Lombardia, Acque “Potabili” Contaminate: Sostanze Tossiche nel 20% dei Campioni!
di Elisabetta Barbadoro
Dai rubinetti della Lombardia sgorga acqua contaminata.
Lo ha scoperto Greenpeace dopo varie richieste di accesso agli atti: studiando i risultati delle analisi sui campioni prelevati dagli acquedotti delle dodici province lombarde è stata riscontrata la presenza di “Pfas”, sostanze alchiliche perfluorurate, in percentuali elevate, in particolare in alcune zone.
Cosa sono i Composti Pfas
I composti Pfas sono un gruppo di sostanze chimiche usate per impermeabilizzare alcune superfici. Vengono impiegate per rivestire le padelle antiaderenti e altre superfici come tessuti, tappeti, carta, e contenitori di alimenti.
Si tratta però di molecole con un certo grado di tossicità: un’esposizione prolungata a queste sostanze può provocare infertilità, problemi alle ghiandole e l’insorgenza di alcuni tipi di cancro.
“Su circa 4 mila campioni analizzati dagli enti preposti tra il 2018 e il 2022 – scrive l’associazione ambientalista – circa il 19% del totale è risultato positivo alla presenza di Pfas“.
Lodi, Bergamo e Como le Province più Contaminate
Se si entra nel dettaglio si scopre che in alcune province la situazione è particolarmente allarmante: a Lodi, ad esempio, la percentuale di campioni positivi alla presenza di questi composti sfiora l’85%. Sopra il 60% la provincia di Bergamo, oltre il 40% a Como, 32% Monza e Brianza, 28% a Cremona e quasi il 21% a Milano.
“Osservando i risultati – comunica Greenpeace – si nota come parte dell’acqua della Lombardia sarebbe considerata non potabile secondo i nuovi parametri proposti negli Stati Uniti o quelli vigenti in Danimarca“.
I Precedenti: lo Scandalo in Veneto
La contaminazione da Pfas nelle acque potabili non è un problema nuovo in Italia: nel 2013 è stata riscontrata una concentrazione anomala, addirittura sopra i livelli rilevati in Lombardia, in vari comuni del Veneto, in particolare nelle province di Vicenza, Verona e Padova: coinvolti 350mila residenti. Nel 2018 il governo emanò lo stato di emergenza e in 30 comuni veneti fu vietato di bere acqua del rubinetto.
Lo scandalo delle acque contaminate in Veneto è stato portato anche all’attenzione delle Nazioni Unite. Dopo una missione nella regione, l’Onu stilò un rapporto in cui si afferma che “in troppi casi, l’Italia non è riuscita a proteggere le persone dall’esposizione a sostanze tossiche“.
Dallo scandalo veneto è nato un processo che vede imputati 15 manager di tre multinazionali, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.
Dove sono le Politiche “Green”?
Con il recente rapporto di Greenpeace scopriamo che il problema non è confinato in Regione Veneto e la contaminazione delle acque è stata scoperta anche nella regione più popolosa d’Italia.
E mentre le autorità preparano la guerra all’anidride carbonica e alle automobili, milioni di cittadini continuano da anni a bere e consumare acqua contaminata da sostanze tossiche pericolose per la salute umana.
Articolo di Elisabetta Barbadoro
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