Se in una sola notte un missile ipersonico russo Kh-47M2 Kinzhal ha distrutto un sistema antiaereo Patriot posizionato a Kiev del valore di circa un miliardo di dollari e per cercare di fermare il missile russo hanno sparato una salva di oltre 30 missili Patriot del valore di 3 milioni l'uno, e ogni notte di bombaradamenti simili ne avvengono a decine e la guerra dura da parecchi mesi, fate voi i conti se finora la guerra è costata così poco come dichiarano i media mainstream. Considerate quanto materiale bellico è già stato consegnato (e distrutto) agli ucraini, e considerate che gli ucraini sparano come degli ossessi e chiedono sempre nuovi rifornimenti di munizionamento, che tutti gli stipendi dei soldati e dipendenti pubblici ucraini sono a carico nostro, anche uno non esperto in matematica capirebbe che i conti non tornano, perché finora i leader occidentali hanno dichiarato come costi 70 miliardi per l'UE e poco oltre un centinaio per gli USA, e secondo voi il conflitto e il sostegno all'Ucraina è costato solo 170 miliardi? Senza considerare i costi indiretti dovuti alle gravissime penalizzazioni subite dalle popolazioni occidentali, il peggioramento dei conti pubblici e il probabile collasso dell'economia europea (non che quella americana sia messa meglio), e avrete un quadro completo di quale trappola autodistruttiva hanno elaborato questi dementi psicopatici che governano l'Occidente. Claudio
24 maggio 2023
Pubblicati i conti: l’UE ha già inviato all’Ucraina aiuti per 70 miliardi
Secondo il bilancio realizzato dalla Commissione europea, l’ammontare complessivo degli aiuti inviati all’Ucraina dall’inizio della guerra è pari a 70 miliardi di euro. La cifra comprende gli aiuti economici e umanitari, il bilancio di emergenza e il supporto militare all’Ucraina dall’Unione europea, dagli Stati membri e dagli istituti finanziari europei, oltre alle risorse messe a disposizione per aiutare la popolazione civile e i profughi. Solamente per gli aiuti militari la spesa si aggira intorno ai 10 miliardi di euro, cifra alla quale si stima che l’Italia abbia contribuito con poco meno di un miliardo.
Secondo quanto dettagliato dalla Commissione, in particolare, gli aiuti finanziari, umanitari, emergenziali e militari ammontano a 53 miliardi di euro, ai quali si aggiungono le risorse messe a disposizione degli Stati membri per far fronte all’emergenza profughi, per un totale complessivo di 70 miliardi. Di questi 53 miliardi, 37,8 sono stati destinati a “assistenza macro-finanziaria, fondi di supporto ed emergenziali e aiuti umanitari” (30 miliardi), oltre a “sovvenzioni, prestiti e garanzie” (7,8 miliardi) erogati da Ue e Stati membri. La cifra include anche un nuovo pacchetto da 18 miliardi, dei quali 7,5 sono già stati erogati dall’inizio dell’anno. 2,3 miliardi di questa cifra sono stati concessi nella forma di prestiti da parte della Banca europea degli investimenti (BEI), al fine di aiutare l’Ucraina in attività quali la ricostruzione delle infrastrutture danneggiate dalla guerra e il supporto alle agenzie statali strategiche, 685 milioni sono stati destinati all’assistenza umanitaria e 620 ai “bisogni urgenti sul campo”. Sono poi stati stanziati fondi per supportare le riforme (305 milioni), per i rifugiati interni (330 milioni) e un investimento di 120 milioni è stato fatto dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.
La spesa militare complessiva ammonta a 15 miliardi di euro. Di questi, 5,6 miliardi sono stati mobilitati nell’ambito dell’EPF (European Peace Facility, lo strumento europeo ironicamente rivolto a “costruire la pace) “per sostenere la fornitura di equipaggiamenti militari alle Forze armate ucraine”. I restanti 10 miliardi della spesa, ben un settimo del totale, costituiscono le spese complessivamente sostenute dai singoli Stati. Tenendo conto degli accordi bilaterali tra Stati europei e Ucraina, tuttavia, quest’ultima cifra potrebbe anche raddoppiare: i governi dei singoli Paesi, infatti, non sono tenuti a riferire in merito ad accordi riguardanti iniziative nazionali. La stima di Bruxelles è che gli Stati membri abbiano complessivamente speso a livello bilaterale 3 o 4 volte la cifra finanziata dall’EPF. Si stima, inoltre, che l’Italia abbia contribuito a tali “equipaggiamenti” per l’equivalente di circa 800 milioni di euro. “La Missione di assistenza militare dell’Ue per l’Ucraina sta affrontando le esigenze di formazione urgenti e a lungo termine delle Forze armate ucraine” scrive inoltre la Commissione.
La cifra costituisce quando speso sino ad ora ma è molto probabile che sia destinata a crescere. La fine della guerra sembra infatti ancora lontana e tanto l’Unione europea quanto la maggior parte dei governi degli Stati membri (Italia compresa) non sembrano voler abbandonare politiche guerrafondaie di invio di armi e supporto al conflitto.
[di Valeria Casolaro]
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