(Pericolosi) parallelismi tra Russia e Cina in Ucraina e Taiwan
Russia e Cina vedono la risposta occidentale all'invasione militare dell'Ucraina e alle minacce di una futura invasione di Taiwan come un indicatore dello stato del potere globale degli Stati Uniti. Una risposta debole, o percezione di debolezza, potrebbe provocare ulteriore incertezza.
Le due potenze mondiali vedono rispettivamente l'Ucraina e Taiwan come parti delle loro terre d'origine. In Russia l’Ucraina viene definita come una “terra russa” ed è chiara la volontà di riunire il mondo russo ed il popolo russo nella sua interezza. La Cina rivendica Taiwan come una sua provincia tanto da adottare, alla terza sessione del X congresso nazionale del popolo il 14 marzo 2005, la “legge anti-secessione”. Tale editto all’articolo 2 riporta “c'è una sola Cina al mondo. Sia la terraferma che Taiwan appartengono a un'unica Cina. La sovranità e l'integrità territoriale della Cina non tollerano divisioni. Salvaguardare la sovranità e l'integrità territoriale della Cina è un obbligo comune a tutto il popolo cinese, compresi i compatrioti di Taiwan. Taiwan fa parte della Cina.” All’articolo successivo afferma in modo chiaro che “risolvere la questione di Taiwan e raggiungere la riunificazione nazionale è un affare interno della Cina, che non è soggetto a interferenze da parte di forze esterne.”
Il revanscismo russo e cinese è molto più profondo di quanto l'Occidente avesse ipotizzato in precedenza e, nel febbraio 2022, questo ha portato la Russia a compiere il passo, senza precedenti, di lanciare un'invasione militare totale dell'Ucraina. La minaccia posta da Pechino a Taiwan è paragonabile a quella presentata all'Ucraina da Mosca, con la manifestata intenzione di usare la forza nel caso in cui Taiwan si allontani da una politica della “Cina unitaria”.
La ricostruzione del mondo russo, dopo la riannessione della Crimea e de facto della Bielorussia, passa necessariamente, secondo il Cremlino, attraverso la conquista dell’Ucraina. La prima mossa “giustificatrice” del piano russo che ha portato all’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio è stato quello di riconoscere, tre giorni prima, l’”autonomia” delle Repubbliche di Donetsk e di Luhansk portando allo scoperto le iniziali e vere intenzioni.
Già nel 2008 il presidente russo aveva esternato, a Bucarest in un vertice NATO, le rivendicazioni territoriali sull’Ucraina sudorientale basandosi sull’opinione dei russi secondo cui gli ucraini sono uno dei tre rami del popolo russo. Il Cremlino vede un’eventuale entrata nella NATO o UE da parte delle ex repubbliche sovietiche come Ucraina e Georgia un’intrusione.
Per la Cina la separazione di Taiwan che potrebbe dichiarare la propria indipendenza e far venir meno così “una sola Cina” è motivo di profonda preoccupazione. In altre regioni cinesi come lo Xinjiang e il Tibet l’uso di politiche severe e della forza militare ha permesso a Pechino di raggiungere i propri obiettivi cosa che non le riesce a Taiwan. Non è stata intrapresa alcuna azione militare diretta, conseguenza sia della geografia che della politica, a differenza della Russia in Ucraina, ma le provocazioni cinesi nei pressi dell’isola non mancano.
L’ipotesi di un attacco cinese ed un conseguente intervento degli Stati Uniti in soccorso a Taipei, come accaduto in Ucraina, non sembra al momento un’ipotesi in campo ipotesi in campo ma è in corso un cambiamento geopolitico mondiale che potrebbe lasciare spazio ad ulteriori "assestamenti".
Gli atteggiamenti di Russia e Cina nei confronti dell'Ucraina e di Taiwan possono assimilarsi ma i metodi messi in campo per raggiungere la riunificazione sono stati fino ad oggi molto diversi.
Uno ad esempio potrebbe essere la diversa influenza che hanno gli Stati Uniti sull’Ucraina rispetto a Taiwan. Il Taiwan Relations Act impone agli Stati Uniti di fornire a Taipei capacità difensive e di "resistere a qualsiasi ricorso alla forza" nel tentativo di destabilizzare l’isola. Ciò dovrebbe essere distinto dalle assicurazioni sulla sicurezza fornite dagli Stati Uniti (insieme a Regno Unito e Russia) nel Memorandum di Budapest del 1994. Gli Stati Uniti non si sono mai impegnati a difendere l'Ucraina con le truppe. Almeno fino ad ora…
In questi primi mesi dell’anno, Pechino si è astenuta in un voto del Consiglio di sicurezza dell'ONU per denunciare l'invasione russa e, in una sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha affermato che "la sovranità e l'integrità territoriale di tutti i paesi dovrebbero essere rispettate".
Le loro attuali strette relazioni si basano principalmente sul deterioramento delle relazioni con l'Occidente e sul rifiuto dell'ordine globale monopolare. Russia e Cina sono forti sostenitori dello stato-nazione e si oppongono alla perdita della sovranità statale a causa delle istituzioni multinazionali e della globalizzazione. Il loro rapporto si basa più sul loro antiamericanismo che su altro, e anche questo è limitato; nonostante una politica interna da “regime”, Pechino non viola le regole del diritto internazionale come la Russia.
Possiamo dire che Russia e Cina vedono i loro rispettivi conflitti in una certa misura come conflitti per procura con l'Occidente, e in particolare gli Stati Uniti. Ai loro occhi gli Stati Uniti sono una potenza statunitense in declino, divisa internamente ed impegnata su diversi fronti di crisi basti ricordare la scarsa risposta alla pandemia di coronavirus, alle divisioni politiche ed al “disordinato” ritiro dall'Afghanistan che ha vanificato venti anni di guerra.
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