Australia: il governo ha mentito sul riscaldamento globale con misurazioni farlocche
Emanuele Quarta
Avanti.it
In Australia sta esplodendo uno scandalo intorno alle misurazioni delle temperature nelle stazioni meteorologiche in tutto il paese. Nei giorni scorsi, il Bureau of Meteorology, il dipartimento del governo australiano che si occupa del monitoraggio del clima e delle temperature, ha pubblicato i risultati delle misurazioni termiche, sottolineando – ovviamente col solito allarmismo – un aumento della temperatura di 0,7 gradi (in alcune stazioni anche di un grado) dal 1995 ad oggi. Questa notizia, però, ha scatenato le domande e i dubbi degli scettici, soprattutto tra chi di clima e di temperature ne capisce qualcosa; dunque, sono dubbi e domande che provengono anche dal mondo scientifico, lungi dal poter essere tacciato di complottismo e/o di ignoranza.
La prima incongruenza la fa notare la giornalista Jo Nova. Secondo la Nova, il governo australiano avrebbe installato proprio nel 1995 dei termometri elettronici in tutte le stazioni meteo del paese, in alcuni casi sostituendo gli strumenti al mercurio, in altri casi affiancandoli. Il problema delle apparecchiature elettroniche sta nel fatto che queste misurano la temperatura ogni secondo, per cui sono sensibili anche ad un aumento repentino della temperatura causato da un improvviso passaggio di una corrente d’aria calda; un aumento che i termometri al mercurio non avrebbero il tempo di percepire e tradurre in misurazione termica. Sempre la Nova fa notare – seconda incongruenza – che da più parti si è chiesto al governo australiano di tarare gli intervalli di misurazione della temperatura ad un minuto per evitare proprio queste distorsioni; da BoM hanno risposto che la taratura è proprio di un minuto, una cosa che però non risulta dai dati pubblicati dallo stesso dipartimento. Sulla base di queste caratteristiche, è emerso – grazie anche al lavoro di molti siti investigativi e di ricerca sul clima – che tra i termometri al mercurio e quelli elettronici c’è una differenza di 1 grado, con ovviamente quelli elettronici a misurare le temperature più alte. Oltre alla manipolazione dei dati, secondo il sito di informazione The Daily Sceptic, il governo australiano ha anche omesso i dati delle misurazioni che attestavano temperature più fredde – fatte sia con i termometri elettronici sia con quelli a base di mercurio – proprio per portare acqua al mulino della fantomatica crisi climatica.
Ma il Bureau of Meteorology australiano non è l’unico a giocare coi dati. Il National Oceanic and Atmospheric Administration, agenzia del Dipartimento del commercio degli Stati Uniti, quattro giorni fa ha pubblicato una mappa tutta colorata di rosso per lanciare l’ennesimo allarme: “dal 1885 ad oggi le temperature sono aumentate su tutto il pianeta”, con picchi di più di 1 grado. Peccato, però, che il NOAA non possa fornire alcuni dati di comparazione perché nel 1885 sul pianeta c’erano poche stazioni meteorologiche; come fanno a dire che in Africa la temperatura è aumentata di più di un grado se, nel 1885, nel continente africano non erano state installate stazioni meteo?
Ecco, dunque, che ogni giorno che passa diventa foriero di una nuova truffa sui cambiamenti climatici per diffondere il messaggio della colpevolezza dell’uomo – ovviamente l’uomo semplice, noi che andiamo in giro con la Panda a benzina, mica i padroni che volano coi jet privati – per degli eventi che comunque avverrebbero a prescindere dall’uomo e dalle sue attività. I padroni del mondo non fanno altro che confondere le acque tra cambiamenti climatici – influenzati da forze di una potenza che l’uomo non può nemmeno immaginare, come l’attività solare – e l’inquinamento causato, guarda caso da chi oggi vuole arricchirsi con le bufale sull’economia “green” e tutta la speculazione che vi ruota attorno, causando nuovi danni ancora più gravi per estrarre minerali preziosi necessari per alimentare l’industria “green”.
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