Liz Truss e il "pulsante nucleare"
di Maurizio Murelli - 24/08/2022
Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/liz-truss-e-il-pulsante-nucleare
Fonte: Maurizio Murelli
Liz Truss, attuale ministro degli esteri e probabile futuro
Primo Ministro inglese nel corso di una intervista al “Telegraph” ha
dichiarato: «Se la situazione mi richiede di premere il 'pulsante
nucleare', lo farò immediatamente. E non importa che moriranno milioni
di cittadini, per me la cosa principale è la democrazia e i nostri
ideali. I leader occidentali, per come la vediamo, sono pronti per una
guerra nucleare e competono per vedere chi sarà il primo a ricevere
l'onore (di premere il pulsante)».
È bene che Liz Truss sappia che
quando avrà l’onore di premere quel bottone – in tutta evidenza per
colpire l’Oriente – l’apocalisse nucleare che per risposta si abbatterà
sull’Occidente colpirà un mondo di morti viventi, un mondo di gente già
morta, perché, come dice Noam Chomsky «La manipolazione dei media fa più
danni della bomba atomica, perché distrugge i cervelli», riducendo il
bipede umano a semplici tubi digerenti ambulanti che vagano sulla Terra
senza che tale vagare abbia più un perché, un senso, una missione.
I
media italici, pur presi dai vari gossip dell’oscena campagna
elettorale, ha da qualche giorno riacceso i fari sull’Ucraina. La RAI ha
ri-mobilitato la cinquantina di inviati speciali al servizio di
Zelensky. Vediamo reportage di giornaliste cotonate e tacchi a spillo,
“gelato” in mano che, appena fuori dall’uscio dell’albergo dove sono
ospitate, svolgono il loro servizio. Non inquadrati dalla telecamera
l’ufficiale di servizio che allunga la velina made in Kyev. Non uno che
uno giornalista che trasmetta dal Donbass. Bisogna andare sui canali
Telegram per vedere quel che accade a Est dell’Ucraina. Ma glissiamo su
questo buffonesco aspetto della cronaca di guerra e piuttosto
domandiamoci, perché questo ritorno di fiamma mediatico dello scenario
ucraino.
Candidamente più o meno tutti ammettono che per gli italiani
si preannuncia un autunno-inverno drammatico: ritorno della pandemia
con contorno di altre infezioni, inflazione, aumento del costo della
vita etc., sopra tutto però esorbitanti bollette del gas che metteranno
al freddo le famiglie e più ancora stermineranno molte imprese con
conseguente ulteriore disperazione dovuta ai licenziamenti,
disoccupazione etc. L’intento della manipolazione mediatica in queste
ore è duplice. Da una parte incrementare la mostrificazione della
Russia, enfatizzando alcune “notizie” (quando non false, manipolate),
sottacendo tutte quelle che potrebbero “favorire” la Russia, dall’altra
far ricadere su di essa la responsabilità dell’aumento del prezzo
energetico e il conseguente rincaro della vita. Senza senso del
ridicolo, dopo aver promosso una decina di pacchetti sanzionatori a
Mosca, si parla di “ricatto”. Ma anche non senza contraddizione nella
comunicazione perché si va dicendo che l’aumento del gas è cominciato
ben prima del 24 febbraio, inizio dell’operazione militare russa in
Ucraina. Quindi, secondo loro, non sarebbe la nostra partecipazione alla
causa ucraina la ragione dell’aumento del gas ma dalla “speculazione”.
Senonché, come sempre, il Diavolo fa le pentole e si dimentica dei
coperchi. Gli analisti (anche americani) più accorti ben sanno che la
guerra in Ucraina ci sarebbe stata a prescindere perché l’Occidente a
trazione anglosassone da tempo la stava promuovendo e lo stesso
Zelensky, nel corso di un’intervista alla BBC, se lo è lasciato scappare
dicendo che a ottobre (2021) non poteva allertare il suo popolo per
un’imminente impresa militare. Ovvio che in previsione della guerra la
speculazione ha cominciato il suo lavorio, che comunque era ancora ben
poca cosa rispetto a quanto poi accaduto con le contromisure prese da
Mosca.
Insomma, la manipolazione mediatica, pur nella contraddizione,
tende a convincere le masse italiche che “è tutta colpa di Putin”
cercando altresì di convincerele che non è la nostra partecipazione alla
causa ucraina la ragione dello sfacelo prossimo venturo per la
collezione “moda” autunno-inverno. E le istituzioni hanno già messo in
campo l’artiglieria pesante, con Mattarella e Draghi per supportare
questa posizione.
Comunque tranquilli, ci penserà qualcuno come la
Truss a darvi la sveglia… perché è sicuro che presto la Russia pigerà
sull’acceleratore mettendo all’angolo le belle speranze del debosciato
Occidente, quello che il 24 febbraio sosteneva “tempo una settimana e la
Russia sarà in default”, quello che oggi dice “Sì, ma le sanzioni
faranno sentire il loro peso nel medio termine e il crollo in Russia del
PIL metterà in ginocchio Putin riducendolo a più miti consigli, cosa
possibile riepiendo le casse di Kyev di miliardi e buttando sul campo
immani armamenti”. Come sperare che un orso con cuccioli al seguito,
aggredito e messo all’angolo brandendo forconi da vent’anni, possa
retrocedere dal suo intento di autodifesa per il sol fatto che chi lo
sta aggredendo aggiunge la minaccia di lasciarlo senza colazione alla
mattina. Cari occientali demoliberali e iper democratici sarà
l’ignoranza sulla reale essenza dell’anima e dello spirito della Russia
a perdervi.
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