Il simbolismo babelico del Parlamento europeo
Giorgia Audiello
Avanti.it
Sono in pochi forse a sapere o ad aver notato che l’architettura del Parlamento europeo – completato il 14 dicembre del 1999 – presenta precisi simbolismi di matrice esoterica che potrebbero essere indicativi della natura altrettanto iniziatica delle élite di potere che dominano il Vecchio Continente: la torre principale del Parlamento, infatti, denominata “Palazzo Louis Weiss” presenta delle forti similitudini con la torre di Babele di cui si narra nella Bibbia, sia per il suo carattere di incompiutezza, osservabile alla sommità dell’edificio, sia per la forma stessa della costruzione. Non a caso, la struttura assomiglia a quella ritratta nel dipinto intitolato “La Torre di Babele” di Pieter Bruegel il Vecchio del 1563. Capire il significato della narrazione biblica, dunque, permette di comprendere anche alcuni capisaldi su cui si fonda la governance europea e i suoi obiettivi. Nel racconto, infatti, emergono alcuni dei principali pilastri ideologici della cupola di potere europea e mondiale.
La storia dell’edificazione della torre di Babele è narrata nel libro della Genesi, in cui si dice che gli uomini, per non ottemperare al comandamento divino di disperdersi su tutta la terra, giunsero sulla pianura di Sennaar (in Mesopotamia) lungo il fiume Eufrate e nella città di Babele cominciarono a costruire una torre che doveva arrivare fino al Cielo, in sfida a Dio. A quel tempo l’umanità parlava un’unica lingua, ma Dio, per punirli, creò confusione tra di loro facendo in modo che ciascuno parlasse lingue diverse così che, non potendosi più capire, non potessero completare la loro opera sacrilega. Ha origine qui, dal punto di vista teologico, la divisione dell’unità di una lingua primitiva e originale detta abramitica, poi ripristinata grazie al dono dello Spirito Santo, celebrato nella festività della Pentecoste dal credo cristiano. Secondo molte tradizioni e culture antiche, tra cui anche quella ebraica, fu il famigerato tiranno Nimrod, fondatore e sovrano del primo regno dopo il Diluvio, a voler costruire la torre come atto di ribellione a Dio: «[Nimrod] trasformò gradatamente il governo in una tirannia, non vedendo altro modo per sviare gli uomini dal timor di Dio, se non quello di tenerli costantemente in suo potere. Disse inoltre che intendeva vendicarsi con Dio, se mai avesse avuto in mente di sommergere di nuovo il mondo; perciò, avrebbe costruito una torre così alta che le acque non l’avrebbero potuta raggiungere, e avrebbe vendicato la distruzione dei loro antenati. La folla fu assai pronta a seguire la decisione di [Nimrod], considerando un atto di codardia il sottomettersi a Dio. Si accinsero così a costruire la torre ed essa sorse con una velocità inaspettata», scriveva lo scrittore ebreo Giuseppe Flavio (37 – 100 d.C.) nell’opera “Antichità giudaiche”. Anche Dante Alighieri, nel canto XXXI dell’Inferno, incolpa esplicitamente Nimrod (che chiama Nembrotto) di aver provocato la confusione delle lingue, confermando così indirettamente l’associazione tra il tiranno e la costruzione della Torre di Babele, non presente nella Genesi. Per esemplare contrappasso, Nembrotto è punito con l’impossibilità di comunicare, parlando un linguaggio comprensibile solo a lui, e non potendo comprendere altri.
Costruire il Parlamento europeo come la Torre di Babele è segno della condivisione della visione di Nimrod che prevedeva un avvento graduale della tirannia, la secolarizzazione dell’umanità per sostituire il timore di Dio con la dipendenza dal potere politico, l’instaurazione di un unico governo e di un’unica religione mondiale e la sfida a Dio nel vano tentativo di prenderne il posto. Secondo il racconto biblico, la torre non fu mai completata: da qui l’incompiutezza della parte superiore della torre del Parlamento che si può interpretare quindi come la prosecuzione del lavoro interrotto di Nimrod. Del resto, a confermare il simbolismo babelico del Palazzo di Strasburgo è proprio un poster ufficiale dell’Ue, successivamente ritirato a causa delle critiche. Nel poster si vedeva il popolo europeo riedificare la torre e in basso a destra la scritta “Europa: molte lingue, un’unica voce”. Esso è la prova dell’approccio esoterico dei costruttori e del riferimento al racconto biblico: lo slogan, infatti, si riferisce alla confusione (in ebraico “balal” – da cui Babele – significa confondere) creata da Dio attraverso una moltitudine di lingue. Le stelle in alto presenti nel poster, invece, rappresentano un pentagramma rovesciato, simbolo di “Cattivo Giudizio”.
Si tratta, dunque, come diversi altri monumenti e città esoteriche quali Astana, di un simbolo che evoca una “Nuova era” caratterizzata dalla ribellione al divino, e dalla “rinascita” delle religioni misteriche, oltreché da un’unione politica e religiosa mondiale all’insegna dei culti pagani luciferini, introdotti gradualmente prima attraverso l’illusione dell’ateismo, poi con la spiritualità “new age” che include anche la nuova “religione” ambientalista. Il simbolismo babelico del Parlamento europeo riflette la tirannide di una sovrastruttura politica che ha fagocitato gli Stati nazionali per piegarli ai suoi voleri e ai suoi scopi e che ha come emblema, nel racconto tramandato dalle culture antiche, la figura di Nimrod. Si tratta dunque di un superstato accentratore o Leviatano che può essere considerato il primo blocco di un potenziale governo unico mondiale, agognato dalle élite globali. Un Leviatano che, attraverso il suo marcato simbolismo, rivela l’odio verso la fede – da qui il “laicismo” estremo dell’UE – e un’occulta e astuta promozione della tirannide.
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