Carlo Lottieri è un prestigioso esponente del pensiero libertario e della Scuola Economica Austriaca cui partecipo/condivido da una ventina di anni. Un altro grande intellettuale che prende posizione a favore della libertà ormai calpestata in Italia da un governo liberticida, dispotico e distopico. Le domande poste dal giornalista dell'Huffington Post sono tipiche dei media mainstream che simulano di non sapere come stanno realmente le cose, ma Lottieri non si presta a tale finzione e banalizzazione fuorviante. Claudio
Fonte: La Pekora Nera
Il prof. Carlo Lottieri: «Non mi vaccino. Siamo in presenza di forme sottilmente totalitarie»
La presenza di Carlo Lottieri alla Commissione Dubbio e Precauzione, il gruppo di controinformazione sul covid voluto da Giorgio Agamben, Massimo Cacciari e Ugo Mattei, ci ha molto incuriosito, si legge su Huffpost.
Lottieri, professore di Filosofia del diritto a Verona, è infatti uno dei più stimati pensatori liberali italiani, fra i fondatori dell’Istituto Bruno Leoni e considerato l’erede di Sergio Ricossa.
Di seguito l’intervista di
«Professore, dunque cosa ci faceva ieri a Torino insieme a Cacciari, Mattei e Agamben?
Da qualche tempo penso che stiamo assistendo a un cambiamento
istituzionale, sociale e politico che sta restringendo le libertà
individuali in nome di un appello all’emergenza, e ritengo questo che
esiga una reazione. Siamo persone che hanno trascorsi diversi e idee
anche contrastanti, ma che si trovano d’accordo di fronte all’esigenza
di tutelare l’inviolabilità del corpo umano, opponendosi all’isteria
alimentata dal potere attuale. Di fronte al Leviatano sanitario serve
una coalizione che difenda la libertà di pensiero. Mi piace il fatto che
si parli di noi come di “renitenti”, come di coloro che nella Prima
guerra mondiale si rifiutavano di uccidere e di morire.
Ma la vostra libertà mette in pericolo la libertà altrui.
Rifiutate di uccidere o morire ma aumentate il rischio per chi vi sta
attorno. C’è una dimensione collettiva della libertà, non può non
tenerne conto.
Non è così. O i diritti fondamentali esistono e sono inviolabili, oppure
non esistono per nulla e sono mere concessioni del potere. Né penso
difendibile la tesi secondo la quale la scelta di non vaccinarsi
comporterebbe un danno per gli altri. Il grande equivoco è che o
sosteniamo che vaccini sostanzialmente funzionano, o riteniamo che non
funzionano. Se ti vaccini e hai una copertura dal virus, cosa temi dagli
altri? Una persona protetta dal vaccino – che ha meno probabilità
d’infettarsi e se questo avviene molto spesso non deve affrontare gravi
conseguenze – ha davvero poco da temere da un non vaccinato. C’è un
brocardo che recita: “De minimis non curat praetor”. Il comportamento di
chi non si vaccina non può essere considerato lesivo dei diritti
altrui, e infatti in vari Paesi non lo è.
Ma i vaccini sono un argine alle ospedalizzazioni, agli ingressi in terapia intensiva, agli stessi decessi.
Questo non lo discuto. Non siamo contro i vaccini. Chi vuole può
tutelarsi con questo strumento e dovrebbe anche avere il diritto di
poter scegliere quale tra i molti vaccini disponibili, senza per forza
farsi iniettare un farmaco scelto da altri. Mia madre è vaccinata e mia
figlia lo è, e mi fa piacere che lo siano.
Lei no?
Io no.
Ma se non è contro i vaccini!
Ho scelto di non vaccinarmi per una questione di principio:
etico-giuridica, non sanitaria. Tutti gli anni tengo un corso
sull’obbligo politico (cercando di mostrare come sia illegittimo che
alcuni uomini dispongano di altri uomini), e sarei stato incoerente se
avessi subito chinato la testa: accettando senza la minima reazione la
condizione di suddito.
Ma perché suddito, scusi?
Perché quando qualcuno impone qualcosa a qualcun altro, il secondo non è
più un uomo libero. E perché c’è stata una scelta politica precisa:
quella di puntare solo su una delle varie risposte possibili. Ma la
medicina deve essere tarata su persone tra loro molto diverse. In
ragione di un ben preciso calcolo politico, ci considerano tutti
identici, e in tal modo si sta scivolando verso logiche totalitarie
giustificate da quella che viene chiamata “la scienza”. La ricerca
scientifica autentica, invece, vive di dibattiti e cresce attraverso
autentiche rivoluzioni, come furono quelle di Galileo oppure Einstein,
che dissero cose del tutto eretiche rispetto alle opinioni degli altri
studiosi in quel momento.
Ma ci sono già almeno 10 vaccini obbligatori per i bambini nel nostro paese, e nessuno ha mai posto di questi problemi.
