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Fonte: DATABASE ITALIA
https://www.databaseitalia.it/il-gioco-delloca/
Così
dopo ormai due anni spesi in una sorta di grottesco Gioco dell’Oca,
tutti indistintamente ricchi, poveri, vaccinati o non vaccinati, siamo
tornati al punto di partenza.
Il Gioco dell’Oca ha origini antiche. Senza andare nella
preistoria, possiamo affermare che nella seconda metà del XVI secolo in
epoca più moderna, fu Francesco de’ Medici a far dono del “Nuovo gioco
dell’Oca” a Filippo, l’allora Re di Spagna. Come tutti i giochi di
percorso anche questo, si presta ad una lettura simbolica che
rappresenta difficoltà fisiche e morali della vita. L’Oca in sé in epoca
rinascimentale, aveva proprietà divinatorie ed era consultata per il
Fato (il destino). Gli elementi rappresentati lungo il percorso (fatto a
spirale) il ponte, il labirinto, la morte, il pozzo e la prigione, sono
nel gioco delle costanti. Il gioco non si presta a inganni e non si
lascia ammaliare dai sotterfugi. È basato sulla pura fortuna. Difatti
per avanzare o retrocedere si tirano due dadi la cui somma, definisce la
casella che la sorte ti ha riservato.
Il Gioco dell’Oca a cui invece noi popolo stiamo giocando, è una versione un po’ più sofisticata.
I dadi sono in mano ad un manipolo di imbroglioni, che a
seconda degli umori giornalieri, decidono che numeri far uscire.
Interessante notare, anche se questi manigoldi da sempre sottolineino
come ci sia un popolo di serie A (vaccinato) e un popolo di serie B (non
vaccinato), come alla fine i dadi ci facciano tutti convergere (A e B)
nelle stesse identiche caselle e, come per incanto dopo qualche tempo,
ci riportino tutti al punto di partenza.
Così in questo infinito
gioco che tutti ci accomuna, facciamo da ben due anni un passo avanti e
due indietro. Viene in mente un vecchio brano di Bruce Springsteen: “One
step up” che racconta appunto come tutti noi abbiamo avuto ultimamente “delle dure lezioni” ma non le abbiamo imparate (We’ve given each other some hard lessons lately – But we ain’t learnin).
Intanto
la vita, il tempo della vita, non conosce dadi, passi indietro,
ostacoli o paure. Inesorabile e senza rallentamenti corre e sottrae a
tutti noi (A e B) attimi, giorni settimane e mesi da spendere su questo
pianeta. In questo irrisolto conflitto tra infinito e finito, noi in
ogni caso perdiamo sempre. Mentre questi “signori” che tirano i dadi e
che ci sottraggono il nostro tempo finito, nei loro palazzi dorati se ne
fregano di mascherine, divieti, vaccini, distanziamenti etc. etc. Loro
vivono una vita “infinita” nel regno del “finito”, trattando tutti noi
come dei “servi della gleba”. Schiavi a cui far fare quello che loro
desiderano. Schiavi obbligati a giocare a questo ammorbante gioco.
Però,
seppure esiste una parte della popolazione che venera e riconosce senza
distingui o dissertazioni tutto quello che questi “signori” dicono, c’è
da un po’ di tempo una grossa parte di “popolo”, che ha cominciato a
prendere coscienza e che non accetta più di tornare sempre al punto di
partenza. Una gran parte di popolo che si è sicuramente lasciata
incantare dalle false promesse di questi “signori”. Questo popolo che
prima disdegnava coloro che da subito si erano schierati contro questo
assurdo “passatempo” dei “signori”, ora non solo si unisce ai
“dissidenti”, ma con loro vuole discutere e capire come fermare questo
lancio di dadi truccato che costringe tutti, a rinunciare a diritti,
libertà e pezzi di vita
C’è una sola via d’uscita tanto facile e semplice, da sembrare addirittura ridicola: non giocare più.
