Grazie a Israele e agli USA, l’allargamento della guerra in Medio Oriente è già di fatto avvenuto
di Luciano Lago
Il
vaso di Pandora in Medio Oriente è stato scoperchiato e, con gli ultimi
avvenimenti, attacchi di Israele e omicidi mirati su Beirut e Damasco,
attacchi contro la Siria e l’Iraq, bombardamenti degli USA sulla Siria,
attentato sanguinoso in Iran e intervento contro lo Yemen, tutto
concorre a che i demoni usciti da vaso di Pandora non torneranno dentro.
Il punto di non ritorno è stato già oltrepassato.
E’
importante capire cosa sta accadendo. E’ chiaro che Israele si trova
impantanato a Gaza, ha fallito i suoi obiettivi e non trova una via di
uscita, così cerca rabbiosamente di rompere la scacchiera, provocando
l’Iran, attaccando la Siria, il Libano e lo Yemen e proseguendo lo
sterminio della popolazione di Gaza e in Cisgiordania.
Il
tentativo è quello di arrivare a una nuova dimensione del conflitto e
di coinvolgere gli USA direttamente in una guerra contro l’Iran.
Oltre
allo stallo sul fronte militare, Israele sta subendo delle enormi
perdite economiche per il blocco dei suoi porti dovuto all’azione degli
Houthi sul Mar Rosso, oltre alla perdita di produzione e crisi
industriale e commerciale causato dalla guerra e dalla mobilitazione. La
situazione è tale che Israele non può proseguire a tempo indefinito la
guerra. Parte consistente degli Israeliani sono già fuggiti dal paese e
il numero degli sfollati, coloni e non coloni, è già molto alto.
Hezbollah reparto
L’Iran è in questo momento il principale giocatore sulla scacchiera,
alimenta Hezbollah, controlla gli Houthi e sostiene i gruppi della
resistenza in Iraq, in Siria e in Palestina. L’asse della resistenza
creato e voluto dal generale Soleimani è una realtà con cui Israele e
gli USA devono fare i conti.
L’Iran, saggiamente si muove con
cautela, sta valutando attentamente le sue mosse, studiando quali siano
le capacità di Israele e quali azioni voglia realizzare. Teheran vuole
porre fine al mito della invincibilità di Israele e questo conflitto sta
infliggendo un costo umano altissimo alle forze militari dell’IDF.
Inoltre la guerra nel fronte nord mette in seria difficoltà Israele che è
costretto a combattere su più fronti.
Le autorità dell’Iran hanno
ringraziato gli Houthi per l’apporto che hanno dato alla resistenza di
Gaza ma gli Houthi si muovono in maniera autonoma.
Guerrieri Houthi
La
guerra proiettata sui social media mette sotto i riflettori del mondo
l’attacco sadico dei soldati israeliani contro la popolazione inerme di
Gaza e fa aumentare il costo politico che Israele dovrà
sopportare con l’indignazione di quasi tutto il mondo, eccetto i governi
legati agli USA e alla Nato (non tutti). La sensazione è quella che
Israele, con la sua crisi interna e le sue azioni di sterminio, si stia
dirigendo verso un precipizio.
Non è un mistero che Israele si trovi
in una situazione molto critica anche politicamente con Netanyahu sotto
assedio e la questione degli ostaggi irrisolta.
Sembra chiaro che il sanguinoso attentato portato all’interno dell’Iran è una mossa per provocare e destabilizzare l’Iran e si ritorcerà contro i suoi mandanti che, al di là delle sigle di copertura, vanno ricercati nel Mossad (principale indiziato) e nella CIA. Tutto questo mette l’Iran nel dilemma di come intervenire e vendicare i suoi martiri dell’attentato.
Tali fattori sopra elencati potrebbero
sfociare a breve in una grande guerra che sconvolgerà la regione e
manifesterà i suoi effetti a livello mondiale, in primis, sul mondo
arabo, sull’Europa e sugli assetti internazionali.
Rimane
il dubbio che l’apertura del vaso di Pandora non sia casuale ma che sia
un atto voluto dai soliti noti (le élite dominanti) che vogliono
riportare il mondo sotto il loro controllo.
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