15 Dic 2021
L’ Impero Anglo USA sta arrivando alla sua fase finale, i segnali ci sono tutti
di Luciano Lago
La Storia ci insegna che ogni Impero ha un periodo di espansione, raggiunge il culmine della sua potenza in uno spazio e un tempo salvo poi contrarsi e crollare dopo eventi inarrestabili. Dall’Impero Romano a quello Asburgico (Austro Ungarico), da quello Spagnolo (Carlo V) a quello Napoleonico, la dura legge della Storia segna le vicende del potere temporale.
Anche nel caso dell’Impero Americano i
segnali indiretti ci sono tutti e si possono trarre le conclusioni,
ovvero che anche questo Impero si avvia all’epilogo della sua parabola
storica.
Riepiloghiamo qui i principali segnali:
- Nonostante il Golpe a Kiev del 2014 (pilotato dagli Stati Uniti), la Russia ha recuperato la Crimea e, dopo il crollo dell’URSS, approfondisce l’integrazione nella Shanghai Cooperation Organization (SCO), un club economico e di sicurezza in Asia che esclude gli Stati Uniti e include circa il 40% della popolazione mondiale (Cina, India e Pakistan ne fanno parte). Nel contempo Mosca realizza uno stato dell’Unione con la Bielorussia, anche se lentamente. In queste circostanze gli Stati Uniti non possono impedire la continua espansione della Russia.
- In Medio Oriente ed in Asia gli Stati Uniti sono stati sconfitti in Siria, il loro progetto di balcanizzazione è stato impedito grazie all’Intervento russo e iraniano e lo stesso Iran, resistendo alle sanzioni, si è avvicinato all’arricchimento dell’uranio al livello oltre il quale inizia il possesso di armi nucleari. L’Iran sta per entrare a far parte del club delle potenze nucleari e la sua influenza si è allargata in tutto il Medio Oriente.
- Nonostante tutte le pressioni degli Stati Uniti, la Cina si è avvicinata all’integrazione di Taiwan e procede nel suo mega progetto della “Belton Road” a cui hanno aderito oltre 140 paesi. Questo significa il crollo del mondo unipolare sotto gli auspici degli Stati Uniti, che non possono né fermare né invertire questo processo di forte espansione della Cina che oggi possiede tecnologie e produzione industriale che collocano il paese asiatico al vertice delle super potenze mondiali.
Questi cambiamenti dell’ordine mondiale significano che
la sfera in cui gli Stati Uniti possono cercare, se non l’espansione,
almeno la conservazione del loro dominio si sta restringendo.
Ovviamente tale processo comporta modifiche sostanziali nella
ripartizione degli equilibri di potere mondiali che saranno di vasta
portata e di lungo termine.
In paralleo gli Stati Uniti stanno
subendo una forte crisi interna dovuta alle loro contraddizioni,
diseguglianze sociali, conflitti razziali, emergenza immigrazione,
radicalizzazione dell’ala estrema di una parte dell’elettorato
statunitense, fattori questi che porteranno ad un indebolimento della
nazione americana e allo scoppio di tumulti sempre più frequenti. A
questo si accompagna il crollo del modello americano divenuto
sempre più paragonabile ad un sistema oligarchico delle elite del
denaro, travestito da democrazia.
La sfera di influenza
degli Stati Uniti si va restringendo malgrado i patetici tentativi di
Washington di creare un “fronte delle democrazie” da contrapporre agli
stati autoritari, nell’affannoso tentativo di impedire il consolidarsi
di nuove alleanze che sfuggono al controllo degli USA.
Tutta
l’influenza che gli Stati Uniti perdono viene sostituita dalla Cina, che
investe nei mega progetti della Belton Road in Eurasia come in Africa,
coinvolgendo in questi la Russia e l’Iran. Questo asse provoca
contraccolpi anche nella UE, che ha di fatto ampliato il suo commercio
con la Cina e la dipendenza energetica dalla Russia. La UE rimane un
gigante economico ma un nano politico controllato dagli USA ed allineato
alle politiche di Washington.
Gli Stati Uniti mirano a prevenire
possibili scatti di autonomia aumentando la pressione sull’Unione
Europea e fomentando l’ostilità verso Mosca.
L’Impero americano sta perdendo il controllo del Medio Oriente,
dove la Russia si è inserita a pieno titolo e questo rende più forte
l’influenza russa nell’area strategica che era una volta dominata dagli
USA e consente a Mosca di avere maggiore peso sulle quotazioni delle
risorse energetiche. Nello stesso Medio Oriente si è inserita anche la Cina con accordi economici di cooperazione con i principali paesi, soppiantando in molti casi gli USA e le potenze occidentali.
Gli
Stati Uniti, inpantanati per anni in guerre senza fine, stanno
dimostrando la loro impotenza, che si tradurrà immediatamente
nell’attivazione di tutti i pretendenti all’eredità americana. L’Impero
USA è come un leone indebolito ma è ancora vivo, mentre la sua preda è
già contesa da altri protagonisti.
Gli Stati Uniti dovranno competere
e lottare con la Cina, con la Russia e l’Iran per preservare ogni
briciolo della loro influenza.
Il dramma per gli Stati Uniti è
rappresentato dal fatto che non possono fermare nessuno dei processi di
erosione del loro potere sopra descritti. Questi proseguiranno a
svilupparsi e faranno arretrare il dominio degli Stati Uniti,
spartendosi una parte importante di questo. Washington ne è consapevole e
i falchi della Amministrazione Biden stanno cercando freneticamente di
trovare degli escamotage per risalire la china.
Questo
spiega i continui proclami bellicosi e le minacce contro gli avversari
da contrastare, considerati un pericolo per la sicurezza. Ucraina, Taiwan, Iran sono i tre settori aperti di potenziale conflitto.
Non
riuscire a prendere il controllo di queste aree del mondo, imponendo i
loro interessi di dominio, per gli Stati Uniti significa il fallimento
delle pretese di egemonia. D’altra parte il fallimento dei progetti
maturati dagli strateghi USA ha determinato l’arretramento
dell’influenza USA e della perdita di territori.
L’elite
di potere USA sta maturando la pericolosa idea che solo una nuova guerra
potrebbe favorire un ritorno dell’influenza americana nelle aree dove
Washington si trova in difficoltà e questa idea viene
appoggiata dall’apparato militare industriale USA che vede nelle guerre
la fonte dei suoi profitti. Il grande capitale si regge su un processo
di espansione continua e la guerra è il suo naturale sviluppo
tendenziale.
Lo scontro sembra quindi inevitabile e con
questo l’ultimo sussulto di un Impero che si trova sulla china
discendente e che può ancora determinare un disastro di proporzioni
immani causato dalla sua cupidigia di dominio e di guerre.
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