Reazioni schizofreniche in Europa alle paroIe dell’ambasciatore cinese in Francia
L’ambasciatore cinese in Francia Lu Shaye ha riconosciuto l’appartenenza della Crimea alla Russia e questo ha suscitato reazioni rabbiose dell’Ucraina e dei paesi baltici.
L’ambasciatore cinese in Francia
Lu Shaye ha rovinato il fine settimana ai diplomatici baltici e ucraini.
Rispondendo alla domanda sulla proprietà della Crimea in onda sul
canale di notizie La Chaîne Info, l’ambasciatore ha detto: “ Secondo il
diritto internazionale, anche questi paesi dell’ex Unione Sovietica non
hanno, come dire, uno status effettivo nel diritto internazionale.
Perché non esiste un accordo internazionale che specifichi il loro
status di paese sovrano ”.
L’ambasciatore ha messo
in dubbio lo “status effettivo nel diritto internazionale” dei paesi
dell’ex Unione Sovietica. Immediata è stata la reazione di Vilnius, Riga
e Tallinn, i cui timori hanno una giustificazione storica. In caso di
scoppio del caos geopolitico, le repubbliche baltiche temono di essere
schiacciate sia dall’ovest che dall’est contemporaneamente.
È
chiaro perché il regime di Kiev lo abbia preso nel suo discorso.
L’ambasciatore ucraino in Francia Vadym Omelchenko ha immediatamente
accusato il collega cinese di ” ovvi problemi con la geografia “. Ma le
parole di Lu Shaye hanno provocato una forte reazione anche nei paesi
baltici. I ministeri degli Esteri delle tre repubbliche hanno chiesto
agli ambasciatori cinesi di venire per chiarimenti lunedì 24 aprile.
Allo
stesso tempo, il ministero degli Esteri francese si è finora limitato a
esprimere ” ansia ” in relazione ” alle dichiarazioni dell’ambasciatore
cinese in Francia in merito ai confini dei Paesi divenuti indipendenti
dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. La Cina dovrebbe dire da
sola se queste dichiarazioni riflettono la sua posizione, speriamo di no
”. Tuttavia, non sembra che il ministero abbia chiamato al tappeto
l’ambasciatore cinese.
Nel
frattempo l’alto rappresentante della UE, Joseph Borrel, ha fatto un
appello alle nazioni europee a partecipare al contenimento militare
della Cina inviando navi militari nello stretto di Taiwan. Lo ha chiesto
Joe Biden all’Europa. La prima ad aderire è stata l’Italia del governo
Meloni che si è affrettata ad inviare due fregate ed una portaerei
nell’Oceano Pacifico per dimostrare la sua fedeltà alle richieste di
Washington. Da paese Mediterraneo l’Italia vouole trasformarsi un un
paese trans oceanico, una bella trasformazione.
Il
pres. ucraino Zelensky è stato invitato dalle autorità della NATO
(Stoltenberg)a sviluppare la controffensiva in modo obbligatorio.
altrimenti hanno fatto capire da Bruxelles che cesseranno gli aiuti a
pioggia dell’occidente e Ucraina sarà obbligata a trattare con la
Russia, rinunciando ai territori.
Nella prossima riunione di Vilnius della NATO, prevista in Luglio, i paesi membri dovranno decidere sugli aiuti all’Ucraina,
quali altre armi fornire, se sarà consentito, come ha detto il ministro
della difesa tedesco, di colpire obiettivi nel territorio russo, se gli
saranno forniti caccia militari ed armi a lunga gittata.
In attesa
di queste decisioni le forze russe stanno bombardando magazzini e centri
logistici in Ucraina dove sono stazionate le forniture della NATO con
bombe termobariche da 1500 Kg, e questo rende olto difficile per Kiev
organizzare una controffensiva.
Da Washington vogliono risultati sul
campo, costi quello che costi, altrimenti la NATO potrebbe essere
costretta a nuove decisioni. La Russia aspetta e non si farà vogliere di
sorpresa.
Fonti Varie
Traduzione e sintesi : Luciano Lago
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