L'economista Nino Galloni coniuga l'esperienza diretta con la specializzazione economica e monetaria e l'onestà intellettuale ed è pertanto tra le poche persone in grado di fornire valutazioni obiettive, attendibili ed esaustive sulla situazione che stiamo vivendo. Ci rivela che le emergenze in corso sono tutti artifici per distogliere l'attenzione dai veri problemi che sono finanziari e cercare di porvi rimedio, ovviamente a danno della popolazione. Galloni è stato direttore generale del Ministero del lavoro dal 1990 al 2002 ricoprendo parecchi incarichi pubblici negli anni successivi collaborando anche con l'OCSE. Attualmente è presidente del Centro Studi Monetari. Claudio
Nexus Next, 10/12/2021
NINO GALLONI: CHI FABBRICA LE EMERGENZE CREATE PER SALVARE IL SISTEMA FINANZIARIO
Credete davvero che le grandi emergenze ci piovano addosso per cause accidentali? Un grande economista come Antonino Galloni ribalta la visione corrente: l'emergenza - di qualunque genere, da quella incarnata da Greta all'ultimissima, sanitaria - è utilizzata per concentrare il potere nelle mani dell'élite che ha portato il pianeta sull'orlo del collasso attraverso il sistema finanziario. «L’emergenza “serve” per evitare di entrare nel merito delle questioni: perché non si riesce più a dare una risposta ai grandi cambiamenti dell’economia e della società, il cui primo (e fondamentale) è l’abbandono della moneta a debito». Il guaio? La tecnologia produttiva, oggi, può fare a meno di milioni di lavoratori. Alcuni comparti, invece - come i servizi alla persona e la manutenzione dell'ambiente - hanno un urgente bisogno di addetti. Ma attenzione: non si tratta di attività lucrose. «Quindi, questi servizi non possono essere gestiti in termini capitalistici, cioè di profitto».
«Il sistema capitalistico, infatti, induce a produrre solo quello che si può rivendere con un adeguato profitto». La soluzione, per Galloni, è semplice: immettere moneta non a debito, a costo zero. «Ma ha un “piccolo” difetto: spiazzerebbe le grandi banche, le grandi entità finanziarie del pianeta, quelle che hanno governato il mondo per secoli - o per millenni: prima con l’oro e poi con la moneta creata dal nulla». Ragiona Galloni: siamo arrivati a 4 milioni di miliardi di dollari di debiti, cioè di derivati e di “swap”. Vale a dire: 54 Pil mondiali. «Ci stracciamo le vesti perché il debito pubblico dell’Italia si avvicina ad essere una volta e mezzo il Pil nazionale, ma non diciamo niente sul fatto che il debito del pianeta è 54 volte il Pil terrestre». E qual è la caratteristica di questo capitalismo ultra-finanziario e collateralizzato? «All'economia reale, tutta questa moneta non deve arrivare».
Ci raccontano che siamo troppi, e troppo voraci nell'erodere le risorse terrestri? Una bufala storica, quella neo-malthusiana: «Il rapporto fra sviluppo economico e inquinamento non è reso da un’equazione lineare, perché il progresso tecnologico abbatte l'impatto sull'ambiente. Se infatti oggi producessimo con le tecnologie di cent’anni fa tutto quello che attualmente produciamo, saremmo già morti». In realtà le tecnologie si sono costantemente evolute: rappresentano la variabile decisiva di un'equazione che non è lineare, ma differenziale. «Certo, che dobbiamo “darci una regolata” per l’inquinamento da sviluppo. Ma non c'è nessun bisogno di regredire». E dato che l'establishment non sa come uscirne, non volendo rinunciare al controllo del suo sistema finanziario “impazzito”, eccoci immersi nell'emergenza artificiale permanente.
Galloni su YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=92TGERTBo4U
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