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"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

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L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

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Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate della Polonia abbandona la propaganda e si esprime con realismo sulla guerra in Ucraina

Lieutenant General, Rajmund Andrzejczak , Chief of the General Staff...  Foto di attualità - Getty Images

I generali polacchi finalmente ammettono l’ovvio


Mike Krupa
sonar21.com

Con sorpresa di molti, per quanto riguarda la guerra in Ucraina un barlume di sanità mentale sta finalmente iniziando a fare breccia nella rigida atmosfera mediatica della Polonia. In un Paese che è stato in prima linea nel sostenere il regime di Kiev e in cui le istituzioni statali non esitano a perseguire con forza le violazioni della linea propagandistica ufficiale, secondo cui Mosca è l’Impero del Male, Vladimir Putin è Adolf Hitler e Volodymyr Zelensky è (chi altri?) Winston Churchill, un tale cambiamento di tono proveniente dai rappresentanti delle élite militari polacche è indicativo di una svolta. Per di più, queste non sono le premonizioni di alcuni dissidenti contrari alla guerra, ma della crème de la crème delle élite militari polacche.

Durante un dibattito strategico presso l’Ufficio presidenziale per la sicurezza nazionale, il generale Rajmund Andrzejczak, capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate polacche, ha espresso chiaramente la sua valutazione pessimistica sugli effetti degli sforzi occidentali volti a rafforzare la situazione dell’Ucraina sul campo di battaglia. Dopo aver sottolineato che “la guerra era, è, e non c’è alcuna indicazione che sarà altrimenti, una questione politica e ha un numero essenziale di fattori economici nelle sue determinanti: finanza, questioni infrastrutturali, questioni sociali, tecnologia, produzione di cibo e tutta una serie di altri problemi che devono essere considerati per capire questa guerra”, Andrzejczak ha continuato osservando che la Russia non esaurirà in tempi brevi le risorse per perseguire l’Operazione militare speciale. “Gli strumenti finanziari di cui la Russia disponeva prima della guerra, le dinamiche di spesa e l’efficacia delle sanzioni o l’intera complessa situazione economica indicano che la Russia avrà i soldi per la guerra” – ha dichiarato Andrzejczak.

L’Ucraina, invece, secondo il generale, “ha enormi problemi finanziari“. Ha osservato che non c’è alcuna indicazione nel prossimo futuro che gli Ucraini fuggiti dalla guerra torneranno a casa e inizieranno il processo di ricostruzione del loro Paese. Andrzejczak ha affermato che, come soldato, considera suo dovere dire le cose come stanno. “Semplicemente non abbiamo le munizioni. L’industria non è pronta non solo ad inviare attrezzature all’Ucraina, ma anche a ricostituire le nostre scorte, che stanno esaurendosi. Questa consapevolezza non è la stessa che c’è qui sulla Vistola, e questo deve essere assolutamente comunicato, senza anestesia, a tutti e in tutti i forum dove è possibile, cosa che sto facendo” – ha sottolineato Andrzejczak.

Naturalmente, Andrzejczak, pur facendo queste osservazioni, vuole ancora che la guerra per procura della NATO contro la Russia continui e, ovviamente, preferirebbe vedere una vittoria ucraina, infatti, come sottolinea un articolo di Zububrothers, “Nessuno dovrebbe quindi dubitare delle intenzioni di Andrzejczak o sospettare che sia un cosiddetto ‘agente russo’, poiché vuole sinceramente che l’Occidente vinca la sua guerra per procura con la Russia in Ucraina, ma è anche molto preoccupato che possa perderla, se la sua parte non riconosce le verità impopolari che ha appena condiviso“.

Si tratta di un gradito sviluppo: fino a poche settimane fa, verità così ovvie eppure impopolari erano considerate, nell’attuale atmosfera mediatica polacca, propaganda russa. Tutte le osservazioni di questo tipo erano sempre state accolte da reazioni rabbiose, come le recenti parole assurde e ridicole del Primo Ministro polacco, Mateusz Morawiecki, che, in un’intervista alla BBC, ha assicurato al pubblico che una guerra tra Russia e NATO si sarebbe conclusa con la sconfitta di Mosca. Come faccia Morawiecki ad immaginare uno scenario del genere, considerando le parole senza mezzi termini dell’alto generale polacco sulla mancanza di munizioni, non è dato saperlo. È solo un altro esempio di un politico occidentale che parla di un argomento che non capisce, anche se la sua pubblica ignoranza arriva al prezzo di altri soldati ucraini morti.

Ma il generale Andrzejczak non è l’unico a dire parole scomode. Il generale in pensione Waldemar Skrzypczak, che negli ultimi mesi era apparso spesso in televisione, alla radio e sui giornali, facendo osservazioni e previsioni che si possono solo descrivere come sconclusionate, del genere che i Russi dovrebbero perdere la guerra entro 2-3 giorni, che i Russi starebbero commettendo un olocausto in Ucraina, che la logistica russa è paralizzata, che i Russi sarebbero a corto di munizioni e di truppe, sembra aver finalmente visto la luce.

