Il debito non cala mai e la spesa pubblica raggiungerà il 60% del Pil
di MARIETTO CERNEAZ
Come sempre, puntuale, immancabile ecco che arriva la dimostrazione che più pagate le tasse e più lo Stato spenderà soldi per mantenere una macchina inefficienti composta da parassiti indottrinati ed utili idioti. Da sempre è così, lo Stato – la più criminale macchina assassina della storia umana – più ruba e più spreca.
Il conto, come sempre, se lo accollano i pagatori di tasse che,
si badi bene, non sono certo i dipendenti pubblici o la masnada di
inutili percettori di sussidi. Oltre al fatto che il debito pubblico,
ovvero il costo che pagheranno le generazioni future, continua ad
aumentare.
I numeri sono impietosi, come ha scritto Matteo Corsini:
- “Nel 2023 la spesa pubblica raggiungerà quasi 1.200 miliardi, circa il 60% del Pil. Nel 2019 la spesa pubblica arrivò a 870 miliardi, e già erano tanti. Ciò nonostante, si sente parlare di tagli e macelleria sociale e, come dice Giuseppe Conte, «guerra ai poveri». Sul reddito di cittadinanza, per esempio, a fronte di una minor spesa pari a 700 milioni, su quasi 9 miliardi. E che dire della spending review dei ministeri? Attesi risparmi per 800 milioni, pari allo 0,068% delle spesa delle pubbliche amministrazioni”.
Siamo al ridicolo, anzi no al superamento del ridicolo, visto che in questa manovra finanziaria – a dimostrazione che tra una Meloni ed un Conte le differenze non esistono, salvo qualche sfumatura clientelare – “sono previsti 300 milioni per la copertura degli interventi di competenza dei ministeri in coerenza con gli obiettivi indicati nella manovra di bilancio e un aumento di 400 milioni del fondo per le esigenze indifferibili, ossia somme (a deficit) che il Parlamento potrà utilizzare con gli emendamenti alla manovra”.
Di fatto, la spesa non cala mai. E meno male che è una manovra caratterizzata da “prudenza”, come ama ripetere la “borgatara de noantri”.
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