Il Tribunale di Padova ha rinviato alla Corte di
giustizia UE la questione dell’autorizzazione condizionata alla messa in
commercio dei vaccini contro la Covid-19 se infrange o no i regolamenti europei
in materia di farmaci. L'autore dell'articolo sottostante è l'avv. Fusillo del Movimento Libertario che fin dalle origini suggeriva di seguire questo percorso, cioé rivolgersi in qualche modo alle istituzioni europee per superare l'impasse corruttivo, dispotico e distopico italico. Claudio
Articolo pubblicato con l’autorizzazione ad libitum dell’editore della testata.
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SULLA PRONUNCIA DEL TRIBUNALE DI PADOVA
A cura dell’avv. Alessandro Fusillo
Fin
dal principio della dittatura sanitaria ho sostenuto che le norme
adottate in Italia sono incompatibili con il diritto dell’Unione Europea
e quindi inapplicabili!
Finalmente, con un’importante sentenza il
Tribunale di Padova, in una causa patrocinata dall’avv. prof. Augusto
Sinagra, ha deciso di rimettere alla Corte di giustizia UE la questione
interpretativa concernente la compatibilità dell’autorizzazione
condizionata alla messa in commercio dei vaccini contro la malattia
Covid-19 con i regolamenti europei in materia di farmaci.
Un nuovo
farmaco può essere, infatti, autorizzato per la messa in commercio,
anche prima della conclusione dei test clinici, solo quando non vi sia
un altro trattamento approvato. Sappiamo invece che per la malattia
Covid-19 esistono molte cure efficaci, ufficialmente approvate.
Inoltre, il tribunale di Padova ha chiesto alla Corte di giustizia UE di pronunciarsi sulla possibilità di imporre come obbligatorio un vaccino autorizzato solo provvisoriamente in attesa del completamento degli studi clinici sulla sua sicurezza ed efficacia.
Finalmente un tribunale italiano ha riconosciuto la
necessità di valutare i provvedimenti illegali del governo italiano alla
luce del diritto europeo che ha prevalenza sulle norme interne.
Questa è la dimostrazione che la strada tracciata dai miei ricorsi è quella giusta.
Sono
stato tra i primi a sostenere la via europea, spesso criticato senza
alcun fondamento. La giustizia è lenta ma arriva inesorabile.
Un
plauso all’avv. prof. Augusto Sinagra che ha ottenuto l’importantissima
pronuncia del tribunale di Padova. Anche nei procedimenti da me
instaurati, individuali e collettivi, ho già chiesto fin dall’inizio il
rinvio della stessa e di altre questioni interpretative alla Corte di
giustizia UE.
Finora i giudici non avevano voluto rivolgersi alla
Corte di giustizia UE e mi auguro che l’esempio del tribunale di Padova
li spinga a farlo.
La fine della dittatura sanitaria si avvicina.
In molti ci stanno chiedendo se non è possibile rivolgersi direttamente alla Corte di giustizia UE. Ovviamente non si può. Come nel caso della sentenza del tribunale di Padova è necessario che sia un giudice a rimettere gli atti alla corte. Gli avvocati possono solo chiederlo ma non hanno accesso diretto alla Corte UE.
Ricordiamo anche che la
Corte di giustizia UE è un giudice diverso dalla CEDU. Quest’ultima, la
Corte di giustizia dei diritti dell’uomo, ha sede a Strasburgo, non è un
organo dell’Unione Europea e decide delle violazioni dei diritti
fondamentali stabiliti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
La
Corte di giustizia UE ha sede a Lussemburgo, è il giudice supremo
dell’Unione Europea e decide dell’interpretazione del diritto
dell’Unione. In particolare ha competenza a pronunciarsi sulla questione
se le norme europee vadano interpretate nel senso della loro
incompatibilità con disposizioni nazionali che siano in contrasto con i
principi superiori del diritto dell’Unione.
Ad esempio, come ho
sempre sostenuto, qualsiasi trattamento sanitario obbligatorio, compreso
il tampone, è incompatibile con l’art. 3 della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione Europea che prevede la necessità del consenso
libero e informato per qualsiasi trattamento sanitario.
Avv. Alessandro Fusillo
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