Non è vero: c’è chi giustamente ha protestato e ha alzato le barricate! È
vero che l’Italia ha una storia profondamente illiberale da questo
punto di vista. Fra un po’ imporremo pure le trasfusioni ai testimoni di
Geova…
Non mi dica che è d’accordo con Agamben quando introduce analogie tra Draghi e il nazismo.
Abbiamo alle spalle cinque secoli di storia dello stato moderno:
un’istituzione che non riconosce nulla sopra di sé. Queste cose le
dicevano Bodin, Hobbes e Rousseau, non io. Come europei, dobbiamo sapere
che abbiamo costantemente nella nostra storia il rischio totalitario:
non è un qualcosa venuto dal nulla e che si è esaurito nella Germania
degli anni ’30 e ’40.
Dunque mi faccia capire: pensa che oggi ci siano elementi per
poter fare dei paralleli con le leggi razziali, o con l’eliminazione
dei disabili portata avanti da Hitler…
Penso che siamo in presenza di forme sottilmente totalitarie. Hannah
Arendt sostiene che nei regimi totalitari il potere non si limita a
comandare, ma punta a conquistare il cuore e la mente dei suoi
cittadini. Il vero trionfo del potere non è la passiva obbedienza, ma
l’attiva partecipazione. In questo senso il green pass è cruciale,
perché chiede un’adesione attiva. D’altra parte, quella libertà di
pensiero che storicamente era associata alla tolleranza – qualcosa che
sembrava ormai acquisito – è oggi sempre più limitata. Si pensi alla
difficoltà di ragionare seriamente sugli eventi avversi. Siamo di fronte
a una prospettiva dogmatica e bigotta, che condanna sul piano morale
ogni dissenziente.
Non sarà anche lei sostenitore del Great Reset o di questo tipo di tesi complottiste?
Quello che penso è che vi una generale convergenza sul piano ideologico e
degli interessi: burocrati, politici, organismi internazionali,
imprese, sindacati, chiese e via dicendo convergono in maniera naturale a
protezione del nuovo potere. Non c’è quasi più spazio per un’economia
libera, così come si restringe la possibilità di un pensiero
indipendente e scettico. Non c’è allora bisogno di un disegno, perché ci
sono tanti interessi sintonizzati tra loro e c’è una comune visione
ideologica nelle élites. Ed è già pronto quel che verrà dopo.
E cosa verrà dopo?
La crisi climatica sarà la nuova emergenza, utile a distruggere ancor più il diritto e le libertà individuali.
Aspetti un attimo, cosa c’entra?
La dissoluzione del diritto troverà una straordinaria opportunità su
quel versante, e può già contare su un consenso costruito nel corso di
decenni. Perché vede prima che vi fosse un’offerta di pandemia c’era una
domanda di pandemia.
Ma che significa una “domanda di pandemia”?
Per i governi e le élite a loro connesse la pandemia è stata una
straordinaria opportunità: tanto più che abbiamo visto una società che
ha chiesto solo di essere guidata, timorosa di morire di Covid e
dominata da un’isteria irrazionale. Dal coprifuoco dopo le 10 di sera
alle mascherine all’aperto, abbiamo aderito a misure senza senso.
Mi perdoni: quindi secondo lei da Biden a Putin, da Draghi a
Merkel, da Aifa a Ema, sono tutti d’accordo in un grande piano
interconnesso per controllarci?
I governi esistono e contano molto, le lobby egualmente, e le élite
pure. Poi per fortuna c’è qualche defezione: dalla Svezia alla Florida.
Ma noi italiani purtroppo abbiamo fornito lo standard, essendo stati il
primo paese occidentale a essere stato colpito. E non è un caso che
abbiamo prima dato il fascismo all’Europa e poi per decenni abbiamo
avuto il partito comunista più grande dell’intero Occidente.
Volete fare un partito anche voi?
Personalmente penso che sarebbe disastroso. Abbiamo idee molto diverse,
anche se siamo uniti in difesa dei diritti fondamentali, della libertà
di cura e della difesa del pluralismo. Credo che servirebbe una serie di
realtà politiche molto diverse, ma in grado di allearsi. Un comitato
chiamato a restaurare il diritto e la libertà di espressione.
Ma libertà d’espressione è garantita. Le vostre tesi sono sui giornali, io la sto intervistando, andate in tv.
In genere sono trappole. Basti dire che siamo definiti “negazionisti”,
un termine che nacque per chi negava la Shoah, e che poi usato per il
clima. Qualunque cosa pubblichiamo su Fb ci becchiamo una sospensione.
C’è un’evidente alleanza tra politica, scienza, finanza, media.
Ma nel regime autoritario che denuncia lei è libero di sostenere queste posizioni!
Quanti come me esprimono queste tesi possono farlo, ma sanno che
pagheranno un prezzo. Un mio collega, a Verona, a stato allontanato dopo
due minuti in televisione. Molti altri quindi tacciono per evitare
conseguenze. A me questo non sembra normale».
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