14 Ottobre 2021
Il Regime Sanitario annaspa nelle sue bugie mentre si prospetta il blocco dei porti, dei trasporti e delle aziende
di Luciano Lago
La
presa di posizione netta e intransigente dei portuali di Trieste e di
Genova ha di colpo stracciato tutta la propaganda, le storture e le
menzogne che hanno caratterizzato la svolta autoritaria del governo
contro i diritti dei lavoratori per l’instaurazione di un sistema di
controllo sociale con il pretesto del green Pass.
I
portuali, in particolare a Trieste, hanno dimostrato con il loro
comunicato di farsi carico loro di quella difesa dei diritti contro ogni
discriminazione che i sindacati di regime hanno del tutto messo in
soffittta allineandosi di fatto con il governo dei banchieri e con
l’oligarchia di Bruxelles.
Oltre a questo, i lavoratori dei porti
hanno risvegliato le coscienze di molti altri lavoratori che, pur
essendo in possesso del famigerato lascia-passare(green pass), hanno
preannunciato lo sciopero in solidarietà con i loro colleghi e compagni
che, essendone sprovvisti, rischiano la sospensione dal lavoro e la
prospettiva di essere buttati in mezzo alla strada.
Un vero
pronunciamento autentico di solidarietà sociale, quella che il governo e
i falsi media, con la loro propaganda e manipolazione, hanno cercato di
rompere mettendo gli uni contro gli altri. I portuali non ci sono
cascati ed il loro comunicato è stato molto chiaro:
“Buon giorno a tutti,
dopo
la manifestazione di ieri, 11/10/2021, ribadiamo che come già
preannunciato in precedenza, il giorno 15 ottobre ci sarà il blocco
delle operazioni all’interno del porto di Trieste.
Siamo venuti a
conoscenza che il Governo sta tentando di trovare un accordo, una sorta
di accomodamento riguardante i portuali di Trieste, e che si paventano
da parte del Presidente Zeno D’Agostino le dimissioni.
Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori.
Ricordiamo al presidente D’Agostino che nel momento in cui lo Stato ha colpito i suoi portuali lo hanno difeso a spada tratta.
Ora
che i portuali hanno deciso di difendere loro stessi e le altre
categorie di lavoratori con le sue dimissioni dimostra di non voler
lottare al loro fianco.
Gli auguriamo buon lavoro e gli porgiamo i più cordiali saluti”.
I
lavoratori del porto non si sono fatti comprare con l’offerta dei
tamponi gratis e proseguono nella lotta in difesa del diritto al lavoro
(garantito dalla Costituzione) e del principio della non discriminazione
ne hanno fatto una bandiera. Un vero schiaffo ai sindacati
collaborazionisti di regime che intanto si baloccano nel riesumare lo
spettro del fascismo a scopo di distrazione.
I fiduciari
della finanza apolide e promotori del nuovo regime sanitario e
scientista di controllo si illudevano di aver seppellito le lotte
operaie ma queste stanno ritornando fuori alla luce del sole.
Inoltre lo stesso Stefano Puzzer, portavoce del CLPT, per questa vicenda ha dichiarato all’Huffington Post:
“L’unica
apertura nei nostri confronti è togliere il Green pass. Il blocco di
venerdì è confermato, oggi ci saranno sorprese perché non si fermerà
solo il porto di Trieste. Anche quello di Genova? Non mi fermerei a
quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno. Stasera ne avremo
conferma.
Inoltre:
Il danno economico che verrebbe causato dal blocco del porto di Trieste, se ci sarà, sarà causato dalla testardaggine del solo Governo italiano a mantenere questa misura criminale. Speriamo che in giro per l’Europa vengano tutti a tirare le orecchie al Governo italiano affinché tolga questo decreto.
Adesso
iniziano a preoccuparsi anche i governatori del Veneto e del Friuli
mentre quello dell’Italia diventa un caso unco in Europa che può avere
grosse conseguenza in buona parte d’Europa, nei paesi che utilizzano
l’export attraverso i porti ed il sistema di trasporto italiano.
In
definitiva gli operai di Trieste e di Genova danno una lezione a tutti:
la resistenza non nasce da interessi individuali o corporativi, ma da
un problema di principio che, in questo caso, ha per oggetto il green
pass nel suo significato discriminatorio e la difesa delle comunità.
Una
lezione morale per i sostenitori del neoliberismo e delle sue derive
antioperaie che sono dettate dai sostenitori della società del consumo e
dell’individualismo sfrenato.
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