Superbonus: il governo degli inetti ha portato le PMI sull’orlo del fallimento
di ARTURO DOILO
La gran presa per i fondelli dei bonus, che alla fine non bastano mai e mettono tutti in guerra contro tutti per ottenerli, sta mostrando il suo lato peggiore.
Il Superbonus – misura fiscale studiata, e propagandata, per il rilancio dell’economia nazionale e delle imprese edili – sta puntualmente portando al collasso proprio le aziende che doveva risollevare. Si tratta di una vera mazzata per le Pmi, che avevano fatto affidamento su queste misure fiscali, investendo capitale e risorse umane.
Così, a causa della mancanza di liquidità, gli imprenditori non riescono più a far fronte agli impegni assunti. Risultato? Sono migliaia le aziende a rischio fallimento e centinaia di migliaia i posti di lavoro che rischiano di essere persi in tutto il settore delle costruzioni: un’impresa su due sta pagando i fornitori in ritardo, il 30,6% rinvia le tasse e le imposte, e una su cinque non riesce a pagare i propri collaboratori.
A qualcuno ancora non sono ancora chiari due aspetti fondamentali: in primis, attraverso lo sconto in fattura, l’impresa anticipa per conto dello Stato un beneficio al committente, facendo affidamento sulla possibilità – prevista dalla legge – di recuperare il valore della prestazione attraverso la cessione a terzi; in secondo luogo, i tassi più alti richiesti dalle banche e l’aumento triplicato dei costi dei materiali assottigliano solo gli utili dell’impresa, la quale è tenuta a rispettare il tetto degli importi di spesa imposti dalla legge.
Insomma: c’erano una volta le piccole aziende che hanno contribuito al boom economico dell’Italia che aveva pochi parassiti ed era “neoliberista”, aziendine “casa e bottega” che ci invidiavano in tutto il mondo. Oggi gli imprenditori, soprattutto edili, che stavano ancora facendo i conti con le crisi nate a partire dagli anni 2000, sono strozzati dal blocco delle cessioni dei crediti dei bonus edilizi e dalla crisi energetica.
Gli imprenditori continueranno a subire ingenti danni di natura patrimoniale non potendo monetizzare i crediti, non potendo pagare tasse, imposte, dipendenti e materiale. Tutti questi debiti genereranno interessi, sanzioni, rivalutazione monetaria, sfociando in contenziosi legali defatiganti e costosi.
Il tutto grazie al governo dei migliori, sì i migliori inetti che mai si siano visti sin d’ora. Ma tranquilli, il prossimo governo sarà, come al solito, peggiore del precedente.
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