La gestione liberticida della pandemia ha sconvolto le abitudini esistenziali e di consumo della popolazione alterando in modo significativo le condizioni produttive delle aziende, alcune penalizzate fino al fallimento e altre sviluppatesi fino allo spasimo, con difficoltà a star dietro agli ordinativi, con la variabile paradossale della mancanza di manodopera (nonostante la forte disoccupazione), sempre a causa della folle gestione del virus da parte delle autorità. A risentirne è stata in modo particolare la logistica, le catene di approvvigionamento, i trasporti sia nei tempi di consegna che nei costi saliti alle stelle, le stesse materie prime sempre più di difficile reperibilità e dai costi proibitivi. Per citare un esempio esplicito, ci sono migliaia di navi da trasporto, spesso portacontainer, che sono ferme al largo dei principali porti, che non riescono a scaricare le merci, dovendo attendere mediamente alcune settimane per poterlo fare. Questo sia per l'aumento della domanda da parte dei consumatori e sia per le restrizioni locali anti-COVID. Le catene di approvvigionamento sono un sistema molto complesso e interconnesso,ad esempio la scarsa disponibilità di legname e l'aumento del suo costo ha influito sulla disponibilità e il costo dei pallets, senza i quali non si trasporta nulla. generalmente i politicanti non capiscono nulla di questi argomenti ma tendono solo a intervenire a sproposito con la loro burocrazia che peggiora lo stato delle cose. Meglio che lascino fare agli addetti ai lavori, che sono più competenti e motivati di loro. Claudio
Articolo pubblicato con l’autorizzazione ad libitum dell’editore della testata.
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Le catene di approvvigionamento e l'economia della scarsità
https://yellowhammernews.com/supply-chains-and-the-shortage-economy/
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