La democrazia crea bugiardi che promettono ciò che non possono mantenere
Potrebbe apparire alquanto irragionevole, o addirittura folle, criticare così aspramente la democrazia come hanno fatto molti autori libertari, da Hoppe a Karsten, da Birindelli a Lottieri. Dopotutto con la caduta del comunismo la democrazia sembrava essere rimasta l’unica giusta alternativa politica e tutto il mondo ancora oppresso lotta ardentemente per avere più libertà e democrazia. Noto è quanto affermava Churchill, no? «La democrazia è la peggior forma di governo, ad eccezione di tutte le altre che sono state sperimentate».
Quindi con quale coraggio se ne può parlarne male?
Molte persone credono ancora che la democrazia sia sinonimo di libertà. E molti amanti delle libertà credono ancora che la via più adeguata alla libertà passi attraverso il processo democratico. Tuttalpiù molti critici della democrazia sono convinti che sotto certi aspetti essa abbia bisogno di qualche aggiustamento, ma nel complesso anch’essi non riscontrano nei suoi principi fondamentali alcun problema sostanziale. Il Miglioverde rigetta tutte queste nozioni. La democrazia è agli antipodi della libertà. Il fatto che essa tenda a togliere sempre più libertà invece che a darne di più è il risultato inevitabile di un processo afflitto da un difetto intrinseco che non può essere aggiustato. La democrazia è un sistema collettivistico rotto all’interno, proprio come il socialismo.
Invece di prendere i vostri politici sul serio è molto meglio cominciare a deriderli. In tempi di elezioni ancor di più. Questo atteggiamento indebolisce il loro potere e la loro legittimità. Vedete, il sistema democratico produce automaticamente uomini politici che promettono più di quanto possano realizzare: sono infatti proprio questi ultimi a ricevere il maggiore consenso del pubblico. Quindi perché mai biasimarli. Inoltre, poiché i politici democratici eletti sanno benissimo di rimanere al potere solo a tempo determinato, essi cercheranno di spendere, tassare, prendere a prestito quanto più possibile lasciando il conto da pagare ai loro successori o alle generazioni future. Infine, si tratta pur sempre di spendere dei soldi degli altri, estorti con la forza peraltro. E quindi, come potersi aspettare da loro risultati diversi di quelli che abbiamo oramai sotto gli occhi? Vi comportereste forse tanto diversamente se foste in parlamento? Lo dubito.
Il nostranissimo crapone, Benito Mussolini, sostenne da par suo che “i regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l’illusione di essere sovrano”. Tanto mi basta per dare ragione all’estroverso Charles Bukoswki, che citando i totalitarismi intuì che “la differenza tra democrazia e dittatura è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una dittatura non c’è bisogno di sprecare il tempo andando a votare”.
Il 25 settembre, andate al mare… come suggeriva quel tizio che viveva ad Hammamet!
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