quelli subiti sul proprio territorio.
Tali azioni provocative
possono anche essere un pretesto per dimostrare che il pericolo russo di
un attacco è sempre più probabile ed incutere paura in Europa tanto da
convincere i governi della necessità di forti misure militari con
aumento delle spese militari e mobilitazione delle forze europee.
In
ogni caso questo è un gioco di guerra. Considerando che le prossime
manovre della Nato si svolgeranno tutte nella zona del Baltico e in
vicinanza alle frontiere russe, con la dichiarata intenzione di bloccare
l’accesso la Baltico e isolare Kaliningrad, la situazione diventa di
clima prebellico.
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