Appello di 60 medici di Rimini: adesso basta, confrontiamoci sui trattamenti Covid
Su richiesta di un gruppo di circa 60 medici che si sono riconosciuti sotto il nome del gruppo informale “SIAMO MEDICI”, sono a inviare il testo integrale della lettera che gli stessi hanno letto e fatto mettere a verbale durante l’Assemblea dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Rimini svoltasi il 21 aprile scorso.
La lettera, ascoltata in attento silenzio da parte dell’assemblea, mette in evidenza come durante la pandemia sia risultato chiaro quanto la burocrazia stia ormai schiacciando la professione medica, protocollo dopo protocollo, decreto dopo decreto, in una sempre più evidente abdicazione della medicina alla politica.
Lo scopo di “SIAMO MEDICI”, che sta ricevendo attestazioni di stima anche da molti colleghi, è di ridare dignità alla figura del medico.
Proprio per questo è stato chiesto e ottenuto che nel prossimo consiglio dell’Ordine venga decisa una data in cui poter effettuare una riunione per confrontare e discutere dati di letteratura scientifica sul Covid e sui trattamenti utilizzati per fermare la diffusione del contagio, oltre a un confronto sulle modalità perentorie con le quali si devono accettare protocolli terapeutici.
Di seguito e in allegato il testo della lettera messa a verbale.
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Gentile Presidente e gentili membri del Consiglio, cari Colleghi tutti,
siamo un gruppo eterogeneo di medici che si presenta qui per aprire con voi da oggi un dialogo sincero e costruttivo, non nella divisione ma nel rispetto delle reciproche convinzioni. In questi ultimi due anni abbiamo dovuto tutti affrontare il duro periodo pandemico: alcuni di noi si sono vaccinati con tre dosi, altri solo con una o due dosi contraendo nella maggior parte dei casi anche la Covid; altri fra noi hanno scelto di non vaccinarsi per libera scelta o per precauzione perché portatori di condizioni o patologie che costituiscono un fattore di rischio. La maggior parte di noi comunque ha acquisito un’immunità naturale da malattia.
Da mesi, tutti ci siamo resi conto che i vaccini non hanno mantenuto
le aspettative che ci erano state prospettate, quelle cioè di fermare la
pandemia e restituirci la libertà.
A fronte dell’inefficacia nel prevenire contagi e diffusione di
mutazioni del virus originario, è esperienza comune, oramai quotidiana,
quella di assistere, spesso impotenti, alla evidenza di effetti
collaterali, anche gravi, provocati ai danni della popolazione. Lo scopo
del nostro Ordine è quello di tutelare la salute pubblica e noi tutti
siamo il nostro Ordine: ma cosa stiamo facendo per tutelare la salute
dei cittadini?
Stiamo assistendo, decreto dopo decreto, ad una abdicazione della
medicina alla politica. Ma noi non siamo politici, siamo medici! Abbiamo
fatto un giuramento col quale ci siamo impegnati ad “operare in libertà
ed Indipendenza di giudizio e di comportamento, rifuggendo dai
condizionamenti, al fine di perseguire la difesa della vita e la tutela
della salute fisica e psichica dell’uomo”. Siamo sicuri di mantenere
fede a questo giuramento?
Ci siamo fidati ciecamente di una Scienza trasformata in dogma, dove il
dubbio è stato silenziato e punito: non possiamo più continuare a far
finta che tutto vada bene per paura di dissentire.
È ora che ognuno di noi riacquisti lo spirito critico e riprenda il dominio dell’arte medica.
Le incongruenze e l’anti-scientificità delle direttive che ci vengono
date è sconcertante. Non possiamo non farci delle domande di fronte ad
un vaccino dalle dubbie potenzialità che viene imposto a noi per primi,
pena la sospensione dal lavoro, un vaccino presentato come privo di
controindicazioni eludendo il principio di precauzione e la possibilità
che quello che è salutare per una persona può non esserlo per un’altra.
È ormai sempre più evidente e sempre meno occultabile, la comparsa di
effetti collaterali gravi, quando non addirittura mortali. Quante dosi
saremo ancora costretti a subire? Quante dosi saremo ancora disposti a
fare? E quante dosi potremmo sopportare prima di giungere ad un punto di
non ritorno? (Ricordiamo che la sperimentazione, fra l’altro non ancora
conclusa, non è andata oltre le prime due dosi.)
Siamo medici, abbiamo sempre agito prestando fede al motto “PRIMUM
NON NOCERE”. Non possiamo averlo dimenticato, a prescindere da
qualsivoglia pressione esterna che tenti di influenzarci. Come operatori
della Salute non possiamo tradire la nostra Coscienza.
Dobbiamo riprendere in mano la sacralità della nostra arte ed il dominio
della nostra scienza che altrimenti non potrà che dirigersi verso la
totale perdita di credibilità.
Siamo qui per condividere con voi proposte concrete. A fronte di una
letteratura emergente che dimostra i danni di questo vaccino in modo
talmente lampante da non poter essere più ignorata, dobbiamo prendere le
distanze riappropriandoci della nostra libertà decisionale nella
proposta di cura.
Chiediamo formalmente di istituire tavoli tecnici di studio della
letteratura emergente, di sollecitare la sorveglianza attiva e di
promuovere incontri scientifici di confronto fra professionisti
sanitari.
Siamo medici e per questo dobbiamo difendere la nostra Missione, per
riconquistare la fiducia di chi si rivolge a noi per avere aiuto.
Siamo medici e vogliamo tornare ad esserlo pienamente, esercitando in
scienza e coscienza questa nostra meravigliosa professione.
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