Mario Monti attacca Draghi. Cosa nasconde il ritorno in campo dell’ex premier
Che c’entra – di nuovo – Mario Monti? L’articolo di Monti – commenta Antonio Socci su Libero – è un segnale negativo per Draghi “anche perché è stato pubblicato come editoriale, ieri, sul Corriere della sera
che finora ha sempre appoggiato entusiasticamente il premier. Monti
ricorda che l’esecutivo Draghi nacque con due missioni: ‘Vincere la
pandemia e disegnare e realizzare il Pnrr’. Il primo obiettivo – concede
Monti – ‘è stato conseguito’. Ma obiettivamente la pandemia è un
fenomeno globale e sta finendo in tutto l’Occidente”. L’Italia non ha
fatto meglio degli altri, anzi: i dati sul nostro Paese sono un completo
disastro, e le scelte del governo si sono rivelate più che scellerate,
capaci di uccidere in un colpo solo società ed economia.
Sul “percorso di attuazione” del secondo obiettivo (il Pnrr) “le opinioni non sono univoche” osserva Monti che poi tuona: “Poco o nulla è stato fatto sulle riforme strutturali più importanti… per le quali si sono registrati arretramenti che da questo governo non ci saremmo aspettati”. Monti evoca pure “i mesi persi per le dispute sul Quirinale” e così riaccende una polemica sgradita a Draghi che da novembre a febbraio fu sospettato, da qualche raro critico, di immobilismo a causa delle sue ambizioni quirinalizie, poi andate tristemente deluse. Pure la presunta ‘successione’ del nostro premier alla Merkel, nella leadership politica della UE, che era stata tanto annunciata e celebrata un anno fa dai media, si è dissolta. Quella guida, è ormai evidente, l’ha assunta Macron.
Appiattito sulla linea “incendiaria” di Biden, sottomesso completamente agli Usa, Draghi non ha saputo fare da mediatore, lasciando questo ruolo – ancora una volta – a Francia e Germania che infatti iniziano a raccogliere i frutti, anche a scapito nostro. In casa, i partiti sono sempre più febbrili. Scrive ancora Socci: “Le crepe dunque sono tante e aumenteranno sempre più se alla crisi economica e sociale dovuta alla pandemia ora succederà, invece della forte ripresa prevista, un’altra dura crisi a causa della guerra. L’inflazione è data al 6,1 per cento, contro il 3,5 per cento delle stime precedenti. Di fronte a uno scenario così drammatico, Draghi deve mostrare finalmente le sue capacità in materia economica, visto che in questi mesi, obiettivamente, le sue capacità politiche di statista – in Italia e nel mondo – non si sono viste”.
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