Settore agroalimentare al collasso ma non è per il cambiamento climatico
Marco Coppola
Avanti.it
Stiamo ancora misurando gli effetti dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. Oltre ai danni causati a case, strade, edifici pubblici e al resto del territorio, si contano sedici morti. Persone, spesso sole in casa, ma anche coppie sposate vittime della furia dell’acqua che non dà scampo. Centinaia di volontari insieme alla protezione civile da giorni sono all’opera per fronteggiare l’emergenza.
Ma a quanto pare non bastano i morti e i danni. Al peggio non deve esserci mai limite. È notizia di queste ore l’ipotesi di uno sbalzo (rincaro) dei prezzi di frutta e verdura ora che il principale orto d’Italia (l’Emilia Romagna) è impantanato. In una situazione già complicata di impennata dei prezzi e carovita provocata dalle guerre scellerate e dall’incapacità politica di farvi fronte, l’offerta di frutta e verdure di stagione diminuirà e i prezzi aumenteranno di almeno il 20-30% sui banchi dei mercati e delle frutterie.
Il motivo? Centinaia di aziende agricole hanno subito danni per allagamenti e frane. Ci sono casi in cui il raccolto è andato completamente perso. Zucchine, melanzane, cavoli, finocchi, e ancora ciliegie, pesche, albicocche, fragole, sono stati buttati perché non più commerciabili. Ma anche la produzione di frumento, grano, mais, orzo risulta compromessa. Una catastrofe che mette ancora più in ginocchio il settore agroalimentare italiano già sotto attacco dalle vecchie e recenti politiche Ue.
Ma non è tutto. Il settore agroalimentare, infatti, non è decimato e colpito solo in Emilia Romagna ma anche in altre zone del paese. Oltre ai problemi di natura “ambientale” (gelate, grandinate o siccità) la vera mannaia sull’innalzamento dei prezzi è l’economia di guerra in cui il governo Draghi prima e Meloni oggi, stanno costringendo il paese. I costi della produzione, della manodopera, del trasporto e dell’immissione in filiera dei prodotti è già raddoppiato nell’ultimo anno e mezzo. La guerra, le sanzioni e l’embargo alla Federazione russa lo paghiamo noi.
Il nemico brutto e cattivo per le tasche degli italiani ha sempre meno la faccia di Putin come i media di regime cercano di raccontare ma quella degli irresponsabili guerrafondai che oggi ci governano. Allo stesso modo tragedie come quelle in Emilia Romagna hanno sempre meno la faccia della metafisica “crisi climatica” ma quella degli incompetenti e corrotti che negli ultimi vent’anni hanno amministrato quella regione e il paese. Prima ci libereremo di questi signori prima potremo riappropriarci della nostra sovranità nazionale, alimentare e ogni altro aspetto della vita sociale. Alla faccia dei finti “sovranisti” guidati dalla Meloni che oggi governano l’Italia per bocca e per conto degli imperialisti Usa e Ue. Promotori delle stesse politiche nefaste e dannose nei propri paesi (vedi ultima uscita di John Kerry su agricoltura e crisi climatica).
Non è un caso che su questo tema quello che tiene insieme i piagnucolii dei media di regime e dei politicanti di professione che ci governano sia il fatalismo. I padroni del mondo e del nostro paese oramai per ognuno di questi disastri intonano sempre lo stesso pianto greco: il cambiamento climatico e i suoi effetti.
Il cambiamento climatico è ormai diventato l’ombrello e il mantra sotto il quale i governi e i loro padroni nascondono le proprie responsabilità. Le principali di queste però sono evidenti a tutti e consistono nell’assenza totale di manutenzione idrogeologica del paese (11mila progetti finanziati e solo la metà realizzati in vent’anni), di regolamentazioni sui metodi di irrigazione e coltivazione (una su tutte è il cloud seeding, inseminazione delle nuvole) e di politiche di salvaguardia della sovranità alimentare e dei produttori locali schiacciati e mortificati dalle grandi multinazionali delle sementi chimiche e degli Ogm.
Altro che fatalismo e cambiamento climatico! Le mani sporche di sangue dei morti dell’Emilia Romagna sono le loro, come loro sono le responsabilità della fame e della disperazione dilagante che avvolge sempre più strati della popolazione di tutto il paese. E tutto questo lo pagheranno caro. Pagheranno tutto.
Nessun commento:
Posta un commento