“Shock the monkey”: vedo le scimmie urlatrici della più becera propaganda pseudosanitaria
di GIANFABIO CANTOBELLI
Shock the monkey cantava Peter Gabriel in un celebre videoclip intriso di inquietudini psicotiche e fosche atmosfere di delirio.
Pox the monkey (ammala la scimmia) è invece il refrain subliminale veicolato tra le pieghe della narrazione bellica dagli infami illusionisti del laido cabaret pandemico al momento confinato, causa crisi Ucraina, nei tristi teatrini off broadway della cialtroneria pseudosanitaria.
Solo la proterva gaglioffaggine di impuniti truffatori, unita ad un disprezzo luciferino per l’altrui intelligenza può infatti concepire il malsano progetto di rieditare la macabra commedia pandemica confezionando il pacco mefitico di un nuovo morbo (“il vaiolo delle scimmie”) intorno al quale imbastire un altro sabba di menzogne terroristiche, mistificazioni pseudoscientifiche ed ulteriori attentati alla salute pubblica mercé “vaccinazioni” ad esclusivo beneficio di case farmaceutiche a loro volta sotto il controllo di potentati finanziari ai cui vertici siedono personaggi sinistramente contigui a teorizzazioni neomalthusiane dal rancido retrogusto genocidario.
Come giocatori di poker dilettanti messi all’angolo, i gerarchi in camice del dispotismo sanitario, ormai perduti in un loop di menzogne compulsive, tentano il disperato azzardo di un all-in sguaiatamente disperato pur di non abbandonare il banco dal quale, barando, hanno lucrato, sulla pelle degli italiani, potere e profitti.
Sennonché, nonostante gli occultamenti omertosi di un sistema informativo da regime sudamericano, la durezza dei fatti sta mostrando la vizza, ributtante nudità morale dei disonesti sovrani di uno scientismo affarista palesandoli per quel che davvero sono: mercenari nel laido bordello della prostituzione intellettuale e professionale.
Consapevoli di avere fornito copertura tecnica (tecnica?) ad ogni sorta di abuso di potere perpetrato in nome di un’emergenza totalmente infondata sia sotto il profilo scientifico che giuridico, asserragliati nella ridotta di un indecente “segreto militare” opposto alle legittime istanze di trasparenza in ordine alla montante marea di “effetti avversi”, intimamente terrorizzati dalla possibilità di essere dati in pasto, come capri espiatori, dai loro burattinai alla magistratura (qualora questa, un giorno, finalmente si destasse dal suo vergognoso torpore), diventa essenziale per costoro spargere cortine fumogene, alimentare isterie, tacitare le voci libere col manganello delle sospensioni / radiazioni di quei medici rimasti fedeli al giuramento di Ippocrate.
Né può escludersi in radice l’ipotesi che il fantomatico “vaiolo delle scimmie” sia solo il lercio tappeto sotto il quale nascondere la polvere radoIattiva di uno dei più diffusi (tra i tanti, troppi) “effetti indesiderati” delle terapie geniche somministrate a forza alla popolazione con quelle metodologie criminali per contrastare le quali fu stilato il Codice di Norimberga.
Personalmente più che il “vaiolo” (che, per inciso, è un morbo dichiarato estinto da decenni) vedo le scimmie urlatrici della più becera propaganda di guerra pandemica (riproposta, pari pari, con la guerra in Ucraina) agitarsi nella gabbia delle falsità nella quale hanno intrappolato vasti settori della società finendo, a loro volta, per restarne prigioniere a penzolare dalle liane sempre più esili di balle sempre più grandi che, confido, non li salveranno dall’unico esito civilmente accettabile di una esemplare condanna penale.
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