Come fare per ridimensionare la burocrazia? Semplice: sbarazzarsene, abolirla!
Qualsiasi sforzo serio per porre fine alla crisi deve affrontare il problema dello Stato amministrativo e del suo potere burocratico. Senza aver chiaro questo obiettivo, nessuno sforzo di riforma può arrivare da qualche parte. Questa è sicuramente una delle principali lezioni che dobbiamo introiettare dal trauma dei nostri tempi.
La soluzione deve essere drastica e deve funzionare. Il motivo è semplice: una società libera e funzionante non può coesistere con una bestia antidemocratica come a piede libero come è la burocrazia, che fa da sé le proprie leggi e calpesta diritti e libertà senza alcun controllo da parte dei leader eletti. Fino a quando lo Stato amministrativo non sarà defenestrato e depotenziato, non ci sarà alcun governo rappresentativo e nessuna speranza di cambiamento.
È ovvio che le burocrazie non si riformeranno da sole. Promettendo una revisione dei Centers for Disease Control and Prevention, ad esempio, Rochelle Walensky ha enfatizzato una migliore comunicazione e messaggi meno confusi per il pubblico. Questa è solo l’apparenza di una richiesta di scuse: “Mi dispiace che siate arrabbiati”. La riforma sarà la stessa: cosmesi senza influire sulla realtà. Non affronterà il problema centrale, come delineato chiaramente da Harvey Risch: “La sudditanza all’industria e l’incompetenza epidemiologica”.
L’agenzia vuole un’altra possibilità. Ma non la merita. Tuttavia, riflettiamo su come avvengono le riforme nel mondo reale, al di fuori del governo.
Quando un’azienda privata perde clienti, i suoi ricavi diminuiscono, il prezzo delle sue azioni scende e cosa fa se vuole evitare il fallimento? Di solito sceglie un nuovo management, anche tra i suoi C level. A quel punto inizia l’analisi approfondita. Dove sono i costi in eccesso? Dove sono i settori non redditizi? Dove sono le opportunità mancate? Tutte le nuove azioni vengono messe alla prova. Aumentano le valutazioni?
Ogni azienda privata di una certa dimensione ha una burocrazia dispendiosa e domarla è sempre una sfida, anche per i migliori manager e proprietari. In questo caso, però, c’è sia l’incentivo sia uno standard con cui giudicare i risultati. Grazie alla contabilità a partita doppia, inventata nel XIV secolo (anche se ci sono testimonianze anche nel mondo antico), abbiamo un mezzo razionale per scoprire dove tagliare e dove espandere. Non è infallibile, ma fornisce una guida e un test di efficacia.
Nel caso della burocrazia governativa, la contabilità funziona in modo molto diverso. Il Congresso approva il denaro e lo spende. Fine. Non ci sono consumatori che scelgono volontariamente di acquistare i loro servizi. Le loro entrate vengono estratte con la forza in vari modi. Il Government Accounting Office può assicurarsi che il denaro in entrata e in uscita sia registrato correttamente e che gli sforamenti siano ridotti al minimo. I conti dei prestiti devono essere in ordine e, se possibile, saldati. Questa o quella divisione ricevono un’assegnazione e devono rispettarla.
Ciò che manca è una sorta di metrica che risponda a una preoccupazione più importante: valutare se tutto questo valga davvero la pena. Questo è ciò che non possiamo sapere per via di come è fatta la struttura istituzionale. In definitiva, ci affidiamo alle intuizioni e alle opinioni. Pensiamo che i trasporti siano un bene pubblico e quindi abbiamo un Dipartimento dei Trasporti. Pensiamo che la salute sia importante, quindi abbiamo un Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ad esso collegati. E così via. Se i risultati non sono all’altezza delle aspettative, il Congresso può rivederli.
Tutto qui. Questa mancanza di razionalità economica della burocrazia governativa diventa un problema enorme soprattutto quando si promette una riorganizzazione come quella che sta facendo attualmente il Centers for Disease Control and Prevention. Come si può pensare di riallocare le risorse in modo da ottenere grandi benefici per la salute pubblica se non esiste una vera e propria metrica che allinei tali benefici alle spese e alle operazioni attuali?
In mancanza di tali strumenti economici o contabili – che l’impresa privata dà per scontati – queste burocrazie finiscono per inventarsi le cose strada facendo. O, più probabilmente, rispondono ai privati che hanno maggiori interessi nei risultati dell’agenzia.
È così che le aziende farmaceutiche hanno esercitato un’enorme influenza su agenzie come FDA, CDC e NIH. Quando la pandemia ha colpito, si poteva supporre che il National Institutes of Health avrebbe immediatamente investito risorse per scoprire quali farmaci esistenti potessero essere efficaci e riutilizzarli. Non era una priorità. Questo compito è stato invece lasciato ad attori privati, motivati da preoccupazioni come il giuramento di Ippocrate.
Quando i burocrati parlano dei loro stakeholder, intendono i loro dipendenti e l’industria che gestiscono, non i cittadini.
