Il rettiliano (Draghi) deve fare il duro a tutti i costi per rispettare l'agenda che gli hanno imposto di seguire e con la complicità della componente peggiore delle Forze dell'Ordine ha fatto caricato i portuali di Trieste, come se fosse solo un problema di ordine pubblico, della serie "puniamone 1000 per terrorizzarne un milione". L'uso della forza da parte politica conferma che non siamo più in una democrazia, ormai le carte sono scoperte anche per chi non vuole vedere. Abbiamo capito chi sono i veri fascisti. Cambiamo nome da Italia a Draghistan e per favore evitiamo l'ipocrisia di giudicare come dittature la Bielorussia e l'Afganistan perché noi siamo messi peggio, molto peggio. Claudio
Le barbarie del Draghistan
Le forze di polizia del regime del
Draghistan hanno attaccato con la forza il presidio degli operai
portuali di Trieste in lotta contro l’obbligo di green pass per
lavorare.
Tra gli applausi di quello stesso sindacato che i lavoratori dovrebbe difenderli, non invocarne la repressione violenta.
Immaginate
solo per un momento se queste scene fossero accadute in Venezuela,
Siria, Russia o Cina. I difensori dei diritti umani a giorni e paesi
alterni starebbero già strepitando con la richiesta di un intervento
internazionale in difesa degli operai in lotta.
In seguito allo sgombero del piazzale del porto i lavoratori hanno dato vita a un corteo di protesta che ha attraversato le vie del centro della città giuliana. Scrive a tal proposito l'agenzia Ansa: «Il corteo di manifestanti è tornato in piazza Unità d'Italia, dove in molti, in silenzio, si sono seduti a terra. Tra loro, alla testa c'è anche Stefano Puzzer, che intenderebbe fare una breve conferenza stampa per illustrare le azioni da intraprendere. Piazza Unità d'Italia è gremita di manifestanti, almeno duemila persone. Seguendo le indicazioni di Puzzer - che a questo punto è divenuto il loro leader dopo essersi dimesso dalla carica di portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali - tutti si sono seduti a terra e sono rimasti in completo silenzio.
"Vediamo se hanno il coraggio di caricarci anche in piazza Unità d'Italia" ha detto Puzzer alla testa del corteo in piazza Unità d'Italia».
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