A Timisoara in
Romania 56mila case e 5 ospedali sono al freddo, i primi segnali della crisi energetica, con prezzi delle bollette raddoppiati.
56000 case e 5 ospedali al freddo. In Romania la crisi energetica si sente
La crisi energetica comincia a farsi sentire, non solo nelle fabbriche, ma anche dentro le case dei cittadini europei.
A Timisoara, in Romania, il teleriscaldamento ha smesso di funzionare per un gran numero di utenze private e pubbliche. Da queste parti, come in buona parte della Romania, gli inverni sono molto freddi e le minime possono arrivare tranquillamente a -15 °C.
Bollette impagate per 64 milioni di euro
La società di teleriscaldamento comunale è diventata insolvente e 56.000 abitazioni e 5 ospedali sono senza riscaldamento da ieri a mezzogiorno. I fornitori di servizi, la tedesca E.ON e la rumena Delgaz, hanno infatti spento i rubinetti del gas naturale visto che il comune aveva bollette impagate per circa 64 milioni di euro.
Adesso, il sindaco di Timisoara (una città di oltre 300.000 abitanti) sta cercando di comprare piccole quantità di gas naturale che consentirebbero agli impianti termici di funzionare usando carbone, di cui però ci sono solo 6 giorni di scorte. Ma comprare oggi gas naturale da fornitori indipendenti sul mercato spot è una impresa quasi impossibile. Infatti, i piccoli fornitori non possono garantire consegne costanti e comunque chiedono i pagamenti in anticipo.
La situazione viene descritta dal sindaco come drammatica, tanto da implorare l’aiuto del governo centrale.
Prezzo del riscaldamento che raddoppierà
Non si sa ancora come verrà risolto il problema ma, nella migliore delle ipotesi, come ha proposto il sindaco, alle famiglie verrà raddoppiato il prezzo per il riscaldamento. E l’inverno non è ancora arrivato…
La crisi energetica non riguarda solo la Romania, ma tutta l’Unione Europea e il Regno Unito. Quando la crisi è cominciata, all’inizio di quest’anno, è stata in gran parte ignorata dall’opinione pubblica fino a quando non ha cominciato a manifestare gli effetti più drammatici, con il fermo di fabbriche strozzate da costi energetici troppo elevati e con bollette salatissime per i consumatori privati.
Probabilmente, nel breve termine, non resta che recitare un mea culpa per le incoscienti scelte energetiche che abbiamo fatto nel passato e mettere mani al portafoglio per pagare quello che ci diranno di pagare, senza fiatare!
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