11 Mag 2022
Gli interessi celati nella guerra dell’Occidente alla Russia e gli effetti insperati del conflitto
FONTE: CONTROINFORMAZIONE
https://www.controinformazione.info/gli-interessi-celati-nella-guerra-delloccidente-alla-russia-e-gli-effetti-insperati-del-conflitto/
di Luciano Lago
Il
protrarsi della guerra Russia Ucraina con il coinvolgimento indiretto
(al momento) della NATO dovrebbe aver reso chiaro quali siano gli
interessi celati dietro questo sanguinoso conflitto.
Gli
Stati Uniti e il loro bulldog britannico, sono le due sanguisughe nel
cuore della NATO, costituiscono i suoi centri di comando, controllo e
coordinamento finanziario, i più interessati a logorare la Russia e
l’Europa in un lungo conflitto da cui Washington e Londra possono trarre
profitto per mantenere un controllo egemonico sul vecchio continente
impedendo il saldarsi di un asse euroasiatico fra Russia ed Europa.
Il prolungamento della guerra serve agli interessi di coloro che l’hanno istigata e promossa: le elite di potere anglosassoni.
Tra
gli altri obiettivi che si prefiggono gli anglosassoni, non è da
trascurare quello dell’interruzione delle linee di rifornimento globali
che, nei piani delle centrali di comando, dovrebbero isolare la Russia e
creare difficoltà anche alla Cina, la cui potenza industriale,
tecnologica e militare è vista sempre più come la minaccia esistenziale
per gli USA.
Regolare i conti con la Russia per poi dedicarsi alla
Cina, questa la strategia di Washington neanche tanto nascosta che a
Pechino hanno ben compreso.
Quella statunitense è una strategia
attuata da molti anni ed è la stessa teorizzata dagli strateghi della
Casa Bianca, che prevedeva di accerchiare la Russia con una cintura di
stati ostili mediante i quali mirare ad una destabilizzazione ed un
attacco al cuore della Russia. La strategia prevedeva nella prima fase
la realizzazione di rivoluzioni colorate, vedi quelle suscitate in
Georgia, nei Balcani e in Ucraina, per poi arrivare al cambio di regime
nei paesi più fragili, dove esistono tensioni e potenziali fratture per
la presenza di minoranze russe, salvo in seguito far esplodere vere e
proprie guerre civili e destabilizzazione di quei paesi. L’Ucraina ha rappresentato il boccone più grosso ed un caso da manuale dove tale strategia è stata attuata e in parte riuscita.
Soltanto
l’intervento tempestivo di Putin nel 2014, per far rientrare la Crimea
nella Federazione russa, mediante referendum popolare, ha evitato il
successo pieno del golpe di Maidan. La destabilizzazione è poi andata
avanti con il massiccio intervento degli occidentali nel supportare
l’esercito di Kiev nelle sue attività contro gli indipendentisti
russofili del Donbass.
Tuttavia il piano di pulizia etnica e di
ucranizzazione di quei territori è stato definitivamente bloccato
dall’intervento militare della Russia iniziato nel febbraio dei
quest’anno.
Quindi si rende evidente che questo non è un conflitto fa la Russia e l’Ucraina ma fra la Russia e la NATO dove quest’ultima è sempre più coinvolta.
Una sfida
che Washington ha lanciato per la supremazia in Europa da quando ha
utilizzato l’Ucraina come una piattaforma contro la Russia, fin dal 2014
e dai precedenti tentativi di rivoluzioni colorate pilotate dalla CIA.
Tuttavia
qualcuno a Washington ha sbagliato i calcoli e l’offensiva russa
rischia di mandare all’aria i piani di Washington sull’Ucraina, con la
prospettiva di un conflitto che apre il vaso di Pandora di quello che
rappresenta la strategia distruttiva degli anglosassoni in Europa. Una
sirena d’allarme per i popoli europei sottomessi agli interessi
imperiali di Washington che cerca di impedire a tutti i costi di
ostacolare un asse euroasiatico fra Germania e Russia e con la stessa
Europa che andrà a soffrire le peggiori conseguenze di questo conflitto.
La
cecità dei governi europei e la loro malafede nel perseguire gli
interessi esterni contrari ed opposti a quelli dei popoli europei è resa
evidente e clamorosa da questo conflitto.
Anche in Russia,
nel suo interno, iniziano a verificarsi gli effetti di questo conflitto
ma in modo inaspettato rispetto alle aspettative dell’Occidente.
Come
è già accaduto più di una volta nella storia della Russia, la guerra ha
messo in luce la necessità di un cambiamento radicale e immediato.
nella società russa.
La decisione dell’offensiva in Ucraina del 24
Febbraio, a detta di vari analisti russi, ha fatto emergere una vera e
propria valanga di richieste di cambiamento, con alcune istanze che
danno origine ad altre, una tira l’altra. Quella che è iniziata come una
rivoluzione dall’alto, come una operazione speciale, porterà
inevitabilmente a ciò a cui porta ogni rivoluzione: al coinvolgimento
delle grandi masse nella vita del paese.
In sostanza si tratta di un
purificazione dell’anima popolare russa che viene lavata dalle
incrostazioni ideologiche che derivano dalle influenze occidentali,
quelle del liberalismo e del consumismo esasperato.
La sopravvivenza della Russia e lo sviluppo del paese euroasiatico di fronte alle sanzioni e al confronto militare richiedono una combinazione di volontà statale e un ambiente economico decentralizzato attivo, soprattutto perché le sanzioni hanno inferto un duro colpo agli ex capitani d’affari, le quinte colonne filo occidentali che vengono chiamate oligarchi.
La Russia non è ancora abituata al suo nuovo ruolo: il ruolo di focolaio di cambiamento nel sistema dell’ordine mondiale.
Si può dire che esiste ancora diffidenza per questo nuovo ruolo.
Tuttavia, per il mondo russo questa non è la prima volta nella storia
nel sollevare una rivolta globale, era già accaduto nel 1917 ma in
tutt’altra direzione. Si può dire che il passato rivoluzionario con
tutti i suoi attributi è radicato nella memoria genetica del popolo
russo. Tuttavia il contenuto dell’attuale rivoluzione, ovviamente, non
ha nulla in comune con l’ideologia comunista.
Prima di tutto, è una
rivoluzione di liberazione del popolo. In Ucraina, le truppe russe
liberano i fratelli slavi dall’oppressione di un’ideologia nazionalista a
loro estranea. All’interno della Russia, il compito è liberarsi della
dipendenza esterna nell’economia, dall’influenza di agenti
filo-occidentali, sia professionisti che volontari.
Inoltre,
nell’attualità della azione del gruppo dirigente russo, c’è oggi la
difesa del Paese da quelle idee innaturali che costituiscono il fulcro
dell’ultimo totalitarismo occidentale, un ritorno a valori che
assicurano lo sviluppo della società e non il crollo del tessuto
sociale: l’amore per la Patria, la famiglia tradizionale, i figli, il
lavoro, la libertà di pensiero. E in questo senso si può parlare di
rivoluzione conservatrice.
Se le forze di questa rivoluzione
prevarranno, questo sarà un segnale di enorme portata che avrà il suo
effetto anche in Europa e sarà il vero motore del cambiamento.
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