Vaiolo delle scimmie, sapevano già e i farmaci erano pronti. Cosa non torna nella nuova “pandemia a orologeria”
In Italia ha iniziato a fare chiarezza sull’argomento Scenari Economici, riprendendo un articolo del Saint Vincent Times che citava un resoconto del marzo 2021 dell’NTI, una no profit internazionale, che spiegava di aver collaborato con la Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera per condurre un’esercitazione teorica sulla riduzione delle minacce biologiche ad alta gravità. L’oggetto teorico dell’esercitazione era proprio la nascita e diffusione di una variante particolarmente aggressiva del vaiolo delle scimmie (Monkeypox). Curioso, no? Tutto questo è accaduto solo un anno fa. “A questa esercitazione, che doveva valutare la preparazione dei sistemi sanitari internazionali, hanno partecipato 19 leader ed esperti provenienti da Africa, Americhe, Asia ed Europa, con decenni di esperienza combinata nel campo della salute pubblica, dell’industria biotecnologica, della sicurezza internazionale e della filantropia”.
Alla fine, lo scenario dell’esercitazione rivelava che “l’epidemia
iniziale è stata causata da un attacco terroristico che avrebbe
utilizzato un agente patogeno creato in un laboratorio con disposizioni
inadeguate in materia di biosicurezza e di sicurezza biologica e con una
debole supervisione. L’esercitazione valutava che, alla fine, ci
sarebbero stai tre miliardi di casi e 270 milioni di morti. Le
discussioni durante l’esercitazione hanno generato una serie di
indicazioni e risultati chiave. In particolare, i partecipanti
all’esercitazione hanno concordato sul fatto che, nonostante i
miglioramenti apportati in seguito alla risposta globale alla COVID-19,
il sistema internazionale di prevenzione, rilevamento, analisi, allarme e
risposta alle pandemie sarebbe inadeguato”.
Le indicazioni tratte dall’esercitazione prevedevano la necessità di migliore il sistema di rilevamento, miglioramento dei sistemi internazionali di valutazione, come quelli dell’IMS, della governance della ricerca biologica e nel suo sistema di finanziamento della ricerca. Veniamo ora all’altra questione, ripescata dal Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica. Si legge: “In data 28 febbraio 2022 (quindi quando nessuno era ancora minimamente a conoscenza del vaiolo delle scimmie, ndr) l’Unione Europea, con due mesi di anticipo rispetto ai casi di Monkeypox che si sono verificati in Europa e negli Usa da inizio maggio, aveva rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio di un farmaco denominato Tecovirimat SIGA per il trattamento del vaiolo, vaiolo della scimmia e vaiolo bovino. Autorizzazione recepita in marzo da AIFA con Determina AIFA n. 43_2022 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 86 Anno 163 del aprile 2022″. Non è strana questa coincidenza?
L’invito è a consultare le fonti che abbiamo linkato, Gazzetta Ufficiale e Determina Aifa, per comprovare che non si tratta di fake news, ma di documenti ufficiali. Mettendo in fila i pezzi, quindi, capiamo che un anno fa viene fatto un esperimento sul vaiolo delle scimmie; molto tempo prima viene autorizzato un farmaco per un problema che in realtà ancora non esiste; poi il problema effettivamente e “magicamente” si presenta; parte il solito terrorismo mediatico con annessa pubblicità di quel farmaco e di quel vaccino; rispuntano in tv e sulla stampa i televirologi che bombardano con allarmismi vari relativi alla nuova presunta emergenza. Tutto chiaro? Se 2 + 2 fa 4…
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