Quelle anime per sempre morte. La questione della proprietà della terra in Ucraina
di PAOLO L. BERNARDINI
Gira, da alcune settimane, sull’unica rete sociale che frequenti, ovvero Linkedin, ma molto probabilmente anche altrove, una notizia che sinceramente non sono stato in grado di verificare, e che dunque potrebbe anche essere falsa, e infatti molti tale la ritengono. Secondo tale notizia, tre grandi multinazionali, ovvero Cargill, Dupont e Monsanto, avrebbero acquistato dal governo ucraino qualcosa come 17 milioni di ettari di terra coltivabile, in parte penso la mirabile “terra nera” per cui da secoli è nota l’Ucraina. Viene anche precisato che in Italia vi sono 16,7 milioni di ettari di terra coltivabile. Si tratta di 170.000 kmq, quindi un’immensità difficilmente perfino concepibile, e dunque è molto probabile, ma senz’altro ovviamente possibile che la notizia non corrisponda al vero. Ora, se fosse vero, è chiaro che il – peraltro fallimentare – massiccio invio di armi da parte degli USA a Zelensky & Company, trattandosi di tre multinazionali americane, con la sola Monsanto formalmente germano-australiana, ma con capitale americano, sarebbe da vedersi come difesa di un (per certi aspetti legittimo, per altri no) diritto di proprietà che si vede leso. Anche se in un contesto libertario, dovrebbero essere se mai eserciti privati che inviano Monsanto e C. a difendere i propri interessi, e la proprietà legittimamente (per alcuni aspetti, per altri no), acquisita.
Certamente, un vecchio burattino come Biden, che attacca i fabbricanti di armi per le stragi a casa sua e poi li foraggia con miliardi di dollari dei contribuenti, non è da prendersi sul serio ed è certamente il peggior presidente che la storia americana abbia mai avuto. Con qualche miliardino in più i loschi fabbricanti di armi rinuncerebbe volentieri perfino alla vendita di un fucile d’assalto in un supermercato dello Utah, visto che tale vendita dà loro profitti certamente non paragonabili a fornire armi tali da essere pensate per contrastare l’esercito russo.
Lo spettacolo di oscenità che i governi danno agli esseri umani supera per sconcezza tutto ciò che la mente umana può concepire. Le opere di Sade ci appaiono come manuali di catechismo al confronto.
Ciò detto, dal punto di vista libertario si pongono molte questioni, sia se questa vendita fantastica davvero è avvenuta, sia che sia avvenuta ma non con tali dimensioni, sia che non sia avvenuta affatto.
Chi dispone di un territorio? Virtualmente, ed idealmente, coloro che lo abitano. Ma non è mai stato storicamente così. E la conquista della proprietà, come sanno bene tutti i coloni di tutti gli imperi, è impresa ardua, difficile, sia materialmente sia giuridicamente.
Stati che rivendicano come proprietà, ovvero demanio pubblico, tutto il loro territorio, da un punto di vista lo tutelano da appropriazioni altrui, ma se la proprietà viene considerata alienabile, allora il guitto Zelensky può benissimo vendere alla Monsanto 170.000 kmq di terra, che equivalgono a quasi un terzo della superficie del Paese, che è di 602.000 kmq.
Questo è uno dei punti centrali delle “privatizzazioni”: che comprendono il frazionamento e la vendita, o la vendita senza frazionamento, della terra, a chi la voglia comprare. E’ uno snodo fondamentale – si badi bene – della Storia umana, da tempi immemorabili! A chi appartiene davvero la terra?
Una regione, poniamo il Veneto, che aspiri all’indipendenza, dovrebbe primariamente fare un censimento della terra, e di ciò che vi giace sopra. E vedere a chi appartiene davvero! E quali sono le basi dei titoli di proprietà. Dunque, la prima domanda da porsi per l’Ucraina. Di chi è quella terra, che vediamo martoriata da tre mesi? Di chi sono le case che vediamo distrutte?
Non voglio asserire che appartenga alle succitate multinazionali, e che forma di proprietà vi sia, se sia una piena proprietà, o una concessione, e nel caso delle concessioni, se sono di lunga durata per molti, troppi aspetti purtroppo, assomigliano a una proprietà piena e trasmissibile, ovvero alienabile.
Non lo so.
Con Gogol condivido il giorno di nascita, il 31 marzo. Nacque in quella che guarda caso ora è Ucraina ma nel 1809 era Russia. Il suo capolavoro, “Le anime morte”, è del 1842. Anime morte non sono solo i morti sul quale il geniale truffatore del romanzo vuole speculare, ma sono tutti i contadini, servi della gleba, vivi o morti, ma anche anzi rendono molto di più da morti, come racconta la storia. Sono schiavi.
Allora vorrei domandarmi se oggi tali anime, nell’Ucraina del 2022, siano vive, e se paradossalmente ai locali oligarchi non convenga molto di più che muoiano, in quanto rendono infinitamente di più. Perché per ogni morto per mano – forse – russa, arrivano aiuti tali dall’Europa da far impallidire il truffatore Pavel IvanovičČičikov del celebre romanzo. Sono un immenso investimento!
Ora, siamo nell’abominio più assoluto, ma questo è lo spettacolo che abbiamo davanti.
E allora qualcuno ci dica:
- 1. Di chi è davvero la terra ucraina?
- 2. Qual tipo di speculazione avviene sulla pelle di questa povera gente?
- 3. Che immenso business sulle evacuazioni, i ritorni, le stragi, e quant’altro ha luogo?
Perché vogliamo saperlo? Solo per difendere la dignità dell’essere umano, per la quale il pensiero liberale – ma non solo quello, perfino quello marxista, che ne è l’antitesi! – è nato.
In mancanza di una proprietà parcellizzata, la vera proprietà, uno stato che ritengo buffonesco e criminale può certamente vendere 170.000 kmq, e un liberale coerente direbbe, “Sono suoi, può benissimo venderli a chi vuole!”. Vero. Ma come è stata ottenuta, tale proprietà? I contadini ucraini dalla età del Bronzo, diciamo così, per risalire indietro neanche tanto – si potrebbe arrivare allo Homo sapiens, a ben vedere – hanno mai avuto proprietà su qualcosa?
La questione della proprietà è il cuore della Storia. E provo pietà per quei morti, e schifo per quel regime, si badi bene, non quello russo, ma quello ucraino, che capitalizza sui morti per ottenere miliardi di dollari dall’America. E anche dall’Europa.
L’Europa è morta. Zeus la ha portata in Occidente dall’Oriente, navigando in forma di toro. Lei ha voluto tornarsene in Oriente a nuoto, ed è annegata.
Requiescat in pace. Speriamo.
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