1 Maggio 2023
Cosa si nasconde dietro il record delle operazioni di buyback
Nel 2022 il riacquisto di
azioni proprie (il cosiddetto buyback) ha raggiunto livelli record.
Secondo un rapporto Janus Henderson le imprese hanno riacquistato
proprie azioni per un controvalore di 1.310 miliardi di dollari (janushenderson.com).
Il volume dei riacquisti è aumentato del 22% rispetto al 2021, anno in cui era stato stabilito il record precedente.
Negli
ultimi dieci anni il valore delle operazioni di buyback è triplicato. A
guidare la classifica ci sono le maggiori aziende americane, con in
testa Apple e Meta, le aziende petrolifere, le banche, ma anche Nestlé.
Si tratta di aziende che hanno realizzato grandi profitti e che non hanno alcuna intenzione di re-investire questi profitti.
La
missione di ogni azienda è investire gli utili per realizzare nuovi
profitti (ROI). Se l'azienda sceglie di non investire i profitti in
nuovi impianti e in nuove assunzioni vuol dire che dall'investimento non
si attende un guadagno, ma, al contrario, si attende una perdita.
L'utilizzo del capitale in eccesso per riacquistare le proprie azioni, nasconde gravi magagne.
1.310
miliardi di dollari non sono ricchezza effettiva (attuale), sono titoli
rappresentativi di ricchezza potenziale che congela le aspirazioni dei
disoccupati di avere un impiego, che congela le aspettative dei
produttori di impianti, di semilavorati e di materie prime di trovare un
impiego remunerativo.
I 1.310 miliardi del buyback sono il
titolo di una macchina capitalista che si tira indietro dalla
produzione, che rinuncia alla sua vocazione. Non siete più in grado
assolvere al vostro compito, fatevi da parte.
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