Occorre precisare che il poxvirus cui ci si riferisce nei media mainstream a proposito del cosiddetto vaiolo delle scimmie non è il ceppo centroafricano (Congo) più pericoloso e letale fino al 10% ma quello afroccidentale che è molto meno pericoloso. Per cui ha ragione il prof. Tarro nell'affermare che l'allarmismo mediatico e istituzionale è ingiustificato e assai sospetto, avente lo scopo di perpetuare il panico sociale e continuare il business di Big Pharma e la politica autoritaria. Amche le modalità di diffusione rilevate finora tra i pochi casi di contagiati in tutto il mondo sono assai sospette, come lo erano per il Sars-Cov2. Claudio
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Fonte: GOSPA NEWS INTERNATIONAL
https://www.gospanews.net/2022/05/24/clamoroso-vaiolo-delle-scimmie-genoma-contagioso-modificato-a-wuhan-nel-2021-laboratorio-cinese-ancora-nella-bufera/
Clamoroso! VAIOLO DELLE SCIMMIE: GENOMA CONTAGIOSO MODIFICATO A WUHAN NEL 2021. Laboratorio Cinese ancora nella Bufera
La coincidenza è così clamorosa e macroscopica che sembra costruita ad arte e pertanto cercheremo nei prossimi giorni di capire se ci possa davvero essere qualche nesso di causalità o se non sia una sorta di “false-flag” batteriologica: un depistaggio per incolpare ulteriormente la Cina di un virus da laboratorio.
Mentre in Italia il Centro Nazionale di Malattie Infettive Spallanzani segnala altri 2 casi che portano a 5 i contagiati da Vaiolo delle Scimmie (Monkey PoX Virus) e nel resto del mondo l’OMS intravede la soglia psicologica (ma non allarmante per ora) di 100 casi, dall’India arrivano i primi sospetti che ancora una volta mettono il Wuhan Institute of Virology (WIV) nell’occhio del ciclone.
Il media investigativo GreatGameIndia ha infatti segnalato alcuni esperimenti pericolosi sul MPXV (nome tecnico del virus) condotti nei mesi scorsi proprio nell’ormai famigerato centro di ricerca di malattie infettive della città dove si registrò il primo focolaio di SARS-Cov-2.
Proprio perché in 52 inchieste dal titolo WuhanGates abbiamo evidenziato il ruolo centrale del WIV nella costruzione dell’agente patogeno della pandemia da Covid-19 riportiamo con attenzione questa ricerca.
Al tempo stesso siamo ben consapevoli del ruolo ancor più determinante nella manipolazione del SARS-Cov-2 artificiale svolto dal Pentagono, il Dipartimento della Difesa americano, con la Big Pharma Moderna, grazie ai finanziamenti di Anthony Fauci e Bill Gates.
Poiché ciò sarebbe avvenuto anche grazie alla copertura del controspionaggio della CIA negli esperimenti sui centri di ricerca di Ucraina e Georgia come il Richard Lugar Center di Tbilisi, nutriamo il timore che possa essere un’altra manovra contro la Cina di genere “false-flag”, la tecnica usata di recente in Ucraina (Mariupol e Bucha) per accusare l’esercito russo di crimini di guerra perpetrati invece apposta dai nazisti del Battaglione Azov al servizio del regime di Kiev.
Nei giorni scorsi, inoltre, una parlamentare russa delegata a investigare sui bio-laboratori diretti dal Pentagono in Ucraina ha denunciato che sono stati condotti esperimenti con finalità aggressive anche sul virus del vaiolo.
Per ora analizziamo i fatti in modo asettico. La rivista specialistica Virologica Sinica il 10 agosto 2021 ha ricevuto uno studio di cui valutare la pubblicazione, accettata dopo revisione il 23 febbraio 2022, messa online il 28 dello stesso mese e poi ripubblicata anche da Science Direct sotto il titolo “Efficient assembly of a large fragment of monkeypox virus genome as a qPCR template using dual-selection based transformation-associated recombination”.
In italiano significa “Assemblaggio efficiente di un grande frammento del genoma del virus del vaiolo delle scimmie come modello qPCR utilizzando la ricombinazione associata alla trasformazione basata sulla doppia selezione”.
Si tratta di un esperimento estremamente sofisticato sulla tecnica TAR, dall’acronimo inglese di “Ricombinazione associata alla trasformazione”. In poche parole è un esperimento di ricombinazione-trasformazione di agente patogeno che è stato condotto proprio sul MPXV.
A realizzarlo sono stati Lei Yang, Lingqian Tian, Leshan Li, Qiuhong Liu, Xiang Guo, Yuan Zhou Rongjuan Pei, Xinwen Chen e Yun Wang che lavorano tutti al Wuhan Institute of Virology, Center for Biosafety Mega-Science, Chinese Academy of Sciences e alcuni alla University of Chinese Academy of Sciences di Pechino.