Lasciare
questi “signori” soli nelle loro stanze dorate, nei loro palazzi
inaccessibili, lasciarli tirare inutili dadi che non muovono più niente e
nessuno. Perché continuare a giocare, continuare a spostarsi sulle
caselle che i dadi indicano è il modo per tenerli in vita. Ad ogni loro
mossa, il popolo si sposta o torna indietro. Se da ora ad ogni loro
giocata di dadi, il popolo resta fermo sulla casella che ha conquistato,
se decidiamo di non più muoverci a seconda dei numeri che loro
decidono, se gli togliamo di mano il “potere” del gioco, loro
crolleranno in tutta la loro miserevole pochezza, inutilità e
inadeguatezza. Sveleremo così i loro dadi truccati e li costringeremo a
rivelarsi per quello che sono: un manipolo di farabutti asserviti al
potere e al denaro, che passerebbero sopra chiunque di noi, cittadini di
serie A e B, pur di non perdere il piacere di tirare quei dadi e farci
tornare all’inizio del gioco.
Molti di voi, moltissimi di voi,
diranno che non è così facile. Che a parole tutti siamo dei fenomeni,
poi nel quotidiano accettiamo di fare il salto su di un’altra casella
per sostenere e mantenere quella poca vita che abbiamo, affidandoci alla
sorte. Vero e non mi sento di criticare nessuno. Tutti abbiamo paura di
perdere quel poco che abbiamo, ma tutti ci siamo scordati che abbiamo
già perso molto di quello che avevamo e non lo ritroveremo più.
Mi
ricordo di mio nonno, che aveva un’osteria e che nascondeva i
partigiani rischiando non una multa, ma la vita. È stato anche grazie a
queste persone che siamo tornati ad avere una libertà così sconfinata e
straziante, che alla fine ci è venuta a noia e l’abbiamo regalata a
questi “signori” e ai loro dadi.
Il Gioco dell’Oca, questo gioco
dell’Oca, si protrarrà all’infinito. Nessuno ne popolo di serie A o
popolo di serie B si illuda di arrivare alla fine e vincere la partita.
La fortuna, lascia qualche spiraglio alla riuscita l’inganno invece no.
Questi “signori” che comandano il gioco, non sono così stupidi e non
affiderebbero mai alla fortuna il loro destino. Hanno comprato tutto:
giornali, tv, radio, statistiche, pubblicità, medici, magistratura e
tutto quello che potevano. Ci raccontano le loro storie, il loro mondo,
ci offrono la loro pubblicità e i loro cieli azzurri. Ma ormai noi
sappiamo che non è così. Le cronache, quelle vere, riportano ogni giorno
una realtà ben diversa da quella che loro ci somministrano
continuamente. Ogni giorno, ragazzi, giovani, adulti, bambini, donne e
uomini sono assaliti da terribili reazioni avverse che si porteranno
dietro tutta la vita. Alcuni i più sfortunati, muoiono. Molti l’hanno
scampata certo e molti altri sono ancora in bilico. Ma il ponte, il
labirinto, il pozzo, la prigione e la morte, come nel gioco dell’Oca,
sono dietro l’angolo e nessuno si senta escluso dall’incubo della
prossima giocata, della prossima mossa della prossima casella che ci
toccherà.
Avvolti dalla fitta nebbia del terrore sparsa dai
“signori” padroni del gioco, convinti di essere nel giusto molti di noi
si sono addormentati. “Il sonno della ragione, genera mostri”
scrive all’interno della sua opera *Francisco Goya e niente oggi è più
veritiero di quel quadro pieno di mostri e incubi. Siamo stati pervasi
dalla menzogna che giorno dopo giorno, è diventata realtà per gran parte
del nostro popolo, permettendo a coloro che ci manovrano come pedine,
di dividerci gli uni contro gli altri. Siamo stati costretti a giocare
tutti allo stesso gioco. Molti di noi ci sono cascati ma ora, molti di
coloro che si sono addormentati, si stanno risvegliando.
Ora
tutti noi popolo di serie A e serie B, possiamo tutti indistintamente
scegliere continuare a giocare all’infinito, chi avvalorando la
pandemia, chi protestando nelle strade. Ma c’è un solo modo per vincere.
Che tutti noi insieme, tutto il popolo smetta di giocare.
Perché l’unico modo per sconfiggerli è non giocare al loro gioco.
Bruno Marro
https://brunomarro.it/