In una recente apparizione a fianco del dottor Wojciech Szewko, che, a sua volta, ha fatto diverse lucide osservazioni sul cambiamento del panorama geopolitico, dopo che per mesi aveva sottovalutato Mosca e la sua capacità militare, Skrzypczak è uscito con una dichiarazione sorprendente: “Penso che la verità sia che i Russi stanno vincendo“. Poi si è soffermato sull’importanza di fornire agli Ucraini rifornimenti e addestramento sufficienti, considerando la situazione davvero disastrosa sul campo di battaglia. Nel complesso, le parole di Skrzypczak contenute in questa intervista rappresentano un’inversione di tendenza rispetto a quanto affermato finora. “Se gli Americani ora dicono che stavano costituendo 9 brigate corazzate, queste 9 brigate corazzate sono lì solo per condurre attività operative piccole e di scarsa importanza. Se si parla di controffensiva, questo è un termine di natura praticamente strategica. Per un tale attacco, per una tale controffensiva, non servirebbero 9, ma piuttosto 19-20 brigate corazzate” – ha osservato Skrzypczak. Lo scopo della punta di lancia che l’Ucraina avrebbe preparato per la controffensiva di primavera, secondo il generale, è quello di penetrare in profondità nelle linee russe e ciò richiede che la forza d’attacco principale debba essere protetta ai fianchi. Ma, come ha dichiarato Skrzypczak, per ottenere uno sfondamento “questa forza d’urto dovrebbe essere tre volte più grande di quella dichiarata dagli Americani“. Skrzypczak ha poi continuato rivedendo la maggior parte delle affermazioni fatte da lui stesso nell’ultimo anno:

“L’Ucraina non ha il potenziale per riprendersi il 20% dei suoi territori. Se volesse riprenderli, avrebbe bisogno di un vantaggio di 3-1 sull’esercito russo lungo tutto il fronte a livello strategico, avrebbe bisogno di circa 2 milioni di soldati per sbaragliarli. Non hanno alcuna possibilità di farlo perché non hanno l’equipaggiamento necessario. Gli impianti industriali in Occidente non hanno queste possibilità, questo potenziale. Da qui gli sforzi da parte dei diplomatici per porre fine a questo conflitto, perché tra qualche mese potrebbe risultare che non avremo nulla con cui aiutare l’Ucraina”.

Queste ammissioni sembrano combaciare perfettamente non solo con le recenti rivelazioni, rese evidenti dalla fuga di documenti altamente riservati della NATO relativi alla prosecuzione della guerra in Ucraina, ma anche con le parole del generale Christopher Cavoli, responsabile del Comando europeo degli Stati Uniti (EUCOM) e Comandante supremo delle forze alleate in Europa, che, il 27 aprile, aveva testimoniato davanti alla Commissione per i servizi armati della Camera, commentando in modo pertinente lo stato delle forze armate russe dopo un anno di guerra in Ucraina. Secondo Cavoli, la Russia non avrebbe praticamente subito alcun danno durante il conflitto.

Alla faccia di chi dice che i Russi sono a corto di missili.

Queste recenti osservazioni dei generali Andrzejczak e Skrzypczak, ovvie per chiunque abbia semplicemente ascoltato ciò che gli stessi rappresentanti dell’Occidente collettivo avevano detto, per quanto a malincuore, negli ultimi 6 mesi, possono significare una delle tre cose.

Una prima possibilità è che a Varsavia sia stato detto direttamente e con fermezza che l’Ucraina sta per perdere la guerra e che non c’è nulla che la NATO possa fare per evitare questo risultato, a meno di una guerra nucleare, e che sia necessario avviare cambiamenti nella narrazione ufficiale per preparare l’opinione pubblica allo shock e allo stupore (oh, l’ironia!) della cruda verità diffusa attraverso TV, radio e Internet. In questo scenario, chiedere un accordo negoziale non sarebbe più considerato come agire in accordo con i desideri nefasti e subdoli del Cremlino, come vorrebbe far credere il plenipotenziario del governo per la sicurezza dello spazio informativo polacco, Stanisław Żaryn (il Baghdad Bob polacco della lotta alla “disinformazione russa”), ma piuttosto un risultato del buon senso e di un acuto istinto di sopravvivenza.

La seconda possibilità è che abbiamo a che fare con una classe di ufficiali militari sprovveduti, che non hanno alcuna comprensione della dottrina militare russa, delle tattiche e dell’arte operativa e che hanno interiorizzato per anni la narrazione NATO-centrica dell’”Occidente e il resto del mondo”, senza alcun riguardo per la realtà multipolare che sta emergendo intorno a loro. Come Andrei Martyanov non smette di sottolineare nei suoi libri e nel suo blog, altamente raccomandato, non si può sottovalutare l’ignoranza delle attuali élite occidentali in tutto ciò che ha a che fare con l’economia reale, i beni tangibili, la strategia geopolitica e il potenziale militare.

La terza possibilità è che figure come i generali sopra citati sapessero fin dall’inizio come stavano le cose, ma avessero scelto di fare giochi politici, di mentire per non agitare le acque e  alimentare nella leadership politica la favola dell’imminente sconfitta russa. D’altra parte, non sarebbe una sorpresa vederli emulare i loro superiori del Pentagono quando sorgono “problemi” con la verità. Per quanto mi riguarda, non riesco a decidere quale delle tre opzioni sia la peggiore. Soprattutto vedere il generale Skrzypczak, che rimane letteralmente l’uomo di riferimento per i media da sinistra a destra, fare un tale passo indietro deve essere stato uno shock per molti, che il generale se ne renda conto o meno e a prescindere dalla piega che potrebbe cercare di dare alla cosa. Dire che dovrebbe essere assai imbarazzato sarebbe un eufemismo.

Mike Krupa

Fonte: sonar21.com
Link: https://sonar21.com/polish-generals-finally-admit-the-obvious/
09.05.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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