Per precisione pubblichiamo anche l’abstract sebbene sia davvero complicato da decifrare anche per chi, come Gospa News, dal marzo 2020 ha letto, analizzato e pubblicato ormai circa 200 riviste scientifiche correlate al SARS-Cov-2.
UN GENOMA SINTETICO CREATO COL VAIOLO DELLE SCIMMIE
«La ricombinazione associata alla trasformazione (TAR) è stata ampiamente utilizzata per assemblare grandi costrutti di DNA. Uno degli ostacoli significativi che ostacolano l’efficienza dell’assemblaggio è la presenza di percorsi di riparazione del DNA soggetti a errori nel lievito, che si traduce in ricircolarizzazione della spina dorsale del vettore o prodotti di ricombinazione illegittimi» spiegano gli scienziati.
«Per aumentare l’efficienza dell’assemblaggio TAR, abbiamo preparato un vettore TAR duale selettivo, pGFCS, aggiungendo una cassetta PADH1-URA3 a un vettore navetta lievito-batteri precedentemente descritto, pGF, che ospita una cassetta PHIS3 – HIS3 come marcatore di selezione positivo. Questa nuova cassetta funziona come un marcatore di selezione negativo per garantire che il lievito che ospita un vettore ricircolato non possa propagarsi in presenza di acido 5-fluoroorotico. Per impedire a pGFCS recante ura3 di ricombinarsi con ura3-52 endogena nel genoma del lievito, è stato preparato un ceppo di Saccharomyces cerevisiae altamente trasformabile, VL6-48B, mediante sostituzione cromosomica di ura3-52 con un transgene che conferisce resistenza alla blasticidina».
Il linguaggio è da biochimici esperti ma è facile comprendere che si tratta di una manipolazione virologica artificiale.
«Un frammento genomico di 55 kb del virus del vaiolo delle scimmie che comprende bersagli di rilevamento primari per la PCR quantitativa è stato assemblato da TAR utilizzando pGFCS in VL6-48B. L’assemblaggio TAR mediato da pGFCS ha mostrato un tasso zero di ricircolarizzazione del vettore e una resa di assemblaggio corretta media del 79% indicando che la strategia a doppia selezione fornisce un approccio efficiente per ottimizzare l’assemblaggio TAR».
Nella discussione della ricerca gli scienziati sono ancora più precisi in relazione al metodo che indica i punti di inserzione delle modifiche chimiche: «Il genoma dell’estremità 5′ (1–55543 bp) del ceppo MPXV Congo_2003_358 (accesso GenBank DQ011154.1) è stato sintetizzato chimicamente. Il DNA genomico virale sintetizzato comprende quattro segmenti continui. Ciascun segmento virale era lungo circa 15 kb (Fig. 3A), con 100 bp di sovrapposizione tra segmenti adiacenti».
«L’Istituto di virologia di Wuhan ha costruito un genoma del virus del vaiolo delle scimmie, consentendo al virus di essere rilevato dai test PCR, impiegando una tecnologia che gli scienziati hanno avvertito potrebbe portare alla creazione di un “agente patogeno contagioso”» rileva GreatGameIndia.
AGGIORNAMENTO SUI CONTAGI NEL MONDO
L’epidemia viene descritta al 21 maggio con 92 casi confermati dagli esami di laboratorio e 28 casi sospetti con indagini in corso. La distribuzione geografica dei casi confermati e sospetti di Monkeypox riguarda tre regioni: Oceania, Europa, America. Ci sono casi in Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito, Stati Uniti d’America.
«Monkeypox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie, è una rara malattia infettiva virale causata dal poxvirus, un virus del genere Orthopoxvirus e della famiglia Poxviridae. Osservato per la prima volta nel 1958 in alcune scimmie di un laboratorio in Danimarca, il virus responsabile del vaiolo nei primati non umani è già noto alla comunità scientifica, perché è endemico nell’Africa centrale ed occidentale, con due distinti clade» spiega in un articolo molto preciso Nurse24.It.
Alla luce di un’epidemia scoppiata nel 1997 in Congo, studi epidemiologici successivi confermarono che il virus può essere trasmesso anche agli esseri umani e che è possibile la trasmissione interumana. La malattia è pertanto una zoonosi virale, ossia un virus trasmesso all’uomo dagli animali. Il virus è in grado di infettare specie differenti. Il primo caso umano di Monkeypox è stato identificato in un bambino in Congo nel 1970.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in una nota del 19 maggio 2022, segnala che il patogeno responsabile della malattia appartiene alla stessa famiglia del vaiolo umano, ma presenta una minore diffusività e gravità. L’infezione inoltre è relativamente infrequente nell’uomo e fuori dall’Africa. Sinora ha colpito sporadicamente l’uomo, soprattutto in remoti villaggi del Congo e del Sudan in piccoli focolai auto limitanti.
Carlo Domenico Cristofori
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