Il che ci pone di fronte un altro problema. Quando un’agenzia governativa pretende di gestire l’intero problema – affidandosi agli esperti da lei scelti e monopolizzando la conversazione – esclude altre opzioni. Non c’è dubbio che le strutture di assistenza a lungo termine e gli ospedali avrebbero gestito meglio il Covid senza che gli editti governativi dicessero loro esattamente cosa fare. Lo stesso vale per gli individui: quelli con una maggiore tolleranza al rischio avrebbero continuato a fare i loro affari, mentre quelli appartenenti alle categorie più vulnerabili avrebbero esercitato maggiore cautela.
In ogni caso, diciamo che i politici decidano che il CDC è fuori controllo e che ha bisogno di un taglio di bilancio vecchio stile, ad esempio del 10%. Non succede quasi mai, ma supponiamo che succeda, e che i dirigenti del CDC vogliano attuare una cosa del genere in modo da massimizzare l’efficienza e servire comunque il pubblico. Dove tagliare? Come saperlo? Non ci sono settori che guadagnano e settori che perdono denaro: sono solo fondi che vanno e vengono. Non esiste un modo economicamente razionale di procedere.
Quello che sappiamo con certezza è che un taglio del genere provocherebbe il panico all’interno di queste agenzie e una corsa a cercare di influenzare il processo di riassestamento. La burocrazia ha una vita propria e vuole sopravvivere. Farà tutto il possibile per impedire i tagli. Il primo punto da tagliare, decidono sempre così, è quello che insegna ai politici e all’opinione pubblica una lezione brutale: mai tagliare il nostro budget. Lo fanno eliminando le cose a cui la gente tiene di più!
Nel gergo di Washington, questa è chiamata la manovra dei Monumenti di Washington. Ogni volta che c’è un congelamento o una restrizione di bilancio, i primi a chiudere sono i principali centri visitatori della città, come se si volesse mandare un segnale a tutte le persone che vengono in pellegrinaggio. Di solito funziona perché la gente chiama con rabbia i propri rappresentanti eletti e chiede che i monumenti vengano riaperti. Washington è specializzata in queste rappresentazioni ad alto tasso di teatralità quando si tratta di austerità. Lo fanno ogni pochi anni. Così sarà se qualcuno oserà imporre un taglio al budget del CDC. Garantito: i burocrati daranno in pasto ai media storie sventurate di bambini malati, anziani sofferenti, adolescenti che bevono candeggina o mangiano cialde per lavare i piatti, o qualche altra assurdità, e diranno che questo è ciò che accade quando si taglia sulla salute pubblica.
Ecco il problema principale dello strappare lentamente il cerotto. Non esiste un modo indolore per farlo. E non c’è un modo veramente razionale di tagliare i bilanci della burocrazia governativa senza provocare un contraccolpo che faccia sembrare i tagliatori dei mostri.
Dopo aver lasciato il Dipartimento dell’Istruzione, Betsy De Vos, osservando dall’interno quale fosse il vero disastro, ha detto ciò che andava detto. Abolirlo. Chiuderlo. Togliergli ogni finanziamento. Dimenticarlo. Non fa nulla di utile. Tutto ciò che fa può essere svolto meglio a livello statale o nei mercati privati. Tutto vero.
Ciò che dice del Dipartimento dell’Istruzione è altrettanto vero per altre centinaia di agenzie dello Stato amministrativo. Ultimamente si parla di abolire l’FBI. Bene, fatelo. Lo stesso vale per il CDC. È il momento. È ora. Staccate la spina e vendete gli immobili. In realtà non c’è altra opzione se non quella di continuare a fare quello che stiamo facendo ora. Lo status quo è intollerabile.
Se un Congresso serio e riformista sale al potere, il punto di partenza della discussione deve essere l’abolizione, non la riforma e non i tagli. L’ora è tarda e la posta in gioco è alta, compresa la libertà stessa. Questa potrebbe essere l’ultima occasione.
I nuovi amministratori delegati nel mondo privato lo fanno di continuo. Chiudono intere divisioni, licenziano migliaia di dipendenti, interrompono i rapporti con i fornitori, vendono proprietà e fanno tutto il possibile per salvare l’azienda. Lo fanno per sopravvivere. In questo caso l’azienda è gli Stati Uniti e anch’essa ha bisogno di essere salvata. Per avere qualche speranza in tal senso, è necessario smantellare le strutture incostituzionali cresciute all’interno del governo, che lo hanno completamente allontanato dalla volontà del popolo.
Occorre stilare una lista di cose da abolire e ogni istituzione del governo federale che contenga la parola “agenzia”, “dipartimento” o “ufficio” deve esservi inclusa. Gli ultimi anni ci hanno mostrato il potere di queste istituzioni e la devastazione che possono causare. L’unico modo sicuro per evitare che ciò accada di nuovo è quello di porre fine a tutte le burocrazie che hanno causato le nostre sofferenze. La società stessa, che è più intelligente della burocrazia, può gestire il resto.
QUI IL Link all’originale – TRADUZIONE DI PIETRO AGRIESTI
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