Attualità
“Paralisi, tumori, morti improvvise”: il report choc sui vaccini di cui nessuno parla
Bizzarri, animatore della Commissione Dubbio e Precauzione, è intervenuto in un momento in cui la guerra in Ucraina ha fatto finire il tema dei vaccini e delle loro conseguenze nel dimenticatoio. Citando uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet che conferma come “la protezione assicurata contro le forme gravi della malattia e il ricovero ospedaliero, che dopo tre dosi di Pfizer si aggira intorno all’80%, crolla drasticamente intorno al 50% dopo solo 3 mesi dal booster”.
“Ma che vaccino è quello che – nonostante tre dosi! – assicura una protezione che tende a svanire dopo tre mesi?” si è chiesto Bizzarri. Non solo. Sempre sulle basi della ricerca, Stephanie Seneff, direttore di ricerca al Mit di Boston ha sottolineato: “La vaccinazione induce una profonda compromissione nella trasmissione del segnale dell’interferone-1, il che ha diverse conseguenze negative per la salute umana; (le modificazioni indotte dal vaccino) hanno potenzialmente un nesso causale con malattie neurodegenerative, miocardite, trombocitopenia immunitaria, paralisi, malattie del fegato, ridotta immunità adattativa, ridotta risposta al danno del Dna e sviluppo di tumori”.
Un allarme non isolato, visto che anche uno studio pubblicato da Nature Scientific Report ha evidenziato come “l’incidenza di miocarditi sia cresciuta di oltre il 25% tra i giovani sottoposti a vaccino con parallelo incremento delle morti cardiache improvvise”. Per Bizzarri si tratta di cifre che “fanno preoccupare” e che vanno lette nell’ottica del business del vaccino, un campo in cui la stessa BioNTech è arrivata ad ammettere: “Le nostre entrate dipendono fortemente dalle vendite del nostro vaccino contro il Covid-19 e le nostre entrate future dal nostro vaccino contro il Covid-19 sono incerte (dato che) il profilo di sicurezza del nostro vaccino contro il Covid-19, compresi gli effetti collaterali precedentemente sconosciuti o l’aumento dell’incidenza o della gravità degli effetti collaterali noti possono essere un fattore di rischio”.
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