10 Ott
Il regime sanitario in Italia proiettato verso il caos
di Luciano Lago
Il
regime emergenziale sanitario diretto dal duo Draghi/Speranza sta
entrando in crisi, paventando il caos prossimo per la scadenza del 15 di
Ottobre, quando entrerà l’obbligo per tutti i lavoratorii pubblici e
privati di esibire il lasciapassare verde per entrare a lavorare.
Questo
caos è preannunciato dgli stessi governatori di regione che
all’improvviso si sono resi conto della difficoltà dei controlli,
dell’impossibilità del fornire tamponi ai milioni di non vacccinati,
nonchè dl preannuncio di blocco delle catene di rifornimento alimentate
dal trasporto su gomma. Zaia e Fedriga, ma non solo loro, hanno già
proposto uno slittamento dei termini al governo, mettendo le mani
avanti. Potevano pensarci prima ma, nella ostinazione ad
accettare tutto quello che Draghi propone, vevano ingoiato anche questo
senza discutere.
Inoltre si rende evidente il contrasto fra la realtà e la narrazione del regime sanitario (quello che racconta dell’80% di vaccinati), quando traspare la notizia che quasi quattro milioni di lavoratori potrebbero perdere il diritto di lavoro perchè privi del green pass.
A seguito della scadenza del 15/10 si preannuncia il blocco dei porti come a Trieste ed a Genova,
dove i lavoratori portuali hanno già programmato lo sciopero totale nel
caso fosse impedito di entrare a loro colleghi senza green pass. Una
bella grana per il governo Draghi ritenuto sempre così pragmatico.
Nel
frattempo grandi manifestazioni di massa contro il lasciapassare
sanitario e la soppressione dei diritti si sono svolte a Roma, Milano,
Torino e, inparticolare nella capitale, con oltre centomila persone affluite in Piazza del Popolo, al grido di “libertà”, “no Green Pass”.
I
media di regime, oltre a minimizzare e descrivere come 10.000 persone
massimo, senza considerare i video che girano sui social che li
smentiscono, hanno concentrato tutta la loro attenzione sugli
incidenti scoppiati alla fine di un corteo staccatosi dalla piazza e
composto da alcune centinaia di persone (oltre che da elementi
infiltrati) che ha cercato di dirigersi verso Palazzo Chigi. In aggiunta
a questo si è verificato un episodio di teppismo e provocazione con assalto alla sede della CGIL, il potente sindacato, da parte di un gruppo di esagitati che hanno devastato e messo a soqquadro gli uffici.
Questo
ha consentito ai media ed agli esponenti politici di parlare di
“squadrismo fascista” e di “attacco alla democrazia”, eclissando
completamente il fatto che una ampia massa di cittadini normali
(non estremisti e non neofascisti, come vogliono far credere) scende
pacificamente in piazza per reclamare i propri diritti contro i soprusi
decretati dal regime sanitario.
Per
chi ha esperienza di quanto avvenuto in Italia negli anni della
strategia della tensione e seguenti, è facile capire che il potere
politico sta tentando di imbastire il solito vecchio stratagemma
di infiltrare e dare spazio mediatico a estremisti e provocatori che
non rappresentano nessuno per creare episodi di teppismo e poter
screditare i movimenti di protesta pacifica e dipingerli come un
pericolo.
In più questo consente alle forze politiche di
suonare nuovamente la grancassa dell’antifascismo che risulta sempre
utile per distrarre il popolo dai veri problemi e far risorgere il
sindacato collaborazionista dalle sue ceneri.
Sicuro che a breve ricompariranno anche gruppi anarchici e ultra comunisti per dare modo di parlare di “opposti estremismi, su
cui vigilano le forze democratiche ed anti fasciste con il premier
Draghi e la ministra Lamorgese, inflessibili nel reprimere e
controllare.
Niente di nuovo quindi, la solita
commedia all’Italiana che però stavolta non ha molte chances di essere
creduta, in epoca di strisciante dittatura tecno sanitaria e di deriva
verso il totalitarismo in nome dell’emergenza continua.
Tuttavia
molta gente inzia a capire che, coloro che vogliono sopprimere i diritti
costituzionali del lavoro, dello studio, della libera circolazione, per
creare un regime di controllo sociale strettissimo, con emarginazione
dei dissidenti, non sono loro i “liberatori” ma i nuovi fascisti della
grande Finanza e del sistema Tecno Scientista.
Il tempo è galantuomo e le maschere sono destinate a cadere.
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