Non ci voleva un genio per prevedere quanto sta accadendo e accadrà, personalmente lo comunico fin da quando i farabutti che ci governano hanno emanato il decreto che istituiva il super green pass. Ma forse è proprio questo il loro scopo, portare il paese al collasso per poi depredarlo, magari dopo aver dichiarato lo stato d'assedio dopo quello d'emergenza. in tal caso però non hanno tenuto conto che anche tra le Forze dell'Ordine e le Forze Armate moltissimi sono in totale disaccordo col governo, e quindi lo stato d'assedio da chi sarà applicato? Mi sa che il sovrano rettiliano, tanto acclamato dai sudditi italiani, dovrà emigrare in qualche altro paese per arrecare danni, magari in Grecia dove lo accoglieranno con meno enfasi e ammirazione che in Italia. Temo abbiamo sbagliato a fare i conti, i loro cortigiani non sono bravi con i dati e le statistiche e devono aver rifilato al rettiliano un sacco di panzane, più o meno come i media hanno fatto con gli italiani, ritenendoli dei poveri dementi videodipendenti, ma lo erano solo in parte, molti meno di quanto si aspettassero. Diversi milioni di italiani non sono disposti a rinunciare alla libertà e ai loro diritti solo per compiacere un governo di non eletti che con sadismo, arroganza e cinismo li vorrebbe intossicare con intrugli OGM e schiavizzare dopo averli ridotti in miseria. Sono convinto che l'esperimento che l'élite globalista ha voluto condurre in Italia sia destinato a fallire miseramente. Lo dico da mesi tra l'incredulità di amici e conoscenti che al contrario si erano già rassegnati alla sconfitta, perché divenuti troppo materialisti, non sanno quanto i cosiddetti beni immateriali siano preziosi e ancora disponibili e inesauribili in ognuno di noi, come la solidarietà, la cooperazione, l'unità d'intenti, la dignità, l'altruismo, ecc.. Questi sono i veri valori, di cui i farabutti al potere sono privi e ignari di quanto siano importanti e risolutivi. Claudio
Green Pass, scenario "drammatico". Supermercati vuoti, benzina razionata...
Green Pass obbligatorio dal 15 ottobre, la politica ragiona anche sullo scenario "drammatico". Il dietro le quinte
Di Alberto MaggiCome un fiume in piena quando la
pioggia è torrenziale. Come una valanga, sempre più grande e devastante.
Come una pallina che scivola su un piano inclinato. Le metafore sono
moltissime per spiegare che cosa potrebbe accadere da venerdì 15
ottobre, giorno in cui entra in vigore l'obbligo del Green Pass per ogni lavoratore, sia del settore privato sia pubblico. A scatenare la rivolta sono stati i portuali di Trieste,
ai quali il ministero dell'Interno ha risposto con una circolare
consentendo l'ok ai tamponi gratis. Giudicato dai lavoratori del tutto
insufficiente. E così la protesta si è rapidamente estesa a tutti i
porti italiani, da Nord a Sud.
Poi è stata la volta degli autotrasportatori. "Se la
macchina è fuori controllo non basta un genio come premier" con il
rischio paralisi per i trasporti delle merci su strada e per tutta la
logistica nazionale, non solo per i porti. Le associazioni
dell'autotrasporto avvertono: il 30% degli autotrasportatori non è
munito di Green Pass e ben l'80% degli autisti stranieri che portano le
materie prime in Italia non è vaccinato. Quindi rischiano di bloccarsi i
rifornimenti. "Il rischio che si blocchi tutto è oggettivo - spiega
all'AGI, Ivano Russo, direttore generale di Confetra - noi abbiamo in
Italia circa 900mila addetti tra autotrasportatori, corrieri e operatori
di magazzino, abbiamo una media del 25-30% non munito di green pass. Il
30% circa degli autotrasportatori è senza il certificato verde. E'
chiaro che se sottrai un terzo di forza lavoro a un settore già in
affanno, da un lato perché è in crescita, dall'altro perché mancano
circa 5mila autisti, vai verso una decapitazione dell'attività di
consegna".
E non finisce qui. E' allarme anche per il settore agricolo.
L'obbligo del Green Pass scatta per circa 400 mila lavoratori che in
questo momento sono impegnati nelle campagne dove tra l'altro è in pieno
svolgimento la vendemmia, la raccolta delle mele ed è da poco iniziata
quella delle olive. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti che
stima intorno al 25% il numero di lavoratori agricoli italiani e
stranieri che non sono ancora vaccinati per un totale di circa 100 mila,
dopo la firma del presidente del Consiglio Draghi al Dpcm con le linee
guida per i controlli. "Per non lasciare marcire le produzioni sugli
alberi - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - è
importante intervenire per facilitare l'accesso al lavoro di quanti sono
in regola".
Prandini sottolinea che "l'attività agricola è legata ai cicli
stagionali delle coltivazioni e non può essere fermata" e osserva che
"in primo luogo la semplificazione e la velocizzazione delle operazioni
di controllo aiuta le aziende agricole che essendo all'aperto non
possono contare sui tornelli per la verifica all'ingresso dei
lavoratori". Il presidente evidenzia che "in questo contesto è
importante rendere disponibili alle aziende celermente i dati di chi è
in regola" e aggiunge che "per garantire l'adeguata copertura degli
organici necessari a salvare i raccolti è urgente introdurre strumenti
flessibili, concordati con i sindacati, che consentano a percettori di
ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter
collaborare temporaneamente alle attività nei campi". Conclude che "c'è
la necessità di prorogare i permessi di soggiorno ai lavoratori
stagionali extracomunitari già presenti in Italia e di pubblicare il
decreto flussi 2021".
La situazione è davvero preoccupante e la tensione è davvero palpabile
parlando con parlamentari di ogni colore politico. Tanto che nei
Palazzi della politica si sta già ragionando su vari scenari per i
prossimi giorni e per le prossime settimane, il peggiore dei quali
prevede una situazione "drammatica"
per il Paese con un durissimo colpo agli approvvigionamenti di ogni
genere. Nelle ipotesi che si fanno in queste ore non si esclude il
razionamento del carburante, con alcuni benzinai chiusi, e molti
scaffali vuoti nei supermercati così come sui banchi dei mercati, in
particolare per quanto riguarda frutta, verdura, carne, pesce, formaggi,
salumi, uova, latte, vino eccetera. Insomma, i principali beni di prima
necessità. Una situazione potenzialmente esplosiva che potrebbe
alimentare la protesta sociale e alzare il livello di preoccupazione per
l'ordine pubblico con possibili, nuovi, atti vandalici.
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